La lettera di Generazione Italia
On. Presidente,
Generazione Italia considera conclusa negativamente l’esperienza di questo Governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto.
I patti richiedevano l’immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l’opinione pubblica.
I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale.
Lei in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell’Italia un grande paese ad ispirazione liberal-democratica.
Il suo Governo ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità, un Governo non intenzionato ai cambiamenti, un Governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione!
Nella nostra alleanza c’è chi ci accusa addirittura di sovvertire lo Stato di diritto perché chiediamo una verifica, falsificando la verità e dichiarando che questo Governo non sarebbe il frutto, come nel passato, di una contrattazione post elettorale, bensì, sarebbe la conseguenza di un patto preventivo stipulato davanti agli elettori!
E quindi solo a Berlusconi, se è vera la premessa, competerebbe concedere la verifica e implicitamente mantenere o sciogliere le Camere.
E’ una tesi che lede i poteri costituzionali del Presidente della Repubblica e lascia trasparire il ritorno nella politica di dogmi antiliberali!
Onorevole Presidente, lo Stato non è lei! E dopo di lei non c’è il diluvio! Le chiedo con quali diritti Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali diritti Lei pretenda di interpretare personalmente
L’Italia è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i Governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del Governo: il tradimento è solo quello di chi, ad un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti di piazza!
La lettere di Umberto Bossi del 1994
(in grassetto le parti riprese da Generazione Italia)
Onorevole presidente, io parlerò di cose politiche. Il fatto che lei abbia consegnato alla stampa, prima del dibattito parlamentare, il suo intervento sottolinea quanto sia debole in lei il senso dello Stato e delle Istituzioni.
Il documento attraverso il quale abbiamo espresso la sfiducia nei confronti dell’attuale governo da lei presieduto, onorevole Berlusconi, è il primo esempio di sfiducia costruttiva. Esso contiene una elencazione delle ragioni che spiegano i motivi politici, ma anche economici e costituzionali che giustificano la sfiducia della Lega e, nello stesso tempo, è un documento che predispone le strutture di un nuovo governo.
Qualcuno potrebbe affermare, in polemica con il dissenso della Lega, che in sette mesi è difficile riedificare uno Stato italiano completamente nuovo e quindi strutture politiche, economiche e sociali distrutte dal passato partitocratico.
Tuttavia, quando
La nostra fu una scelta che non era conseguente ad alcun accordo elettorale precedente.
Noi abbiano accettato di far parte di questa coalizione unicamente per il senso del dovere che abbiamo nei confronti del popolo italiano e dei nostri elettori, che esigono governabilità. Quindi, questo governo è stato fin dall’inizio un governo di numeri, la cui esistenza era subordinata solo e soltanto all’assoluto rispetto dei patti. E
Solo per questo patto postelettorale e pregovernativo
Una lotta di liberazione, la nostra, fatta quando l’emblema della società dei consumi – tutto è nel consumo – si era fatalmente trasformato in un altro emblema – tutto nello Stato, niente contro lo Stato, nulla al di fuori dello Stato – ponendo il problema del superamento del centralismo istituzionale con il federalismo.
I patti richiedevano inoltre l’immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio della Fininvest e favorisse il rinnovo strutturale della Rai-Tv, restituendo ai media la loro libertà e la funzione democratica di informare imparzialmente e obiettivamente l’opinione pubblica. I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali del Capo del governo e la sua funzione di altissimo pubblico ufficiale.
In campagna elettorale lei ha promesso milioni di posti di lavoro, ha promosso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone, insomma, di fare dell’Italia un grande Paese a ispirazione liberal-democratica.
“Ho fatto un sogno: rendere perfettamente trasferimento questa casa e restituire lo slancio alla società civile.” Si ricorda queste parole, presidente Berlusconi? Le pronunciava alla presentazione del governo alla Camera.
In realtà, il sogno non ha fatto sognare che lei; avrà consolidato il suo potere personale, ma non ha risolto nemmeno uno dei tanto fattori di crisi del Paese, che erano e restano i seguenti: la distribuzione e la dimensione della spesa pubblica, il carico fiscale, il reddito e la sua distribuzione sul territorio, l’efficienza o, meglio, l’inefficienza dell’apparato politico e amministrativo dello Stato, fattori di crisi che derivano dall’esistenza intatta di uno Stato centralizzato che svolge ormai solo una funzione redistributiva e che costituisce la principale ragione del dissenso.
Si trattava, e si tratta, quindi, di trovare le linee di fondo di un progetto di riforma federalista: e
E speroni ha dovuto preparare il proprio progetto federalista che diventerà disegno di legge in questa Camera, tra il disinteresse e l’ostilità delle forze di governo!
Insomma, il suo è stato un governo che ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità! Si è trattato non solo di un governo non intenzionato ai cambiamenti, ma di un governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione!
Si è trattato di un’alleanza in cui c’è chi accusa
Questa non è e non sarà mai più, onorevoli Berlusconi e Fini,
Presidente, mi consenta di ricordarle che lo Stato non è lei! E dopo di lei non c’è il diluvio! Con quali diritti lei batte i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali diritti lei pretende di interpretare
La nostra mozione di sfiducia non è provocatoria né in contrasto con
L’Italia, colleghi, è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede e fa parte del governo: il tradimento è solo di chi, a un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti!
lunedì 29 novembre 2010
Il confronto delle lettere dei finiani e dei leghisti
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1 commento:
Complimenti, un modo intelligente di mettere in mora Berlusconi, il PDL e la Lega Nord.
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