martedì 2 novembre 2010

OPPOSIZIONE SFINITA


Senza fliniani mancano i numeri per votare la sfiducia Il Pd pensa a una “censura”, ma all’Idv non basta

di Wanda Marra

Mentre Fli continua a fare un passo avanti e uno indietro, l’opposizione va all’attacco come può. Partendo da un assunto di base, che resta sempre lo stesso: i numeri per far cadere il governo Berlusconi non ci sono. E dunque, la strada è tutt’altro che facile, passa per una difficile tessitura di rapporti e per una pressione politica costante su Fini e sui suoi. Che cerca di stringere i futuristi all’angolo, battendo sulle corde della coerenza e ribadendo l’indifendibilità del premier. L’analisi la fa in serata Filippo Penati, capo della segreteria di Pier Luigi Bersani: - "Fini dice una cosa la domenica per diventare prudentissimo il lunedi'. Ma la verità è che la spina al governo la sta staccando il Paese. Chi non se ne rende conto si attarda in tattiche inutili e ormai insostenibili, e che preparano solo giorni pericolosi per le prospettive dell'Italia".

IL PROBLEMA è che un gioco di strategia e tattica è quello che sta portando avanti anche il Pd. Domenica, Bersani ha invitato le opposizioni a presentare una mozione di censura al governo, che avrebbe lo stesso valore politico di una sfiducia, ma il vantaggio di essere più facilmente votata dai finiani. Incassando il sì di Di Pietro. Ha ribadito ieri Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del partito: “Il governo Berlusconi è il governo degli sconfitti. E’ il governo del fallimento. E’ fuor di dubbio che se questa maggioranza non avesse avuto problemi conclamati non staremmo a questo livello di crisi. E’ un governo che ha perso la sua sfida”.

Nel frattempo, però, ieri c’è stato il dietrofront di Fli, affidato a Italo Bocchino: “Si perde tempo a cercare tra noi chi vuole staccare la spina al Governo. Il nostro obiettivo è un altro: è quello di accendere la macchina”. E dunque, il “lavoro” dei Democratici si fa ancora più complicato. E loro sembrano più disorientati del solito: stanno lavorando a un documento parlamentare, che, appunto, non è una sfiducia perché si rischia di non avere i numeri e di giocarsi un’occasione. E che però ha l’obiettivo di convogliare quanti più finiani possibile e di inchiodare Berlusconi alle sue responsabilità. E per questo si stanno tessendo rapporti con il resto dell’opposizione e con settori della maggioranza. Un percorso che - come si ammette anche nel partito - è lungo e difficile. Peraltro, questa settimana la Camera è chiusa e sabato c’è la convention di Futuro e Libertà: i prossimi saranno dunque giorni di attesa e di lavoro dietro le quinte. Anche per lavorare su un eventuale dopo: il governo di transizione.

Ha ribadito ieri Dario Franceschini, replicando alla Lega, che aveva parlato di golpe, nel caso andasse in porto questa ipotesi: “La Lega sa bene che la Costituzione dice che prima di sciogliere le Camere va verificato se possa esserci un’altra maggioranza” a sostegno di un governo e “io credo che ci possa essere”. Scalpita - al solito - Antonio Di Pietro, che va all’attacco: “Basta aspettare San Fini. Chi va con lo zoppo impara a zoppicare e questo proverbio vale per Fini e i suoi che hanno imparato a zoppicare. Orsu', dunque, rimbocchiamoci le maniche, come direbbe Bersani, e cominciamo a costruire un'opposizione seria, capace e intransigente, senza aspettare 'san Fini' dal cielo".

IL PUNTO è, come? Lo stesso leader dell’Italia dei Valori, mentre si dichiara disposto a sostenere qualsiasi documento contro il capo del Governo, ammette che senza il Pd non ha i numeri per presentare neanche la mozione di sfiducia.

L’Udc, intanto, risponde picche a Berlusconi, che nelle anticipazioni del libro di Vespa l’aveva invitata ad entrare nel governo: “Non abbiamo nessuna intenzione di partecipare a questo governo, che naviga al buio e ha dimostrato di non riuscire ad affrontare con serietà i grandi nodi del Paese. Abbiamo già indicato a Berlusconi l'unica strada seria per uscire da questa situazione: le dimissioni del governo e l’apertura di una nuova fase politica”, afferma il segretario, Lorenzo Cesa.

1 commento:

Anonimo ha detto...


B. non ci pensa proprio a dimettersi...

Madda