Marco Daturi, guida subacquea italiana che si trovava in Egitto, ha rivisto lo squalo che ha ferito e ucciso nel mare di Sharm el Sheik. È uno dei (pochi) sub autorizzati a entrare in acqua, visto che il governo egiziano, per evitare nuovi drammi, ha deciso per il momento di vietare a tutti gli altri ogni tito di attività balneare. Solo chi può certificare di aver effettuato almeno 50 immersioni nel suo curriculum è autorizzato a prendere il largo.
L'INCONTRO - «La prima immersione vicino alla barriera corallina è stata del tutto normale e senza imprevisti - racconta Daturi -. Poi verso le 12 siamo tornati sotto e lo abbiamo visto. Quando è arrivato vicino abbiamo pensato che si trattasse di un esemplare della specie Carcharhinus longimanus. In queste acque non è una specie molto diffusa e quello che abbiamo incontrato aveva anche la pinna caudale in parte recisa, esattamente come l'esemplare che ha ucciso la turista tedesca e ferito, probabilmente, i quattro russi. Ci è stato vicino per un po', non è mai stato aggressivo. Noi abbiamo mantenuto la calma e non abbiamo fatto movimenti repentini, da evitare sempre in circostanze come queste».
ESPERTI ITALIANI IN EGITTO - Ora le foto scattate da Daturi e dagli altri sub, saranno messe a disposizione dei numerosi esperti che si sono radunati a Sharm, per cercare di evitare altre tragedie e allontanare il terrore a riva. All'appello delle autorità egiziane ha risposto anche Shark Expo, il Centro di Ricerca degli squali realizzato all'interno della mostra al Lido di Jesolo. Farà parte della task force di esperti di tutto il mondo per fare luce sugli attacchi a turisti dei giorni scorsi. In Egitto andranno Riccardo Sturla Avogadri, fondatore e presidente della «Shark Academy Onlus», e Andrea Tomei, biologo della Shark Expo.
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Stefano Rodi
07 dicembre 2010
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