Buon Natale a tutti.
Buon Natale in particolare agli operai della Federal Mogul di Desenzano, in provincia di Brescia, che per la seconda volta consecutiva lo festeggeranno di fronte ai cancelli della loro fabbrica, per impedire di essere buttati per strada senza alcuna vera ragione, per difendere la vita loro e delle loro quasi duecento famiglie.
In tutta Italia e in tutta Europa ce ne stanno tanti di presidi simili al loro: lavoratori a cui da un giorno all'altro hanno detto che, per colpa della crisi, la fabbrica doveva chiudere e loro dovevano restare senza lavoro. Ce ne sono tanti, ma nessuno dura da più tempo di quello di Desenzano. E' il più lungo di tutto il continente. Sono 13 mesi che i lavoratori stanno là tutti i giorni, per impedire che i camion dell'azienda portino via tutti i macchinari per trasferirli in Polonia.
La Federal Mogul è una multinazionale americana che produce componenti per i motori. In Italia ha sette stabilimenti, e circa il 30% dei suoi 1224 operai sono in cassa integrazione. Lo stabilimento di Desenzano è aperto da 60 anni. Dava lavoro a 196 operai, moltissimi dei quali erano in quella fabbrica da vent'anni e anche di più. Non erano giovani neoassunti, che anche nella disperazione possono immaginare di trovare un'altra occupazione e di ricominciare faticosamente da capo. Su quel lavoro avevano fondato tutta la loro sicurezza, tutti i loro progetti, tutto il loro presente e tutto il loro futuro.
A novembre del 2009 li hanno mandati in cassa integrazione straordinaria, poi hanno annunciato che il 31 dicembre la fabbrica avrebbe chiuso. Colpa della crisi, gli hanno detto. Colpa degli ordini che, secondo l'azienda erano “diminuiti del 70%”. Era una bugia, proprio come quelle che racconta Marchionne e di cui abbiamo parlato ieri, proprio come quelle che tutti i giorni racconta Berlusconi. Mentre si lamentava per aver perso il 70% degli ordini,
La Federal Mogul non è mica una fabbrichetta a conduzione familiare come tante ce ne sono in Italia, e quasi tutte messe nei guai dalla crisi e dell'immobilismo del governo! Ha 36 fabbriche sparse per il mondo. I suoi operai sono quasi 40mila. Ha un giro di affari pari a 7 miliardi di dollari. Se ha deciso di chiudere Desenzano non è perché sta alla frutta come racconta, ma perché da anni sta spostando i suoi impianti produttivi in Brasile e in Polonia, per moltiplicare i suoi profitti. E' solo per questo che i lavoratori di Desenzano devono finire nella povertà e nella disperazione: perché
Non c'è nessun altro motivo per spostare la produzione da Desenzano in Polonia, tant' è che gli stabilimenti in Germania e in Svezia dove il lavoro certo non costa meno che in Italia sono rimasti aperti.
Noi dell'Italia dei valori siamo stati dall'inizio con i lavoratori di Desenzano. Chiediamo che l'azienda si sieda attorno ad un tavolo per fare una seria trattativa al fine di offrire a tutti i lavoratori un posto di lavoro certo e dignitoso, anche attraverso un processo di reindustrializzazione, che può essere favorito da un ruolo positivo del governo attraverso l’Ente che fa capo al Ministero dello Sviluppo Economico adibito proprio ad intervenire in situazioni come queste.
A loro, in questo Natale, auguriamo che sia l'ultima volta che debbano passare questa giornata presidiando il loro posto di lavoro e con l'angoscia di non sapere che ne sarà delle loro vite nei prossimi mesi. A tutti i lavoratori, a tutto il Paese, a tutti noi auguriamo che a governare i rapporti di lavoro non sia più quella logica che è feroce ma anche miope per cui conta solo aumentare subito il profitto. E' questo il nostro impegno.
Buon Natale e un abbraccio ad uno ad uno ai lavoratori della Federal Mogul.
Antonio Di Pietro, Maurizio Zipponi
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