DAVIDE VECCHI
L'accordo siglato a luglio sul lago maggiore tra i leader di Pdl e Lega rispetta i tempi. Dopo la sconfitta politica di Fini, voluta e cercata dal premier, ora è il Carroccio a voler incassare il federalismo. L'apertura a Casini? Solo di facciata
“Bossi non mi ha mai deluso quanto a capacità di trovare accordi”. Lo ammette Silvio Berlusconi, durante la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa. Di fatto, il cronoprogramma stabilito insieme al leader del Carroccio durante il vertice del 29 luglio al Lago Maggiore, procede senza intoppi. Incassata la fiducia, che equivale alla vittoria contro Gianfranco Fini nella guerra personale innescata dal premier, ora il governo navigherà fino alla tappa cara a Umberto Bossi: la scadenza della presentazione dei pareri alla legge sul federalismo fiscale, fissata a fine gennaio. A quel punto Berlusconi, secondo accordo leghista, salirà al Colle lamentando l’impossibilità di governare con una maggioranza risicata e un’opposizione ostruzionista, chiedendo le elezioni anticipate. Giorgio Napolitano, dopo aver sentito il parere dei presidenti delle Camere, esaudirà i desiderata e accorperà le politiche alle amministrative. A marzo si tornerà alle urne.
Questo l’accordo tra gli alleati di ferro Berlusconi e Bossi, che si presenteranno nuovamente insieme alle elezioni, certi di vincere.
Il ministro per la semplificazione si è detto scettico sulla possibilità per l’esecutivo di andare avanti senza un allargamento della maggioranza, convinto del fatto che Pier Ferdinando Casini non accetterà di entrare nell’attuale maggioranza, come Berlusconi dice. Per
La quiete durerà poco. Le prime avvisaglie si sono già viste con il probabile rinvio dall’Aula di Montecitorio del decreto sui rifiuti previsto per domani ma sul quale ci sarebbero divisioni interne alla maggioranza. Dovrebbe invece andare tutto liscio per il ddl Gelmini in calendario al Senato dove la maggioranza è blindata. Il centrodestra sarà comunque chiamato a una serie di prove che andranno dal decreto economico di fine anno alla mozione di sfiducia al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi per il crollo a Pompei. In corso di esame ci sono, poi, i decreti attuativi del federalismo fiscale riguardanti il fisco di Comuni e Regioni e i costi standard della Sanità, il vero cuore del provvedimento che sono o saranno a breve all’esame della commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Ma Berlusconi dovrà cercare il dialogo e il consenso anche e soprattutto se vorrà mettere mano alle grandi riforme già annunciate: da quella del fisco, alla giustizia a quella costituzionale.
Nessun commento:
Posta un commento