Rissa in aula dopo il voto della finiana Polidori a favore del Governo.
Per tre voti di scarto Silvio Berlusconi incassa la fiducia anche alla Camera dei Deputati. Una maggioranza risicatissima, che non garantirà governabilità e che spingerà a un rimpasto dell’esecutivo, ma lo scontro con il nemico Gianfranco Fini è stato vinto dal premier proprio grazie alle finiane Polidori e Siliquini che hanno votato no alla mozione di sfiducia sostenuta da Futuro e Libertà. Alla fine il risultato è
Domenico Scilipoti e Massimo Calearo hanno votato contro la sfiducia al governo nell’Aula della Camera. Contro la sfiducia ha votato anche Bruno Cesario. Alla votazione erano presenti in tutto 627 deputati, ma i votanti sono stati
Dopo il voto alla Camera il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha riunito i vertici del partito a Montecitorio. Alla riunione sono presenti tra gli altri Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Beppe Fioroni, Dario Franceschini. Mentre Gianfranco Fini ha riunito Futuro e Libertà subito dopo la bocciatura della mozione di fiducia a Montecitorio. Nello studio del presidente della Camera, Bocchino; Briguglio; Granata; Napoli; Bellotti; Barbareschi; Germontani; Rosso e altri finiani.
I commenti dell’opposizione
Proprio il presidente della Camera Fini ha commentato l’esito del voto: “La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta, resa ancor più dolorosa dalla disinteressata folgorazione sulla Via di Damasco di tre esponenti di Futuro e Libertà. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane”.
Critiche anche dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “E’ una vittoria di Pirro, abbiamo il governo Scilipoti-Razzi, si è verificata una vicenda totalmente scandalosa di compravendita di voti, che consegna al Paese un governo più debole e un’opposizione piu’ampia, e l’esecutivo e’ nella palese impossibilita’ di dare una rotta”. E sugli stessi toni si è espresso il segretario dell’Idv, Antonio Di Pietro: “Al di là del computo dei venduti, c’è una sconfitta politica del governo e dunque il premier deve prendere atto che la maggioranza politica non c’è più”. Dunque – ha proseguito Di Pietro - “il premier e’ a un bivio: restare dov’e’ con un governicchio per avere il lodo Alfano o andare dal presidente della Repubblica e avviare la crisi per verificare se c’e’ una maggioranza politica”. In caso contrario, “si va al voto e per noi prima ci si va e meglio è”.
Il futuro della maggioranza
Se il Pdl esulta alla notizia della fiducia conservata – il ministro Romani è andato persino ad abbracciare Giampiero Catone dicendogli “maggioranza risicata ma sufficiente per andare avanti” – l’alleato leghista comincia a fare sentire i propri mugugni. Già stamattina Umberto Bossi diceva: “Il voto è l’unico modo per portare igiene in questo casino”. E sulla stessa linea si è fatto sentire anche il ministro Maroni: ““Meglio vincere che perdere. Oggi abbiamo chiuso il primo tempo di una partita che però non si è conclusa. Se Berlusconi riuscirà ad allargare la maggioranza ai moderati, al fischio finale della partita – ha continuato - potremo continuare a governare. Se non riuscirà a farlo, bisognerà andare al voto”.
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