"Voglio proseguire il cammino per riunificare i veri moderati in un unico grande movimento politico, ovviamente senza quei pasdaran che si schierano con Di Pietro e usano i toni, le calunnie e le false argomentazioni del Fatto quotidiano e di Repubblica". A fiducia incassata, Silvio Berlusconi affida la sua road map a un messaggio ai suoi sostenitori. Che è racchiusa in tre obiettivi: completare le riforme, consolidare e rafforzare la casa di tutti i moderati e realizzare un nuovo assetto istituzionale. "Questa è la risposta che daremo a chi, inutilmente, ha cercato di sconfiggerci con una congiura di palazzo" dice Berlusconi.
"Considero il consolidamento di una unica grande forza politica che sia la sezione italiana del Partito dei Popoli europei - dice il leader Pdl - uno dei compiti fondamentali che devo assolvere nel mio impegno in politica". All'unione dei moderati si accompagna un altro compito "altrettanto decisivo per il futuro del nostro Paese: dare finalmente all'Italia istituzioni in grado di funzionare in modo adeguato ai tempi, superando il bicameralismo perfetto, riducendo il numero dei parlamentari, rinforzando i poteri del premier per garantire stabilità al governo e impedire ribaltoni e colpi di palazzo, una legge elettorale che garantisca bipolarismo e governabilità".
"Su questo punto - dice il leader Pdl - faccio appello a tutte le forze responsabili presenti in Parlamento, con cui abbiamo proficuamente lavorato su questo tema nella prima metà della legislatura ed anche a quelle con cui è cominciato il nostro cammino politico nel 1994: riprendiamo il lavoro dai punti che abbiamo condiviso. E' un dovere che abbiamo nei confronti di tutti i cittadini".
"Con il voto sulla fiducia al Senato e alla Camera, ancora una volta il senso di responsabilità ha avuto la meglio - continua il Cavaliere - .Riprendiamo da oggi il cammino del buongoverno, proseguendo su tre linee fondamentali. Innanzi tutto il completamento dei cinque punti strategici sui quali avevamo avuto una fiducia ampia dal Parlamento il 29 settembre". Ed è a questo punto che arriva il monito ai finiani: "Voglio sperare che su questi cinque provvedimenti tutti i parlamentari che li hanno votati poche settimane fa siano coerenti con l'impegno assunto allora".
Nel frattempo Antonio Di Pietro torna sulla compravendita dei parlamentari e chiede l'intervento del capo dello Stato. "Noi ci appelliamo rispettosamente al Presidente della repubblica affinché faccia sentire la sua voce prima che sia troppo tardi. I magistrati intervengono dopo che è stato commesso un reato, le istituzioni dovrebbero prevenirlo". Poi l'affondo al premier: "Sapere oggi che il premier sta organizzando con altre persone l'acquisto di una moltitudine di parlamentari attraverso favori e la reiterazione di atti illeciti costituisce gli estremi del reato di associazione a delinquere".
(17 dicembre 2010)
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