giovedì 16 dicembre 2010

Bocchino: "Nulla da rimproverarmi il premier ora galleggerà, Fli unito"


di CARMELO LOPAPA

"Se Berlusconi pensa di poter risolvere i problemi del Paese passando da un vantaggio di tre a uno di sei o dieci deputati, auguri, prosegua pure con la campagna acquisti. Lui, i ministri e i sottosegretari dovranno trascorrere le loro giornate in Parlamento per garantire la maggioranza. Noi siamo tranquillissimi. Se avrà a cuore gli interessi invece gli interessi dell'Italia, allora accetterà di confrontarsi e dialogare con noi". Italo Bocchino esce dalla riunione all'hotel Minerva che segna il battesimo del "Polo della Nazione" o come si chiamerà da qui a gennaio. Lui, Fini e tutto Fli portano ancora addosso le ferite della battaglia del giorno prima a Montecitorio. Convinti tuttavia di segnare il primo punto della rivincita con la nuova operazione politica unitaria.

Torniamo indietro di qualche ora. Il suo intervento contro il premier in aula è stato durissimo. Moffa e altri transfughi lo additano come causa del loro esodo. Ritiene di aver sbagliato nei toni o nei contenuti?
"Nulla da rimproverarmi. Il mio intervento prendeva spunto dalla comunicazione che avevamo ricevuto dalla Siliquini, già seduta ai banchi del Pdl, e dalla Polidori. Moffa nel momento in cui chiede le mie dimissioni sa di aver posto una condizione inaccettabile. Non tanto per me, quanto per Fini. Era un evidente pretesto. Lui come le altre aveva già fatto le sue scelte".

Accusano lei e gli altri "falchi" di aver snaturato il progetto iniziale di Fli.
"Non esistono falchi in Fli. È esistita invece una minoranza che desiderava restare a tutti i costi nella coalizione guidata da Berlusconi. Alla fine, cento parlamentari hanno intrapreso una strada ambiziosa e importante, che apre una nuova stagione. In tre ci hanno lasciato. Spiace solo che siano stati determinanti per tenere in vita il governo".

E voi, adesso? Sarete forza d'opposizione o pronta al dialogo?
"Siamo all'opposizione perché abbiamo votato la sfiducia. Ma saremo costruttivi, né pregiudizialmente a favore né contro".

Può spiegare meglio?
"Diremo a Berlusconi: guidi un governo di minoranza? Bene, vai avanti, se porterai in aula provvedimenti di interesse generale, noi li integreremo coi nostri emendamenti e li voteremo. Diversamente, farà i conti con la nostra opposizione e tutto il governo dovrà accorrere in aula, magari riporteranno perfino il presidente della Consob Vegas. Sul decreto rifiuti o sulla sicurezza daremo il nostro contributo, per esempio".

E sulla riforma della giustizia? Su eventuali leggi ad personam?
"È evidente che non sosterremo leggi che non rientrano tra le vere emergenze del Paese, che sono quelle economico sociali. Sulla giustizia, tutto dipenderà da cosa conterrà".

Berlusconi è convinto di allargare la maggioranza. Temete la nuova campagna acquisti?
"Siamo sereni. Chi doveva lasciare lo ha fatto, chi ha votato la sfiducia non lo farà. Ora siamo davvero uniti. Se anche il premier conquistasse altri cinque o sei o dieci, sarebbe costretto sempre a galleggiare. O a ricorrere alle urne. Ha un'unica alternativa: darci ascolto e dialogare. Eviterà pure le elezioni".

Forse punta proprio a quelle.
"Non so fino a che punto gli convengano. Noi in ogni caso siamo pronti".

Intanto Bondi scrive al Colle e rimette in discussione il ruolo di garanzia del presidente della Camera. Fini pensa alle dimissioni, invocate da tutto il Pdl?
"La sua terzietà nella conduzione dei lavori è indubbia. E questo esclude qualsiasi passo indietro. So io quante volte ha bocciato nostre proposte in nome della sua terzietà. Tutti i leader che rappresentano le istituzioni esercitano un ruolo politico. La discriminante è la gestione dei lavori. Ecco perché non si dimetterà".

Voterete invece la sfiducia al ministro Bondi a gennaio?
"Il coordinamento del nuovo polo deciderà a suo tempo".

(16 dicembre 2010)

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