giovedì 23 dicembre 2010

Camera, Fini replica alla Lega "No al dibattito su mie dimissioni"


Fini torna sulle provocazioni della Lega e sulla richiesta di un dibattito parlamentare per porre la questione delle sue dimissioni: "Un dibattito del genere - scrive in una lettera al capogruppo Reguzzoni - è inammissibile e condizionerebbe il ruolo di presidente Camera".

L'offensiva era scattata ieri alla Camera, quando il capogruppo del Carroccio aveva annunciato la richiesta di un dibattito in Aula sul ruolo del presidente Fini che non si dimette nonostante le sue battaglie politiche alla guida del Fli: "Le dimissioni stanno nella coscienza di ognuno", aveva detto spiegato Il capogruppo del Carroccio, "ma è necessario che almeno il Parlamento possa esprimersi". La richiesta è che la questione venga valutata già dalla riunione dei capigruppo dell'11 gennaio.

"E' evidente come da un dibattito nascerebbe un condizionamento nello svolgimento dei compiti attribuiti al presidente d'assemblea, con conseguente inevitabile affievolimento del suo ruolo di terzietà", ha replicato oggi il presidente della Camera.

Per la Lega il presidente della Camera ha tenuto nelle ultime settimane atteggiamenti discutibili che "ledono la dignità del Parlamento" e che prefigurano il suo ruolo come "incompatibile con un ordinato svolgimento dell'attività parlamentare". Inoltre non intervenire "creerebbe un precedente". Ma nella sua lettera di risposta Fini spiega che "ove si intenda promuovere un dibattito in termini generali sul ruolo e sulle funzioni del Presidente di Assemblea parlamentare nel nostro ordinamento, anche al fine di intervenire sui richiamati principi di ordine costituzionale e regolamentare, ciò può senz'altro aver luogo, attivando gli specifici strumenti previsti a tale scopo: in particolare - ha sottolineato il presidente della Camera - attraverso la presentazione di apposite iniziative di riforma costituzionale o di modifica al Regolamento, il cui esame è rimesso alle sedi competenti". In altre parole, la richiesta di un dibattito sul ruolo svolto dal Presidente della Camera, richiederebbe una modifica della Costituzione oltre che del Regolamento.

Sull'attacco di Reguzzoni sembrava perplesso perfino Cicchitto: "Riflettiamoci bene, quanto meno sarebbe meglio se aspettaste la chiusura del Parlamento". Ma i leghisti sono andati avanti da soli. A Palazzo Grazioli "l'incidente" è stato oggetto di commenti pungenti anche da parte di Berlusconi. "È chiaro - si è sfogato - che vogliono portarci a votare". La sparata del Carroccio rischia infatti di pregiudicare l'altra operazione su cui Berlusconi si sta spendendo, quella del rientro di alcuni finiani rimasti nel Fli. "È evidente - osserva un ministro del Pdl - che molti di loro sono legati a Fini da un rapporto di lealtà personale e se vedono attaccato il proprio leader sono costretti a schierarsi di nuovo con lui".

E mentre Andrea Ronchi sfida i leghisti a trovare "un solo atto che indichi una mancanza di imparzialità del presidente della Camera", Italo Bocchino replica in maniera ancora più dura, tirando in ballo il presidente del Senato Renato Schifani. Per Berlusconi, dice il capogruppo di Fli alla Camera, "non essere super partes significa piegarsi come accade al presidente del Senato. Prima di giudicare il comportamento di Gianfranco Fini, presidente della Camera, Berlusconi farebbe bene a rivedersi per decine di volte la scena isterica di Rosi Mauro, apportando una bruttissima figura alle istituzioni: quelli sono comportamenti non super partes". Affermazioni che hanno subito fatto scattare una levata di scudi da parte della maggioranza. "E' indegno da parte di Bocchino tirare in ballo impropriamente il presidente del Senato Schifani la cui imparzialità istituzionale e autonomia politica nel senso più nobile della parola è da tutti riconosciuta", ha detto il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi.

Intanto tra il premier e la Lega, che spinge per andare alle urne in primavera, c'è freddezza. Berlusconi non ha apprezzato la mossa del suo alleato Bossi, e Fini la giudica, insieme ai suoi, "una mossa soltanto demagogica". Oggi il premier ha ribadito durante la conferenza stampa di fine anno a Villa Madama, come i parlamentari di Fli abbiano "dato grande prova di lealtà verso Fini che li aveva messi in lista come amici suoi votando la sfiducia", per poi lanciare un invito: "ora che hanno consumato questo debito devono preoccuparsi della lealtà verso i loro elettori".

(23 dicembre 2010)


11 commenti:

anna ha detto...

Buon Natale e felice festività a tutta la famiglia.
Un abbraccio caloroso Luigi, non me ne voglia la Repubblica ;-)

anna

Mauro B. ha detto...

Davvero mi pare che si stia assistendo ad un parossistico gioco della roulette, coi parlamentari come giocatori incalliti che sperano di aver puntato sul numero giusto...

http://seratadichiusura.blogspot.com/

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

GRAZIE ANNA, LA REPUBBLICA NON HA ANCORA DIVORZIATO DA ME!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CARO GIOVANISSIMO AMICO, MOLTO EFFICACE IL TUO COMMENTO. GRAZIE.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SONO ANDATO NEL TUO BLOG.

Mauro B. ha detto...

Be'...giovanissimo circa...cmq ho notato il tuo incoraggiamento con grande piacere...grazie Luigi!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

DE NADA. LA FOTO DEL IO PROFILO E' DEL 1975. DUNQUE ...

Mauro B. ha detto...

1975? grande annata! Cmq ora (magari domani) farò sul blog anche io una pagina per i link, e senz'altro troverà spazio "Il giornalieri"

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

GRANDE ANNATA? MA ALLORA C'ERI! ;-)

Mauro B. ha detto...

No per esserci non c'ero...tuttavia qualcosa ho letto e sentito dunque...

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SCHERZAVO! :-)