venerdì 3 dicembre 2010

GENERAZIONE BLOCCATA


La lettera di una studentessa apre il dibattito sul futuro

Francesca ha 21 anni, vive nella periferia di Roma, è iscritta al terzo anno di Giurisprudenza. Il padre è autista di autobus, la madre operatrice ecologica, lei fa la cameriera per mantenersi gli studi. Francesca fa parte di una generazione a cui è stato “bloccato il futuro”. Ci ha scritto questa lettera, e di seguito pubblichiamo alcuni commenti arrivati sul nostro sito.

Caro direttore, sono una studentessa romana di 21 anni, iscritta al terzo anno di Giurisprudenza. Scrivo al Fatto Quotidiano perché spero che possa dar voce a una generazione ormai troppo spesso ignorata. Per farci ascoltare siamo dovuti scendere in piazza e bloccare le città. E nonostante questo ci hanno dato dei falliti e dei fannulloni. Io non sono una bambocciona, né sono fuori corso come dice il presidente del Consiglio. Io sono l’orgoglio di una famiglia che spera ancora di potermi dare una vita migliore di quella che hanno avuto loro. Noi studenti non siamo scesi in piazza solo per la riforma. Certo, quella è la punta dell’iceberg di una cultura che questo governo ha voluto imporre: sei ricco? Potrai ancora studiare. Sei povero? Meglio se fai un istituto professionale e ti cerchi un lavoro, perché l’università non te la potrai permettere . Io fino a oggi posso garantirmi gli studi grazie alla borsa di studio e al lavoro di cameriera. Se dall’anno prossimo verrà a mancarmi la prima, il secondo non mi basterà più. Sono stata e tornerò in piazza per far sentire la mia voce assieme a quella degli altri ragazzi che non solo hanno paura di non potersi laureare, ma soprattutto temono che quel foglio di carta guadagnato con immensi sacrifici non valga poi nulla nel nostro paese. Sono pronta ad andare all’estero se necessario, ma perché non possiamo sognare di restare in Italia per valorizzarla con la nostra cultura? Il rischio, restando, è una vita di sacrifici che non porti nemmeno a una pensione decorosa. Anzi, che non porti proprio alla pensione, che forse non riceveremo mai. L’applauso degli automobilisti romani bloccati nel traffico martedì, ci ha detto che non siamo soli. Anche loro sperano che i figli possano avere un futuro migliore di quello che questo governo ci sta disegnando. Ai politici la nostra cultura fa paura, preferiscono un popolo ignorante. Ma noi, questa volta, non ci fermeremo. Confidiamo in voi nel darci voce.

NON POTRÒ PIÙ STUDIARE

Cara Francesca, ti sono immensamente vicina. Anche io ho 21 anni e vengo da una famiglia modesta. Livello di scolarizzazione basso, fino a 40 anni fa lavoravano nei campi. Nonostante ciò, a una vita tranquilla in provincia col lavoretto fisso, ho scelto una strada diversa. Sono arrivata al terzo anno di lingue solo grazie alle borse di studio. Il mio progetto è di esser laureata tra un anno, ma senza borsa di studio, devo abbandonare alloggio da fuori sede, mensa, tutto. Nessuna idea di quello che sarà di me tra qualche mese. Mi chiedo ancora cos’abbiamo fatto noi ventenni per meritarci questi sputi in faccia. Sarà che non portiamo voti?

Valentina

SCUOLA SOLO PER RICCHI

Cara Francesca, ti capisco. Oggi il sistema per accedere alla borsa di studio richiede due criteri: merito e reddito. Con il ddl Gelmini scompare il parametro del reddito. L’attuale sistema prevede che i meritevoli di borsa di studio siano coloro che hanno un reddito basso e che totalizzano un determinato numero di crediti (e quindi esami) all’anno indipendentemente dai voti ottenuti. Un giusto parametro perché è evidente che se uno studente ha una situazione economica disagiata spesso deve lavorare per poter studiare. Ora cambierà: indipendentemente dal reddito, i vincitori di borsa saranno, per il 1° anno, i vincitori di un concorso nazionale, per i successivi, coloro che conseguono determinati risultati accademici. Io ho la media del 26 e rischio di non rientrare in questi parametri. È evidente che l’accesso al “livello più alto dell'istruzione” non sarà più garantito a tutti.

Monica

ALLORA SBLOCCATECI

Cosa rispondere a Francesca? Niente. Ho 36 anni, e ho sempre sentito dire della mia generazione, esattamente la stessa cosa: “Generazione Bloccata”. E infatti, bloccato io sono rimasto. Ieri, mentre tornavo a casa dall’Università ripercorrevo, in senso inverso, i miei passi, riportando a casa, il mio inutile Cv, le mie inutili pubblicazioni, il mio inutile Phd e tutto il resto, ho visto un “vostro” manifesto. Lo slogan doveva essere “Blocchiamo tutto”. Bello, ma poi mi sono detto “Ancora?” e chi altro possiamo bloccare? Sì, certo, ce ne sarebbero a “a piede libero” da bloccare ma… no, no, piuttosto, fatemi un favore, fate il contrario. Invece di bloccare, sbloccatevi, sbloccateci tutti. anzi, sbloccateci a tutti.

Dante Cruciani

IO HO PAURA

Cara Francesca, siamo tutti con te. Sono una studentessa di Lingue, al secondo anno, e ho tanta paura. Paura di aver sbagliato scelta, paura di cambiare e di perdere solo altro tempo, paura che qualsiasi scelta faccia sia inutile, e che alla fine mi ritroverò con un pugno di mosche. Scendo con gli studenti in piazza per dire basta a questo senso di disperazione e di ansia che ci prende, basta alla paura che tutti i nostri anni di studio, di sacrifici, siano inutili. Voglio tornare ad essere orgogliosa di ciò che faccio.

Denise

URLARE NON SERVE

Io credo che Francesca, come tutti gli studenti volenterosi debbano pensare a studiare con volontà, orgoglio, laurearsi con una bella media e poi piano piano i migliori riusciranno a inserirsi. La laurea in giurisprudenza lascia molte opportunità di carriera. Andare in piazza a urlare contro la riforma Gelmini non serve a niente, anzi serve a far perdere tempo prezioso da dedicare allo studio. Da quanto scrive capisco che non conosce la riforma e parla per frasi fatte. Purtroppo la disoccupazione c’è in Italia come in Europa e nulla ha a che fare con la riforma dell’Università.

Germano

I GENITORI VI APPOGGIANO

Cara Francesca, sono mamma di una ragazza della tua età. Sai qual è la rabbia che mi pervade da molto tempo: che a Voi giovani hanno tolto la speranza. Scusateci. Vi stiamo lasciando un Paese allo sfascio. Dovete, dobbiamo combattere, sento che sta maturando una coscienza nuova. Forza! Siamo con voi.

Anna59

PEGGIO NON PUÒ ANDARE

Cara Francesca, solo voi potete essere gli artefici del vostro futuro, non mollate unitevi tutti senza distinzione di colori. Voi avete il “Nulla”, questo nulla può essere una forza straordinaria domandatevi: “Se non proviamo a cambiare, cosa ci perdiamo ?”. La risposta è Niente, quindi male che vada non andrà peggio. Qualcuno diceva che piu buio di mezzanotte non può venire, cercate le prime luci di un nuovo mattino e chiamatelo futuro speranza. Abbiamo bisogno di voi, di voi giovani.

Catilina01

CORRERE ALL’ESTERO

Realismo Signorina! Se è brava, via, immediatamente. Cordialmente

Umbe

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