«Il mio non è un attacco personale a Di Pietro e neanche una corsa alla leadership del partito: tuttavia la questione morale all'interno dell'Idv rimane ed è pesante come un macigno. Anche perché, è amaro dirlo, sono tre dei nostri deputati, eletti con una lista più antiberlusconiana che non si può, a tenere in vita il governo... È davvero sconcertante doverlo ammettere».
La sera di Santo Stefano, l'eurodeputato dipietrista Luigi De Magistris è andato a teatro per cercare di distrarsi. E forse anche per provare a dimenticare i tradimenti dei suoi ex compagni di partito - Amedeo Porfidia, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi - e, a questo punto, anche per «digerire» la dura replica del leader del partito Antonio Di Pietro. Infatti l'ex pm di Mani pulite, sul suo blog personale, ha strapazzato chi, come l'ex magistrato De Magistris, continua a sollevare la questione morale anche all'interno dell'Idv.
«A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato», ha detto Di Pietro su chi dissente nel partito. Ma De Magistris - che per rispondere deve attendere l'intervallo tra il primo e il secondo atto dello spettacolo teatrale - per ora non cerca lo scontro frontale: «Non credo che l'amico Antonio si riferisca a me; lui è saldo nella sua posizione e non deve temere assalti alla leadership del partito. Però la questione morale c'è e riguarda la credibilità della classe dirigente dell'Idv».
Di Pietro ha parlato dopo la pubblicazione su «Micromega», diretta Paolo Flores D'Arcais, di un sondaggio sulla questione morale all'interno dell'Idv. Un'iniziativa che segue una durissima lettera firmata, oltre che da De Magistris, anche da Sonia Alfano e Giulio Cavalli, in cui si mette in discussione la gestione personalistica del partito sottolineando pure la «spinosa e scottante questione morale, che va affrontata con urgenza prima che la stessa travolga il partito». Di Pietro, dunque, non ha gradito e già nel giorno di Natale è passato al contrattacco: «Sulla questione morale non v'è dubbio che un partito che nasce dal nulla, un fiore spontaneo, ogni tanto si trova a vedere nel proprio campo qualche erbaccia cattiva. Il nostro compito, quindi, è quello di rimuovere le erbacce e far ricrescere l'erba buona». Per farlo, insiste Di Pietro, «ci vuole tempo, perseveranza, costanza, umiltà, determinazione, partecipazione: la critica soltanto, senza apporto costruttivo, è critica fine a se stessa. Però noi la critica la dobbiamo ascoltare».
Eppure De Magistris - che deve la sua notorietà anche alle inchieste «Poseidone» e «Why not», condotte a Catanzaro, e al successivo processo disciplinare davanti al Csm che lo spogliò delle funzioni requirenti, determinandone il trasferimento coatto al tribunale di Napoli - ricorda di avere accettato la proposta di Di Pietro di candidarsi alle Europee del 2009 proprio per portare un vento di moralizzazione nella classe politica, compresa quella del centrosinistra.
Così De Magistris - dopo lo spettacolo offerto dall'onorevole Razzi, che a settembre al congresso di Vasto giurava di voler rimanere fedele a Di Pietro, e di recente da Porfidia e da Scilipoti - ora dice chiaro e tondo di non essere soddisfatto di come il vertice del partito seleziona (o magari non sceglie) il personale politico: «Senza rese di conti e senza pubbliche faide - scrivono i dissenzienti dell'Idv - crediamo che mai come adesso il presidente Di Pietro debba reagire duramente e con fermezza alla deriva verso cui questo partito sta andando per colpa di alcuni. Le ultime vergogne, come definire il caso Razzi-Scilipoti, sono solo la punta di un iceberg...».
Di Pietro, dunque, non ha lasciato passare Natale per correre a tranquillizzare gli elettori dell'Idv con un video intitolato «Carta canta»: «Voglio rassicurare tutti sul fatto che c'è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente, del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio... Voglio tranquillizzare tutti sul fatto che, piano piano, l'acqua sta diventando pulita e più l'acqua diventa limpida, più dobbiamo essere orgogliosi dell'Idv». Poi, però, con quell'accusa diretta a De Magistris («A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato») Di Pietro ha implicitamente ammesso che nell'Idv una questione leadership potrebbe esplodere. Da un momento all'altro.
Dino Martirano
27 dicembre 2010
1 commento:
CHE GRANDISSIMA CAROGNA STO' DE MAGISTRIS! DI PIETRO AVREBBE DOVUTO FARLO AFFONDARE NELL'ANONIMATO DI UN INCARICO OPACO NELLA MAGISTRATURA NAPOLETANA.
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