di Marco Travaglio
Avete presenti le decine di pagine che ogni giorno i quotidiani dedicano ai retroscena veri o presunti della crisi, descrivendo le massime cariche dello Stato e i leader dei partiti preoccupati di garantire la governabilità in un momento di crisi mondiale che richiede stabilità per evitare le speculazioni sulla finanza italiana che potrebbero portare a una deriva di tipo greco o irlandese, ragion per cui si impone il massimo senso di responsabilità da parte di tutti per scongiurare uno scontro elettorale che avrebbe conseguenze drammatiche per il bene del Paese che necessita di larghe intese col grande centro in vista delle ineludibili grandi riforme finanziarie, fiscali, federali, scolastiche, giudiziarie, occupazionali, produttive senza dimenticare il rilancio del Mezzogiorno ma anche l’ormai imprescindibile questione settentrionale eccetera?
Bene, potete prenderle in blocco e cestinarle.
L’unica preoccupazione che angustia il signor B., tanto per cambiare, è la sua personale impunità, che potrebbe venir meno il 14 dicembre se
Secondo i retroscenisti di Repubblica, pur di non farsi processare, l’ometto sarebbe disposto a rimpicciolirsi vieppiù, dando il via libera a un altro premier, purchè gli faccia fare il ministro. Così conserverebbe il legittimo impedimento, semprechè – si capisce –
Quanto al ministero da riservare a B., il pensiero corre automaticamente alla Giustizia: lui in via Arenula potrebbe infrangere tutti i record, col risultato di dare all’Italia un ministro della Giustizia ancor peggiore degli ultimi peggiori, da Castelli a Mastella ad Al Fano, senza contare che un Guardasigilli imputato per corruzione e frode fiscale non poteva immaginarlo nemmeno il più fertile sceneggiatore di film horror.
Ma si porrebbe subito una questione di equilibrio: può un super-ego come il suo accettare di fare solo il ministro di un governo Al Fano?
Dargli anche gli Esteri sarebbe un déjà-vu, visto che ne ha già avuto l’interim quando si dimise Ruggiero e ha continuato ad averlo da quando arrivò Frattini Dry a sua insaputa (gli americani lo considerano un fattorino del portavoce di Putin).
L’ideale sarebbe B. ministro unico di Tutto Di Più, che cambia casacca ogni mezz’ora, come Arturo Brachetti. Così, fra l’altro, non avrebbe difficoltà a giustificare di udienza in udienza i suoi legittimi impedimenti in tribunale, anche se
Il supermegainterim comprenderebbe, oltre a Esteri e Giustizia, almeno gli Interni (così B. potrà arrestare qualche vecchio amico latitante), l’Economia (peraltro fallita), i Rapporti col Parlamento (peraltro chiuso),
Si potrebbe prevedere un’eccezione per un paio di dicasteri, da affidare a tecnici di provata esperienza:
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