La Südtiroler Volkspartei ha mantenuto la promessa e i deputati Karl Zeller e Siegfried Brugger sono già passati all'incasso dal ministro Raffaele Fitto
La Südtiroler Volkspartei ha mantenuto la promessa, non ha votato la sfiducia a Berlusconi e i deputati Karl Zeller e Siegfried Brugger sono già passati all’incasso dal ministro Raffaele Fitto, incontrato già nel pomeriggio di ieri, come scrive il quotidiano in lingua tedesca Dolomiten, autorevole soprattutto in materia di Svp. Nell’incontro si è discusso di gestione del Parco dello Stelvio, uno degli argomenti più pesanti sul piatto della bilancia, ma anche dell’abolizione del controllo preventivo da parte della Corte dei conti, la stabilizzazione del personale di polizia (secondo la Svp chi viene assunto nel contingente bilingue non deve più essere trasferito), l’introduzione dell’obbligo di un esame di terminologia giuridica tedesca da parte degli uditori giudiziari e la possibilità per chi si iscrive a un concorso di presentare la dichiarazione etnica anche se si tratta di cittadini italiani non residenti o comunitari. Insomma, richieste pesanti.
Berlusconi alla vigilia della votazione alla Camera non ha avuto difficoltà ad assumersi l’impegno di esaudire le pretese della Svp, come anticipato dal Fatto Quotidiano (leggi l’articolo). Per rendere più credibile la sua disponibilità il premier ha inviato come garante il ministro degli esteri Franco Frattini, maestro di sci già eletto in Alto Adige nel 1996 nel collegio Bolzano-Laives, e abile negoziatore, nonché uomo di cui Luis Durnwalder, presidente della provincia di Bolzano da 22 anni e capo indiscusso della Svp, si fida.
Così, dopo anni di guerre, dovute soprattutto alle posizioni di Giulio Tremonti, che da tempo desidera chiudere i rubinetti milionari alle province autonome di Trento e Bolzano, il partito di lingua tedesca altoatesino è pronto a fare carte false per questo governo. Tenerlo in piedi dopo che mai, dal 1994 a oggi, aveva votato a favore di Berlusconi, anche su norme legate al federalismo fiscale (parliamo di settembre, non di un secolo fa) è un passo a dir poco decisivo.
I verdi altoatesini, partito che è cresciuto tra le mani di un intellettuale del calibro di Alx Langer, non perdonano alla Svp la svolta berlusconiana. Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss – consiglieri provinciali – e i coportavoci Brigitte Foppa e Sepp Kusstatscher accusano il Pd di non spiegare che il governo Berlusconi si è salvato per pochi voti e tra questi c’è anche l’aiutino garantito dalla Svp con le sue astensioni che stavolta, con una maggioranza sul filo di lana, sono state molto di più di una semplice neutralità. “I parlamentari Svp hanno contribuito da giorni ad alimentare l’impressione che, tra pentimenti e scelte pilatesche, il premier se la potesse cavare. Non a caso, nella sua prima intervista, il ministro Maurizio Gasparri ha ringraziato per prima cosa la Svp citando il suo non voto come segno di sostegno al governo. Col suo voto salva-Silvio la Svp ringrazia il governo della comprensione sulla toponomastica, dello smembramento del parco dello Stelvio e di altre piccole concessioni. Un voto di scambio che conferma il cinico egoismo che caratterizza il rapporto tra Svp e Roma: Alto Adige prima di tutto, patto anche col diavolo pur di ottenere piccoli e grandi favori. Come se tutto il mondo non esistesse: come se non esistesse una Europa che considera il premier italiano uno dei più pericolosi e imbarazzanti uomini politici dei nostri tempi”.
La questione centrale, secondo le opposizioni, è quella del parco dello Stelvio, diviso territorialmente tra Bolzano, Trento e la Lombardia. Secondo il Wwf nel parco, frazionato per competenze come lo vuole la Svp, aumenterebbero i pericoli per il paesaggio, il consumo di suolo, l’attività venatoria. Insomma, più cemento, più centrali idroelettriche, più cacciatori. “Una vittoria del partito degli affari, con buona pace dell’oasi naturalistica. E questo perché gli enti locali incontrerebbero maggiori difficoltà a respingere le pressioni delle lobby economiche attive nei rispettivi territori”.
Ora l’interrogativo è uno solo: Berlusconi ha fatto promesse a caccia di voti o sarà disposto a concedere a Bolzano tutto quello che la Svp ha chiesto? La risposta probabilmente arriverà già dai prossimi giorni. Sicuramente Durnwalder, cresciuto politicamente all’ombra di Silvius Magnago, l’autore dell’autonomia, non è tipo da farsi imbabolare dalle promesse. Più facile che prima del voto si sia fatto mettere gli impegni nero su bianco. Non è un caso se da quasi 22 anni l’Alto Adige e l’Svp sono suo regno incontrastato.
di Emiliano Liuzzi
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