A Roma l'africana Shandurai si mantiene agli studi facendo la cameriera in casa di Mr. Kinski, pianista inglese. Per comprare la liberazione del marito di Shandurai, in carcere per ragioni politiche, Kinski vende i propri preziosi oggetti antichi, pianoforte compreso. Conquistata dalla sua generosa dedizione, la giovane contraccambia. 4° film d'amore di Bertolucci. Impregnato di musica (Alessio Vlad), è un film, tratto dal racconto The Siege dell'inglese James Lasdun, che inizialmente doveva essere diretto da Clare Peploe, moglie del regista. Il suo contributo è determinante in sede di sceneggiatura, ma anche nelle fasi successive per la riflessione sui limiti dell'arte e per la sua componente femminile (e femminista).
Procede per opposizioni: Africa/Europa, povertà/agiatezza, vitalità/nevrosi, cantilena africana/pianismo europeo, cinema classico/moderno, leggerezza/intensità.
Coinvolgente sul piano sonoro, specialmente nella 2ª parte, è geniale su quello spaziale e scenografico. Alla verticalità dei rapporti tra i due protagonisti nella fatiscente casa liberty (il portavivande, le scale) corrisponde lo sviluppo concentrico a spirale (la tromba delle scale, il vulcano all'inizio). C'è anche l'opposizione tra l'interno (la casa in vicolo del Bottino a Trinità dei Monti) e l'esterno (una Roma africana e monumentale, calata in una luce calda). Qualche inconveniente nel disegno delle psicologie dei personaggi e in certi stilemi di scrittura (il ralenti): sono peccati veniali in un film libero e giovane, ricco di malia, invenzioni registiche, sequenze bellissime: l'aspirapolvere di Shandurai mentre Mr. Kinski compone, il concerto privato per i bambini. Nella colonna musicale Bach, Beethoven, Chopin, Coltrane, Cooder, Grey, Mozart, Scriabin. Fotografia di Fabio Cianchetti, montaggio di Jacopo Quadri. Un film giovane anche nei collaboratori. 3 Globi d'oro 1999 (stampa estera): film, regia, musica (A. Vlad).
Il finale del film è aperto, si resta sospesi tra il ritorno di Shandurai col marito e la nascita dell'amore con mr. Kinski, ma forse non conta il sogno di una notte.
4 commenti:
UN AUTENTICO GIOIELLO DI BERNARDO BERTOLUCCI, CHE FORSE NEMMENO GLI APPASSIONATI DI CINEMA CONOSCONO A FONDO E IL PUBBLICO CINEMATOGRAFICO ANCOR MENO.
OCCORRE MOLTA SENSIBILITA' PER CAPIRE CHE CI TROVA DI FRONTE AD UNA GEMMA DI RARA BELLEZZA.
IL RITMO LENTO DEL FILM E L'APPARENTE MANCANZA DI MOTIVI DELLA SPOLIAZIONE DELLE OPERE DI VALORE, PER FINIRE AD UNO SPLENDIDO STEINWAY A CODA POSSONO TRARRE IN INGANNO. A ME E' ACCADUTO. SOLO DOPO LA SECONDA, RECENTE VISIONE DEL FILM NE HO POTUTO ASSAPORARE I CONTENUTI, SOTTOLINEATI DA UNA SPLENDIDA COLONNA MUSICALE. DA NON PERDERE.
ok, farò di tutto per vederlo.
Grazie del suggerimento :)
NON TE NE PENTIRAI.
SE VI SONO PROBLEMI A REPERIRLO, TE LO POSSO INVARE IO, TRAMITE POSTA ELETTRONICA: CHE NE DICI?.
Posta un commento