lunedì 20 dicembre 2010

Scontri Roma: “Sono io ad aver colpito il quindicenne con il casco”


Si chiama Manuel De Santis e ha vent’anni il ragazzo autore della selvaggia aggressione a Cristiano, il quindicenne colpito con un casco alla testa che dal 14 dicembre scorso è ricoverato all’ospedale San Giovanni di Roma, per una frattura nasale scomposta. Contrariamente alla notizia diffusa questa mattina, De Santis non si è presentato agli investigatori ma è in attesa di essere convocato. Per il momento non intende rilasciare dichiarazioni sul perché del suo gesto e lo spiegherà, probabilmente in giornata, al magistrato che indaga sui fatti del 14 dicembre scorso a Roma. Sul ferimento di Cristiano dopo l’esposto presentato dai suoi familiari, la Procura ha aperto un fascicolo autonomo rispetto alla più ampia indagine sugli incidenti. Tommaso Mancini, uno dei legali a cui la famiglia di De Santis si è rivolta, spiega al Corriere della Sera che l’aggressore è “un cane sciolto e voleva semplicemente che il corteo non subisse rallentamenti, per portare così la protesta davanti al Senato”. Secondo il Corriere, il ragazzo è di sinistra ma non frequenta gruppi politici o centri sociali. Il legale aggiunge che il ragazzo ora è pentito: “Aveva iniziato con degli spintoni poi ha perso la testa. Ora è decisamente pentito. Nessuno l’aveva cercato, nessuno l’aveva identificato ma lui stesso, di sua iniziativa, ha deciso sabato scorso di autodenunciarsi”.

La famiglia di De Santis ha rilasciato, attraverso gli avvocati, un comunicato: “Adempiendo ad un dovere morale ed al fine di appagare le giuste richieste della famiglia di Cristiano, ferito durante la manifestazione del 14 dicembre, il ventenne Manuel De Santis ha presentato sabato scorso alla Procura della Repubblica di Roma a mezzo dei suoi avvocati, una dichiarazione nella quale si assumeva la responsabilità dell’accaduto. I genitori di Manuel e lo stesso ragazzo, partecipi della preoccupazione della famiglia di Cristiano, chiedono di potersi incontrare privatamente con gli stessi”.

Sabato pomeriggio, l’assemblea degli studenti delle scuole in agitazione di Roma e quella degli universitari della Sapienza in un comunicato hanno giudicato il gesto “ingiustificabile, gravissimo ed estraneo alle pratiche condivise dal movimento studentesco ma soprattutto un atto che suscita rabbia, disgusto ed indignazione”. I giovani hanno espresso la loro solidarietà a Cristiano e hanno ribadito il loro rifiuto di “ogni tentativo di strumentalizzare questo episodio per creare divisioni interne al movimento”.

I genitori di Cristiano hanno aperto una pagina Facebook con la foto dell’aggressore. Il quindicenne dell’episodio non ricorda quasi niente: solo di essere caduto a terra, di esser stato soccorso da alcuni studenti di medicina che erano vicino a lui e quindi trasportato in ambulanza verso l’ospedale più vicino. Dentro l’ambulanza, assieme al giovane, c’era un altro ferito: uno studente di Pisa colpito da un candelotto di gas lacrimogeno in un occhio. Ma di lui, per ora, non si hanno notizie.

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