venerdì 7 gennaio 2011

Allarme diossina in Germania: il governo chiude 4700 aziende


Lo scandalo delle uova e dei mangimi alla diossina si allarga in Germania e, dopo l’Olanda, colpisce anche il Regno Unito, dove sono stati esportati - secondo quanto ha annunciato ieri la Commissione europea - prodotti alimentari contenenti tracce di questa sostanza.

In Germania, il numero delle regioni colpite è passato da otto a 10 su 16: alla lista si sono aggiunte l’Assia e il Baden-Wuerttemberg, ma il caso non è particolarmente allarmante, ha tenuto a sottolineare Bruxelles, che ha parlato di un livello di contaminazione «relativamente basso». Il governo della Merkel ha tuttavia disposto la chiusura di oltre 4.700 tra fattorie e aziende agroalimentari, in maggior parte in Bassa Sassonia. I provvedimenti sono stati presi in via cautelativa.

Delle 4.709 fattorie e aziende interessate, 4.468 sono in Bassa Sassonia, la cui capitale è Hannover, ha precisato il ministero dell'Agricoltura, fornendo un bilancio delle misure prese dai diversi Lander (regioni) implicati nello scandalo. A essere coinvolti sono soprattutto gli allevamenti di maiali. Gli scorsi novembre e dicembre sono stati consegnate in Bassa Sassonia 2.500 delle 3.000 tonnellate di grassi alimentari contaminati dalla diossina, utilizzati poi in mangimi e foraggio. Nel caso dell’Assia, è emerso che 320 cuccioli di maiali allevati con il mangime contaminato sono stati consegnati a una fattoria nell’Est della regione, mentre il ministero dell’Agricoltura del Baden-Wuerttemberg ha annunciato che prodotti contaminati - in particolare carne di maiale e uova - sono stati venduti ad aziende del Land.

Da Bruxelles, il portavoce del Commissario europeo per la Salute John Dalli ha spiegato che nelle uova analizzate in Germania è stato trovato un livello di contaminazione da diossina pari a «12-16 picogrammi, ovvero 3-4 volte superiore a quanto ammesso». «Secondo il ministro della Sanità tedesco - ha proseguito il portavoce di Dalli, Frederic Vincent - sono livelli non pericolosi per la vita umana». Per avere un’idea delle dimensioni del problema, il portavoce ha ricordato che nello scandalo dei mangimi contaminati che esplose in Belgio nel maggio 1999 i livelli erano «100 volte superiori». Resta il fatto che i prodotti contaminati non sono stati esportati soltanto in Olanda, come si pensava fino a ieri. Secondo le informazioni ricevute dalla Commissione, due lotti di uova «potenzialmente contaminate» sono usciti dal Paese per essere consegnati in Olanda. Il primo, il 3 dicembre, è stato «trasformato» e a sua volta esportato nel Regno Unito. Il secondo, il 15 dicembre, è stato mescolato con altre uova e suddiviso in tre lotti, dei quali «uno è stato congelato, e degli altri due ancora non si sa la destinazione».

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