Prostituzione minorile e concussione. Sono accuse pesanti quelle ipotizzate nei confronti del premier Silvio Berlusconi dalla Procura di Milano, che lo ha iscritto nel registro degli indagati e presto chiederà per lui il giudizio immediato per la vicenda di Ruby, la giovane marocchina sua "ospite", secondo l’accusa, in diversi festini ad Arcore.
L'indagine
Il premier, che ha ricevuto un invito a comparire per il prossimo fine settimana, nega di aver mai avuto rapporti con la ragazza, mentre i suoi legali contestano la competenza territoriale milanese e parlano di elementi «inconsistenti». È la svolta clamorosa nelle indagini con al centro Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, "fuggita" dalla Sicilia e dalle varie comunità dove era stata collocata dai giudici minorili, e reclutata nella scuderia di Lele Mora, l’agente di vip, anche lui finito sotto inchiesta insieme al direttore del tg4 Emilio Fede (hanno ricevuto un avviso di garanzia).
Il ruolo della Minetti
Coinvolta anche Nicole Minetti, consigliere regionale lombardo ed ex igienista dentale di Berlusconi: come ai primi due, le si contesta di aver svolto, in concorso con altre persone, «un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni» e della minorenne marocchina. Proprio questa mattina, su disposizione dei Procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno e del pm Antonio Sangermano, la polizia ha perquisito l’abitazione e l’ufficio della Minetti e dei suoi più stretti collaboratori, così come l’appartamento dove vive Ruby con il suo attuale compagno sul lungomare genovese. E poi, ancora: la perquisizione andata a vuoto negli uffici di Giuseppe Spinelli, storico uomo di fiducia e amministratore del patrimonio del presidente del Consiglio, e gli interrogatori dell’ex meteorina Alessandra Sorcinelli e di altre ragazze sentite come testimoni in Questura per raccogliere ulteriori fonti di prova a sostegno delle ipotesi accusatorie.
"Ruby svariati weekend ad Arcore e in Sardegna"
Prove che si dovrebbero aggiungere a quelle già acquisite e indicate in modo dettagliato nel corposo avviso di convocazione, circa 400 pagine compreso il capo di imputazione, recapitato a Roma al capo del Governo e ai suoi difensori: si va dalle foto e filmati - in cui vi sarebbero scene di alcune feste in Sardegna - rintracciati nel pc di Ruby sequestrato lo scorso 28 ottobre nella comunità di Sant’Ilario dove, ancora minorenne, abitava, allo screening sui tabulati telefonici, soprattutto della giovane, e sulle celle agganciate dal telefonino, che testimoniano la sua presenza nelle residenze di Berlusconi svariate volte e che l’avrebbero localizzata ad Arcore in numerosi weekend. In particolare, l’analisi avrebbe consentito di accertare che Ruby sarebbe stata ad Arcore il week end del 25 aprile (24, 25 e 26), il primo maggio, a Pasqua e a Pasquetta. La sera del 25 aprile Berlusconi aveva ospitato il premier russo Vladimir Putin per una cena informale ad Arcore.
Le intercettaioni telefoniche
Tra le prove portate dai pm, anche i quattro interrogatori di Ruby resi agli inquirenti il 2, il 6 e il 22 luglio e il 3 agosto scorsi, e le intercettazioni delle chiamate intercorse tra coloro che hanno partecipato ai presunti festini. Si tratta, per la difesa, di elementi «inconsistenti» ma giudicati dai pm sufficienti per poter chiedere di mandare a processo, bypassando l’udienza preliminare, Berlusconi, indagato dal 21 dicembre scorso e ora "invitato" a comparire o venerdì o sabato o domenica della prossima settimana. Al premier è stato contestato di aver avuto, questa l’ipotesi, rapporti sessuali «in cambio di denaro o di altre utilità economiche» con Ruby, non ancora diciottenne, tra febbraio e maggio dell’anno scorso. E poi di aver fatto pressioni - proprio allo scopo di occultare i rapporti con Ruby - sui funzionari della Questura i quali, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, quando la giovane marocchina venne trattenuta nei loro uffici per via di un furto, ricevettero da palazzo Chigi due telefonate per ottenere il "rilascio" della ragazza, - spacciata per la nipote del presidente egiziano Mubarak - e il suo affidamento al consigliere Minetti. I difensori di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno parlato di «intrusione gravissima »nella vita privata del premier, che con la giovane mai ha avuto« rapporti sessuali, ma soltanto una conoscenza senza implicazioni di carattere intimo». Inoltre i due legali hanno contestato la competenza territoriale di Milano.
La reazione del premier
Travolto dalla bufera giudiziaria per il caso Ruby, Berlusconi si difende accusando i pm di volere «sovvertire la democrazia» e definendosi vittima di una «persecuzione politico-giudiziaria». Uno sfogo, quello del Cavaliere, affidato ad un lungo messaggio indirizzato ai Promotori della libertà. Una sorta di "arringa" in un cui il Cavaliere punta il dito contro i giudici ma contemporaneamente ricorda quanto fatto dal governo ribadendo che la maggioranza è «salda» e che si andrà avanti fino alla fine della legislatura. Berlusconi decide di intervenire direttamente sulla vicenda che per tutto il giorno tiene banco sui siti italiani e stranieri, dopo un giro di riunioni che da questa mattina si susseguono a palazzo Grazioli. Una sorta di "caminetto di guerra" a cui prendono parte i suoi collaboratori, i due legali (che arrivano a palazzo Grazioli di prima mattina per andarsene solo a sera fatta) il Guardasigilli Angelino Alfano ed i capigruppo di Camera e Senato. La linea decisa è quella di far replicare alle notizie che arrivano dalla procura di Milano solo Ghedini e Longo che per ben tre volte - quasi un record storico - inviano una nota congiunta per controbattere punto per punto le accuse mosse dai Pm milanesi. A sera però è il premier a voler dire la sua: «Si tratta dell’ennesima invenzione» è l’accusa del Cavaliere che poi con una punta di ironia definisce i pm «invidiosi per non essere stati invitati a cena» con le belle ragazze e che per questo «si sono inventati il reato di ’cena a casa del Presidente del consigliò».
"Solo una cena"
La voglia di sorridere, però, dura poco. «Non ho nulla da temere - scandisce - perché si tratta di processi assurdi». Berlusconi elenca quindi tutti i processi a cui è stato sottoposto spiegando che «sono gli stessi numeri a denunciare la persecuzione politico-giudiziaria a cui sono stato e sono sottoposto con l’evidente finalità di farmi fuori, essendo io considerato, da parte della sinistra e dei suoi giudici, un ostacolo insuperabile». La via giudiziaria su quella politica, insomma. Ma è soprattutto su quel ’nulla da temere’ che Berlusconi pigia sull’acceleratore fino a fargli dire, per la prima volta, di non vedere «l’ora di difendermi in tribunale da accuse tanto assurde». Un annuncio che però stride con la contestazione della competenza territoriale di Milano sollevato dai suoi legali. Nessun dubbio, però, sull’esito della vicenda Ruby: «Finirà nel nulla perché sul nulla si basa, ma intanto - lamenta il premier - il presidente del Consiglio e l’Italia saranno stati infangati senza che nessuno poi paghi alcunché». Non mancano poi le accuse alla tempistica scelta dagli inquirenti milanesi: «Mi aspettavo francamente che dopo la sentenza della Corte, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i Pm di Milano - attacca il capo del governo - non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno...».
sabato 15 gennaio 2011
Berlusconi indagato per il caso Ruby E la Procura chiede il rito immediato
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Speriamo anche di Benservito!
Però, quanti guai procura la smania fuori controllo di sesso, che sottolinea la povertà degli affetti e dei sentimenti, se non la mancanza. Poveraccio!
Posta un commento