venerdì 7 gennaio 2011

Bongiorno: "Giustizia maltrattata, ora il ministro cambi passo"



LIANA MILELLA
Potrebbe dire "io ve l'avevo detto". O ancora "è tempo che con Fini chiediamo più risorse". O constatare con amarezza che "nei tanti tavoli sulle leggi ad personam non ci si occupa della giustizia per i cittadini". Ma Giulia Bongiorno, la responsabile Giustizia di Fli eletta con consenso bipartisan al vertice della commissione Giustizia della Camera, va oltre. E, in aperta polemica col premier, dice: "Lui parla di complotti e giudici comunisti, anziché d'efficienza della giustizia".

Per Alfano l'allarme informatico è chiuso. L'Anm pensava già allo sciopero: preoccupazione esagerata?

"Il ministro dichiara che il problema è superato. Vedremo se la soluzione è definitiva. È impensabile tornare alla preistoria, con annotazioni su registri cartacei; anche perché manca il personale. Una delle cause della dilatazione dei tempi dei processi è che spesso, alle 14, bisogna sospendere le udienze perché mancano i fondi per gli straordinari. Senza personale e fondi per l'informatica, il rischio di paralisi è effettivo".

Il Guardasigilli butta la colpa su Tremonti che stringe troppo i cordoni della borsa. Da 85 milioni di euro nel 2008 ai 27 del 2011. Taglio giustificabile?

"Non ci si può accanire contro la giustizia. E invece la politica continua a maltrattarla, da diverse legislature. Il pensiero che si legge in filigrana è che quei tagli siano indolori. Ogni tanto sento dire: "Al massimo si lamentano i magistrati". Ed è sbagliato".

Perché?
"Dal punto di vista politico, la giustizia non ha appeal. Non ci si rende conto che giustizia, economia e sicurezza sono vasi comunicanti: moltissimi investimenti non vengono fatti in Italia proprio perché l'imprenditore non si sente tutelato in caso di inadempimenti contrattuali. E non si percepisce che la giustizia rappresenta l'altra faccia della sicurezza: se non si celebrano i processi, i delinquenti restano impuniti e le sanzioni non vengono applicate; la sanzione è un deterrente e la mancanza di sanzioni si trasforma fatalmente in incentivo a delinquere".

Fini ha spesso chiesto più risorse. Cosa rispondeva Alfano?

"Ha sempre garantito il suo impegno. È indubbio che l'attuale situazione economica non lo agevola. Altrettanto indubbio è che il problema si è manifestato da prima di questa legislatura. Tuttavia, a questo punto, mi aspetterei da lui un colpo d'ala".

Ma nei tavoli sulle leggi ad personam l'emergenza di oggi era prevista o denunciata da qualcuno?
"In quei tavoli non si parla mai della giustizia in favore dei cittadini, ma di tutt'altro".

Ora c'è solo la lotta per la successione a Berlusconi tra Alfano e Tremonti o la giustizia sta a cuore a qualcuno?

"Io ho rapporti con Alfano e non con Tremonti, non ho elementi per fare un confronto. Ma c'è un dato oggettivo: non mi sembra che fino a oggi l'efficienza della giustizia sia stata una priorità assoluta di questo governo".

Dicono all'Anm che così Berlusconi blocca comunque le toghe senza la separazione delle carriere. Sospetto lecito?

"No, perché in certi casi la giustizia riesce a essere - a prescindere dal sistema - molto efficiente. Piuttosto, il punto è che per il premier la priorità è, come spesso ripete, creare un sistema in cui i pm aspettano i giudici dietro la porta con il cappello in mano, come gli avvocati. Per me, invece, la priorità è un sistema efficiente capace di evitare le attese tout court. Se si vuole riformare la giustizia bisogna prima farla funzionare".

Dal 2008 quanto tempo si è speso dietro intercettazioni, blocca-processi, processo breve e quanto nell'efficienza?
"La vera nota dolente è questa. Sia in commissione che fuori, si è data precedenza assoluta a questi ddl: credo che un ideale cronometro avrebbe registrato ben poco tempo dedicato ai temi che interessano la collettività. E questo spiega anche perché respingo l'accusa che mi viene mossa di aver fatto da freno alle riforme. Finora ho letto decine di testi su lodi, intercettazioni e processi brevi. Se, e quando, ci sarà una vera riforma nell'interesse del cittadino, sarò la prima ad applaudire Alfano".

E il complotto giudici-comunisti paventato dal Cavaliere?

"È la dimostrazione di quanto sostenevo. Si mettono al centro del dibattito complotti e giudici comunisti, anziché l'efficienza della giustizia: con il risultato di sottrarre attenzione, tempo ed energia alle questioni concrete e pressanti che riguardano tutta la comunità".
(06 gennaio 2011)

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