MARCO TRAVAGLIO
Sia chiaro una volta per tutte: noi adoriamo Augusto Minzolingua. Purtroppo, lui non ricambia. Almeno fino a ieri, quando ha annunciato dalle colonne di un settimanale a caso –Panorama (Mondadori, Berlusconi) – che replicherà alla “Minzoparade”, la rubrica del nostro sito dedicata alle stronzate più solenni del suo tg-cabaret, nientemeno che con una nuova rubrica del Tg1 dal titolo davvero fantasioso: “Media”. Lì, informa (si fa per dire), “risponderemo a Minzoparade e attacchi vari da metà gennaio, monitorando cantonate e faziosità dei colleghi”. Ci pare giusto, e anche comprensibile: da quando è lui a dirigerlo, il Tg1 non solo è abbandonato ogni giorno da decine di migliaia di telespettatori (850 mila nel primo anno) in fuga verso un tg vero, tipo quello di La7. Ma non viene mai citato da nessuno, visto che non dà notizie, a parte quelle false. E non fa opinione, visto che l’unica opinione che ospita è la sua (non di Minzolini: di Berlusconi).
Gli unici a citare il Tg1, a parte i giudici che reintegrano i giornalisti epurati, siamo proprio noi con
Se, nei primi mesi di cura Scodinzolini, il Tg1 era tutto un proliferare di meduse, molluschi e insetti in omaggio a Vespa e ad altri esseri incapaci di posizione eretta, ultimamente lo zoo di Minzolingua ha virato decisamente verso altre specie animali: il cane pirata di Lecco, il Cercocebo (“un esemplare di scimmia rarissima nato a fine novembre nel Bioparco di Roma”), Charlie lo scimpanzè tabagista prematuramente scomparso nello zoo di Città del Capo perché non riusciva a smettere di fumare, Gunther “pastore tedesco benestante”, Henry “il superporceddu inglese che cresce a dismisura diventando un maialone” (senz’allusioni al premier, s’intende), Honey il labrador di Washington che pesca salmoni nelle acque dell’alluvione, Kalù lo scimpanzè milionario, Olimpia l’aquila igienista che tifa Lazio e fa il bagno in una vasca allestita dal presidente Lotito, Michele l’aristogatto soriano, i porci neri dei Nebrodi che “danno sapori semplici ma intensi sulla tavola delle feste” e Pascià il cane bovaro delle Fiandre che tiene in casa quattro femmine (sempre senz’allusioni). Ecco, in attesa della controrubrica di Minzolingua, mettiamo le mani avanti: noi ci sforziamo, ma non riusciremo mai a eguagliarlo. Chapeau.
Il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2010
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