di Wanda Marra
“Disegno eversivo”, “spionaggio”. E, ovviamente, “aggressione”. Puntuale nella tarda mattinata di ieri arriva l’ormai consueto messaggio di Silvio Berlusconi agli italiani. Stavolta, per veicolare la sua verità, usa una telefonata a un convegno del Pdl a Milano. Prima di tutto ribadisce la sua posizione: “Io non ci sto, non fuggo e non mi dimetto. Pensavano di piegarci, ma noi non ci pieghiamo e reagiamo all'aggressione”. Poi rilegge le vicende politiche degli ultimi anni, indicando in Gianfranco Fini l’autore di un vero e proprio “disegno eversivo”.
“Dal 2008 al 2010 Fini ha bocciato, non a caso, qualsiasi possibilità di riforma della giustizia, a partire, guarda caso, dalla legge sulle intercettazioni. Poi, sempre non a caso, è stata messa in atto la scissione di Futuro e Libertà. L’intento era quello di mettere in minoranza il nostro governo, eletto dagli italiani. Poi il disegno eversivo è fallito, con il voto alla Camera e al Senato del 14 dicembre. E allora subito è partita l’operazione giudiziaria”. Perché nella vicenda Ruby, la vittima è lui: “Sono stato sottoposto a intercettazioni e ad uno spionaggio”.
Se le dichiarazioni del premier si pongono nel solco di una strategia mediatica ormai chiara (tra l’altro, secondo un sondaggio Cfi mostrato ieri sera dalla trasmissione “In Onda” il 53,9 per cento degli intervistati pensano che Berlusconi dovrebbe dimettersi), una dichiarazione di Fabrizio Cicchitto fa pensare che le strategie allo studio degli avvocati del premier potrebbero essere ben altre. “L'ipotesi di abbassare la maggiore età è fra le questioni sul tavolo ma non è la questione più urgente”, afferma il capogruppo Pdl alla Camera. Dichiarazioni che in questo momento fanno rizzare le orecchie. “No, per favore, anche il Lodo Ruby no. Abbassare l’età della maggiore età nel pieno dello scandalo che ha travolto il premier sarebbe una vera porcata. Ci risparmino quest’ennesima legge ad personam”, afferma il vicecapogruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi. La discussione in atto, in realtà, è sull’abbassamento della maggiore età penale, ovvero quella dell’imputabilità. Ma data la situazione un lodo Ruby non è così impensabile: si tratterebbe in questo caso di abbassare l’età in cui gli atti sessuali con minori sono considerati reati (ora, se c’è pagamento, sempre, sotto i 18 anni). E in nome del principio per cui nel penale prevale la norma più favorevole all’imputato, si potrebbe ottenere anche la retroattività.
Tra l’altro, proprio questa settimana arriva in Senato per la ratifica
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