di Bruno Tinti
Ma perché il Brasile non ci consegna Battisti? Questo tizio, lo sanno anche loro, prima di vedere una grande luce e buttarsi in politica (ma quanta gente vede la luce quando gli serve proprio di non stare al buio), faceva il rapinatore; un mediocre delinquente, visto che si era fatto prendere e condannare per tre volte (‘72, ‘74 e ‘77).
Durante il soggiorno in carcere probabilmente aveva, come molti suoi colleghi, un problema di astinenza; e così era stato denunciato per violenza sessuale ai danni di un (l’assenza dell’apostrofo non è casuale) incapace (di mente): così la vittima era definita nel rapporto di denuncia.
Non si sa se qui fu più bravo come violentatore che come rapinatore o se, per una volta, era innocente; perché non risultano condanne per questo reato.
Dopo questi fatti però cominciò a darsi da fare sul serio. Ammazzò 4 persone e poi sostenne che aveva fatto bene perché due di queste, il gioielliere Torreggiani e il macellaio Sabadin, avevano ucciso un rapinatore per uno; e, siccome i rapinatori che riequilibrano il reddito sottraendo ai ricchi per dare ai proletari sono benemeriti della società, questi due dovevano essere puniti. E gli altri due, Santoro e Campagna, il primo agente di custodia e il secondo agente Digos, erano indegni di vivere perché, il primo maltrattava i detenuti e, il secondo, arrestava i rapinatori. Le giustificazioni di Battisti non sembrarono molto ragionevoli alle Corti di Assise che gli ficcarono 4 ergastoli. Però, nel frattempo, se ne era scappato in Francia.
QUANDO BATTISTI arriva in Francia, nel 1981, il presidente è François Mitterrand, ideatore di una singolare dottrina (la chiamavano proprio dottrina Mitterrand):
Perché poi gente che mette bombe ma è talmente incapace che non riesce ad ammazzare nessuno dovrebbe essere ospitata da un civile e democratico paese è difficile da capire; comunque così era. Dunque Battisti avrebbe dovuto essere subito arrestato e rispedito in Italia, visto che lui di delitti di sangue ne aveva commessi ben quattro. Invece no, viene dichiarato rifugiato politico e resta libero come un fringuello.
Come detto all’inizio, la domanda è: perché?
Qui si entra nel campo delle ipotesi; ma potremmo definirle ipotetiche certezze perché altre alternative non ce n’è: Battisti collabora con i servizi segreti francesi a cui vende tutto quello che sa sul terrorismo internazionale; lo ammetterà anche lui, raccontando di essere stato aiutato dai servizi francesi nella sua fuga verso il Brasile.
Probabilmente quello che vende è tanto, visto che in Francia ci resta dal 1981 al 2004, quando finalmente viene arrestato. Qui le cose si mettono male per lui perché Mitterrand non c’è più; c’è Chirac che sui terroristi la pensa diversamente; d’altra parte Battisti forse è terrorista, ma certo è delinquente.
Quindi
Solo che Battisti qualche credito ce l’ha e quindi, amorevolmente protetto dai servizi segreti francesi, viene paracadutato in Brasile. Che, come è noto, non ce lo vuole ridare. E qui la cosa si fa interessante.
Il presidente del Brasile adesso è la signora Dilma Rousseff che ha una storia un po’ complicata. Giovanissima entra a far parte del Colima (Comando di Liberazione Nazionale). Si dà da fare per renderlo un po’ più incisivo e partecipa agli incontri con Vanguardia Armada (che vuol dire armata; e le armi servono per ammazzare) Revolucionaria con la quale Colima dovrebbe fondersi. Poi però le va male, è arrestata e condannata a 6 anni di cui ne sconta solo 3.
Adesso, come ho detto, fa il presidente della Repubblica e, di quel periodo, dice: “Non ho voluto mai nascondere quella che sono stata e di quell’epoca non do un giudizio negativo. Non c’è nessun rapporto con quello che faccio oggi nella vita”.
Sarebbe bello se fosse così : solo che liberarsi dal sospetto che il trattamento di favore concesso a Battisti sia connesso con le sue simpatie giovanili è un po’ dura. D’altra parte il nostro sarà anche un delinquente da strapazzo; però è furbo: come altri ha fatto presto a capire che raccontare di essere perseguitato politicamente è utile per non finire in prigione per reati comuni.
RESTA LULA (che veramente si chiama Luiz da Silva, un po’ come Mario Rossi da noi). Di lui trascorsi terroristici non se ne conoscono; però Rousseff è stata definita da tutta la stampa internazionale come la sua “pupila”; e in effetti non solo tutti i commentatori gli attribuiscono il merito della elezione di costei a presidente; ma su Internet girano foto di un Lula emozionatissimo e gaudente alla festa per l’insediamento della sua amica. Che abbia inteso prendere le distanze da una ex terrorista proprio non si può dire. Magari Battisti sta simpatico pure a lui?
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