domenica 30 gennaio 2011

Lo stallone italiano


ANGELA VITALIANO

Nina Burleigh, in un articolo pubblicato dal Washington Post (uno dei tanti che la stampa straniera in questi giorni dedica alle vicende del nostro paese) si riferisce al premier Berlusconi con il “nome d’arte” usato, in maniera meno negativa, per il più famoso pugile hollywoodiano Rocky Balboa, interpretato da Sylvester Stallone.

Ciò che trovo particolarmente interessante nell’analisi della Burleigh è l’amaro resoconto che lei fa delle donne italiane e della loro “complicità” nelle vicende del neo imperatore romano d’Arcore. Scrive la giornalista “l’attitudine del presidente nei confronti delle donne è la versione ufficiale di ciò che è la norma in Italia, paese classificato al 74mo posto, su 134, nell’indice globale dell’eguaglianza di genere, stilato dal World Economic Forum del 2010. Tanto per capire la drammaticità della nostra situazione, va notato che l’Italia segue nazioni come il Kazakhstan e il Ghana. La Burleigh, citando l’esempio della signora Mara Carfagna e della squadra di veline candidate alle elezioni europee dal Pdl, sottolinea come la visione berlusconiana del genere femminile corrisponda, al 100%, con quella di colui che in America viene definito lo “sugar daddy”, che ripaga abbondantemente i piaceri offerti delle sue “favorite”.

E tanto per fare luce sull’allegra combriccola di “amici” su cui il presidente può contare per una difesa anche contro l’indifendibile, la giornalista riporta, virgolettate, le parole di un’intervista rilasciata da Vittorio Sgarbi a Radio 24 in cui il sempre pacato “critico d’arte” afferma che “
avere un appetito sessuale normale non è scioccante. Non capisco perché Berlusconi neghi questo fatto. Credo che il sesso ci faccia sentire meglio. Chi fa l’amore governa meglio. Il sesso, guarisce. Kennedy è il modello di Berlusconi. Non Obama o Clinton. Kennedy aveva una ragazza al giorno ed è stato il presidente di tutti i tempi, quasi un santo. Berlusconi rappresenta l’Italia che abbraccia il sesso
”. Senza neppure un commento a tale dichiarazione che in se stessa racchiude tutto lo scempio di chi, giullare di corte, continua a difendere il suo “signore”, la Burleigh evidenzia come in Italia sia ormai acclarata l’illusione che gli uomini di potere possano “usare” le donne a loro piacimento senza subire alcuna conseguenza.

Con il plauso dei più, aggiungerei io.

L’analisi del Washington Post mi ha colpito particolarmente perché rappresenta la condizione della donna italiana in maniera esemplare e terrificante. Non riesco a immaginare quanti anni e quali azioni ci vorranno affinché a noi donne sia consentito riacquistare la nostra dignità di genere e riconquistare un posto nel mercato del lavoro e del “potere” che sia completamente sganciato dall’apparenza fisica.

Ciò che vorrei aggiungere al pensiero della Burleigh, e che mi rende ancor più triste e preoccupata, è che Berlusconi e i suoi cortigiani hanno sicuramente amplificato una visione machista, sessista e volgare che ha raggiunto livelli intollerabili. Ma non l’hanno inventata. Esisteva prima e esisteva anche a sinistra. La mercificazione del corpo femminile è un cancro che il nostro paese non riesce a curare perché lo scambia per una medaglia al merito.

Il silenzio delle donne, molte solo ora timidamente iniziano a farsi sentire, è la prova più devastante di un sistema che trova proprio nel genere femminile la massima complicità.

Faccio un esempio piccolo. In America è proibito inserire, negli annunci di lavoro, la parola “bella presenza” o un limite d’età. Un curriculum non deve assolutamente contenere alcun riferimento all’età, alla nazionalità o allo stato civile. Un curriculum in America, per uomini e donne, deve contenere solo ed esclusivamente informazioni relative alle competenze richieste.

E che non si praticano sotto le scrivanie. Ma guardandosi in faccia. Da pari.

8 commenti:

L'angolo di raffaella ha detto...

Anni di emancipazione per la parità buttati ...buttata l'acqua insieme alla bambina... come diceva mia nonna
Sono senza parole!!!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Temo che tu abbia ragione!

L'angolo di raffaella ha detto...

Ecco la mia reazione :
http://www.angolodonna.com/2011/01/donne-in-piazza-contro-berlusconi.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sono d'accordo: UNA PRESIDENTE! Ma chi?

Unknown ha detto...

Pare che le donne abbiano un sussulto di dignità e si stiano organizzando per protestare contro 'il re nudo'.
Magari lo facessero anche qui a Como,ma dubito, ci volerei.
Cristiana

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non sempre è possibile realizzare i propri desideri. Però puoi partecipare alla raccolta di firme, mi pare di avertene inviata una o due.

Anonimo ha detto...

La donna italiana ha travisato l'emancipazione con la possibilità del POTERE.
Potere del corpo bello e giovane sui VECCHI O SUI MAIALI (in genere di genere maschile), potere sulle ALTRE (io sono figa e tu no, io mi metto il bel vestito e tu no, io ho il gioiello la macchina la casa e tu no...ecc.).

LE ALTRE (quelle non belle) CERCANO SPESSO DI IMITARE questo tragico e maleodorante cliqué e così la chirurgia plastica è di altissimo livello nel nostro Paese, dove si spende per la cura del corpo (esageratamente corpo) molto di più che per la SALUTE (fatto distaccato, eppure i Romani insegnavano) o, non sia mai, per la MENTE.

Io sono stata molto bella nei miei 20/30, avrei potuto sposare ricconi anche gradevoli, ma avevo il difetto di CREDERE ALL'AMORE.

E ho fatto bene, perchè l'AMORE, l'ho trovato a oltre 40 anni.

Poi svolgendo una professione "maschile" in mezzo ai politici, potevo avere corsie preferenziali per arrivare PRIMA E SENZA MERITO.

Mai fatto nulla, addirittura non parlavo delle mie idee politiche perchè se servo lo Stato, devo SOLO fare il SERVITORE.

Ho subito MOBBING, ingiurie, E STAVO COMUNQUE PER ARRIVARE A FARE UN'OTTIMA CARRIERA.

MA.

Non ho più voluto. Sarebbe stato rimanere in mezzo a chi mi aveva mobbizzato e ingiuriato, poi avevo l'AMORE e quindi chissenefrega...

HO RICOMINCIATO DACCAPO, BEN OLTRE I 40, e siccome sono abbastanza capace e corretta è ADDIRITTURA possibile che riesca a fare carriera.

Però deve sparire la RACCOMANDAZIONE e il BERLUSCONISMO.

In ogni caso avrò l'AMORE.

Luigi, sei paziente con me, grazie.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Tralasciando la definizione giudica del ‘potere’ non v’è dubbio che chi lo intende nel senso comune corre il rischio, talvolta voluto, di abusare del proprio ‘potere giuridico’.
La confusione a cui accenni tu Daniela, è, anzi è stata indubbiamente pericolosa fuorviante.
Quando si intende il potere come esercizio legittimo di una potestà, cui corrisponde un diritto-dovere di farlo, allora l’errore è singolo non di una categoria o non di una fascia di età.
Premesso che io non ho mai inteso il mio lavoro intermini di ‘carriera’ (carriera si può fare in altri gangli della Pubblica Amministrazione e nel lavoro dipendente privato), ho conosciuto anch’io il ‘mobbing’ quando ancora non venia chiamata così ma semplicemente abuso del potere di cui si dispone (anche non ragiona in termini di carriera dispone di una fetta limitata di potere nell’ambito del proprio lavoro) e accadeva e accade in coloro che dispongono di molto potere, politico, economico e di insufficienti se non totalmente assenti freni inibitori.
Il danno che si subisce è enorme e chi lo causa la fa sempre o quasi franca.
Sono d’accordo con te, tutti questi corpi massimamente femminili levigati e modellati anche dalla mano del chirurgo estetico, sono INSIPIDI.
Immagina un po’ che solo i maiali (e le maialesse, poche) dotati di potere possono sbavare di fronte all’altro sesso esibito senza ritegno.
La restante parte del tuo commento presupporrebbe domande troppo dirette, che evito.
Io paziente? Sto diventando vecchio! ;-)