giovedì 13 gennaio 2011

Più uguale degli altri? Oggi la Consulta decide sullo scudo per Berlusconi e governo


ANTONELLA MASCALI

Dopo pressioni e interferenze, oggi pomeriggio la Corte costituzionale si pronuncia sul legittimo impedimento. Nuovo show del premier contro i magistrati: "Patologia del nostro sistema"

L’ultimo attacco ai giudici di Silvio Berlusconi e la sua ostentata indifferenza verso il destino del legittimo impedimento, raccontano meglio di qualsiasi indiscrezione che brutta aria tiri per il presidente del Consiglio a Palazzo della Consulta, dove è attesa nel pomeriggio la sentenza sulla legge a favore di premier e ministri.

A Berlino per incontrare la cancelliera Angela Merkel, questa volta il Cavaliere invece di farle “Cucù”, le racconta a modo suo come sono i giudici in Italia: “Spiegherò agli italiani di cosa si tratta e verrà fuori quella che è la patologia per la nostra democrazia, di cui ho parlato anche con la Merkel. Mi riferisco cioè alla presenza di un ordine giudiziario che si è trasformato in un potere giudiziario, esorbitando dal suo alveo costituzionale. Quindi, nessun pericolo per la stabilità del governo”. Insomma, il presidente del Consiglio mette le mani avanti perché ha capito che o in un modo “drastico” (bocciatura integrale) o in un modo più o meno “soft” (bocciatura parziale o interpretativa di rigetto), la legge non passerà indenne all’esame della Consulta. L’ultimo bollettino delle voci di corridoio danno un verdetto contro la legge per 8 a 7 o per 9 a 7. Da questa consapevolezza scaturisce la grave accusa di Berlusconi ai membri della Corte e alla magistratura di essere andati loro (sic!) contro la Costituzione. Una cosa vera però la dice: “Io la legge sul legittimo impedimento non l’ho mai richiesta. È un’iniziativa portata avanti dai gruppi parlamentari”.

In effetti avrebbe voluto il “processo breve” che avrebbe segnato il de profundis per i suoi procedimenti e per altri 100 mila. Come ogni volta che la furia lo pervade, Berlusconi tira in ballo la sua famiglia: “Sono totalmente indifferente al fatto che possa esserci o meno un fermo di processi che considero ridicoli e inesistenti, come ho giurato sui miei figli e sui miei nipoti”. Uno di quei processi “ridicoli” riguarda la corruzione dell’avvocato David Mills per falsa testimonianza. Solo il lodo Alfano gli ha evitato la sentenza insieme al suo ex co-imputato Mills, condannato in primo grado e in appello per aver intascato 600 mila dollari “nell’interesse di Silvio Berlusconi”, se l’è cavata in Cassazione (che ha confermato il merito delle sentenze) solo grazie alla prescrizione.

Ma le dichiarazioni berlusconiane sono di facciata. L’altroieri in una riunione riservata con il suo avvocato-deputato, Ghedini e con il ministro Alfano ha prospettato un ddl che neutralizzi l’eventuale bocciatura del legittimo impedimento.

Il verdetto è atteso per il pomeriggio. I 15 giudici alle 9.30 si riuniranno in camera di consiglio. A parlare per primo sarà il relatore Sabino Cassese che dirà la sua opinione e quindi la sua proposta di sentenza. Non a favore del Cavaliere, come si è capito dalle domande poste in udienza pubblica alla difesa Berlusconi, sul potere del giudice nel sindacare sul legittimo impedimento . Dopo l’intervento di Cassese, comincerà il cosiddetto “giro di tavolo”. Ciascun giudice esprime il suo pensiero sulla legge, a cominciare dal più giovane di Corte. In questo caso Giorgio Lattanzi, eletto dalla Cassazione a dicembre. È probabile che ci sarà un secondo giro prima del voto sulle proposte emerse e sintetizzate dal presidente Ugo De Siervo.

La sentenza è stata preceduta da settimane di forti pressioni, tanto da far dire a De Siervo: “Se continuerà questo clima esasperato, qualche eco arriverà in Corte, che vive nelle istituzioni”. Parole pronunciate nel giorno della sua sofferta nomina a presidente, il 10 dicembre scorso. E avvenuta con un solo voto di scarto. Eppure, fino a qualche giorno prima era data per automatica, secondo la prassi consolidata dell’anzianità di carica. Invece ci sono volute tre votazioni perché De Siervo (nominato dal Parlamento su indicazione del centrosinistra) fosse eletto. Il suo contendente, Alfonso Quaranta, ha avuto sette preferenze, contro le otto del neopresidente.

Insomma alla Corte c’è stato un tentativo di togliere la presidenza a un giudice “comunista”, secondo il Berlusconi pensiero, per darla a un giudice molto stimato dal centrodestra. Quaranta, ex capo di gabinetto del ministro pluri-inquisito Remo Gaspari e con un figlio, Alessio, nominato all’Enac a giugno 2009 dalla Presidenza del Consiglio. L’elezione al cardiopalma di De Siervo fu anche il giorno della real politik. La Corte costituzionale decise di rinviare a gennaio discussione e sentenza sul legittimo impedimento, allora prevista per il 14 dicembre (diventato poi il B-day alla Camera), per non “disturbare” l’inquilino di Palazzo Chigi. Senza scudo B. tornerebbe ad essere un imputato contumace. Quello che vorrebbe il Popolo Viola, che dalle 15 di oggi sarà in presidio sotto la Consulta.

Da Il Fatto Quotidiano del 13 gennaio 2011

4 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

La sentenza della Corte Costituzionale è caricata di valenza politica immediata, che non ha. Invece, è fondamentale la riaffermazione del principio di uguaglianza del cittadino di fonte alla legge, gravemente compromesso dai numerosi attacchi (due per l’esattezza) fino ad ora rintuzzati.
Ora questa compromissione del principio suddetto non in assoluto, ma a tempo. Infatti, la legge ordinaria sul legittimo impedimento comunque scadrebbe ad ottobre di quest’anno.
Scarse mi sembrano le possibilità che il ricorso venga bocciato ma la grave incertezza che regna dell’ambito del ‘giudice delle leggi’ sembra dimostrato dal fatto che ieri la Corte stessa ha ammesso il referendum abrogativo della legge relativa, anche se questa decisione potrebbe essere letta nel senso di sgombrare il campo dalla incertezze e dalle faziosità (almeno due giudici costituzionali sembrano essere faziosi per le dichiarazioni pubbliche e la partecipazione ostentata a cene) e non necessariamente come presagio di bocciatura del ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Milano.
Infatti, se il referendum si dovesse veramente tenere (entro tre mesi da ieri) allora si risolverebbe in un referendum sulla persona di Silvio Berlusconi, il quale sa, sondaggi (i suoi) alla mano, che non ha il centro-destra più la maggioranza nella pubblica opinione (39,5%), sorpassato dal centro sinistra(41,5%). Ecco perché Silvio ha paura.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Aggiungo che se la legge sul legittimo impedimento dovesse essere dichiarata incostituzionale, non intimidisce più di tanto Berlusconi, il quale sa che per i processi in essere (sono tre), sospesi, si dovrà ricominciare tutto daccapo, primo, secondo grado a Cassazione, in quanto i collegi giudicanti sono stati modificati e i giudici sono diversi da quelli che li hanno iniziati. Ciò ne comporterà la sicura prescrizione.
Sono quelli in gestazione, ve ne sono altri, che invece lo preoccupano, e non poco.

il Mandi ha detto...

in un paese civile, non si dovrebbe neppure porsi il quesito se legittimo o no, in un paese civile ad un tizio come il porconano non sarebbe mai stato permesso di entrare in politica!
in carcere si, in politica MAI!

buondì, Luigi!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ESATTO! CIAO MANDI.