LUCIA ANNUNZIATA
Ricordatevi questi nomi: Ann Kirkpatrick (Arizona), Harry E. Mitchell (Arizona), Gabrielle Giffords (Arizona), John Salazar (Colorado), Betsy Markey (Colorado), Allen Boyd (Florida), Suzanne M. Kosmas (Florida), Baron P. Hill (Indiana), Earl Pomeroy (Alabama), Charlie Wilson (Ohio), John Boccieri (Ohio), Kathy Dahlkemper (Pennsylvania), Christopher Carney (Pennsylvania), John M. Spratt, Jr. (South Carolina), Tom Perriello (Virginia), Alan B. Mollohan (West Virginia), and Nick J. Rahall II (West Virginia).
E’ la «Target List», la lista di obiettivi, pubblicata il 23 marzo dello scorso anno, il 2010, da Sarah Palin. Diciassette uomini e donne del Congresso Usa, sedici democratici e un repubblicano, indicati per la loro attività a favore della riforma della assistenza medica. Ieri sera il nome numero tre della lista, Gabrielle Giffords, dell’Arizona, è stata colpita al volto da un colpo di pistola da un attentatore di 22 anni mentre parlava a un incontro con i suoi elettori.
Chi sia esattamente l’attentatore, e quali siano le sue motivazioni, non si sa ancora. Ma che qualcuno abbia messo mano alle armi possiamo dire da subito che non è un avvenimento inatteso. Era infatti solo questione di tempo: dopo tanti inviti alla rivolta carichi di metafore da fuoco («hit», «reload»), un proiettile doveva prima o poi partire, ed è partito.
Ovviamente, in questo come in tutti gli altri casi di violenza, la responsabilità rimane individuale, ma alle spalle di questo attentato non è difficile intravedere le ombre dei «cattivi maestri» . E Sarah Palin, dopo aver colto molti vantaggi dal suo essere diventata la musa di un movimento rancoroso nonché orgoglioso di questo suo rancore, violento nonché orgoglioso della sua riscoperta della violenza, è oggi la naturale destinataria di ogni critica allo spregiudicato gioco di radicalizzazione acceso in Usa dal Tea Party e dal nuovo populismo conservatore. La stessa Palin sembra aver immediatamente realizzato la sua esposizione, dal momento che è stata il primo politico ad esprimere il suo cordoglio, prendendo le distanze dalla «tragica sparatoria» e offrendo le sue preghiere.
Nel frattempo, giusto per stare sul sicuro, la «lista degli obiettivi» è stata tolta da ogni sito che fa capo alla Palin. E’ possibile invece ritrovare in giro un altro capolavoro della incisiva creatività predicatoria della signora del nuovo conservatorismo Usa: è la mappa americana con le indicazioni dei posti dove ci sono i democratici da seguire - indicati con nomi e una croce sopra.
Ma concentrarsi sulla Palin sarebbe in questo momento riduttivo. Per capire cosa è successo ieri sera va messo sotto la lente di ingrandimento lo Stato stesso dell’Arizona, divenuto in questi ultimi anni e mesi uno dei luoghi più inquieti d’America, teatro di un acceso scontro politico, casa di un fortissimo movimento del Tea Party, evoluzione di un ambiente già molto conservatore. Il senatore John McCain, che di questo Stato porta la bandiera, e che nel 2008 divenne il secondo candidato presidenziale espresso dall’Arizona dopo Barry Goldwater, ha sempre appoggiato qui una piattaforma di estrema destra.
E’ stata del resto l’Arizona il primo Stato, nel
Proprio questa riforma torna oggi, con il nuovo Congresso appena insediatosi a maggioranza repubblicana, al centro della politica americana. L’attentato di ieri sera può dunque cambiarne il destino. Nel bene e nel male, può incitare a una maggiore cautela o a una maggiore tensione nella valutazione delle cose. Allo stesso modo, può avere un impatto sul corso della presidenza di Obama.
1 commento:
QUESTA TIZIA E' NATA CON 200 ANNI DI RITARDO!
ISTIGAZIONE ALLA VIOLENZA NON E' REATO? BAH!
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