

Un pacchetto «tutto compreso» premiava le ospiti delle notti di Arcore: non soltanto le buste con i soldi in contanti di varia entità (minimo sindacale 2 mila euro), e i gioielli donati, e l'affitto e le bollette pagati per gli appartamenti messi a disposizione in via Olgettina, ma anche automobili in regalo. Intestate ad alcune delle ragazze, ma pagate a tre concessionarie milanesi dall'amministratore del portafoglio personale del premier, Giuseppe Spinelli. «Generoso», il presidente del Consiglio. Anche se un po' seriale e risparmioso nel declinare questa «generosità» nei riguardi delle ragazze protagoniste delle sue feste. La serialità si ritrova nel fatto che, alla stessa stregua delle buste di denaro con banconote sempre da 500 euro, delle collane di pregio medio provenienti da stock acquistati in elevata quantità, e della gestione degli affitti affidata su larga scala a Nicole Minetti, così anche le auto pagate dal tesoriere del premier sono quasi tutte (con poche eccezioni di maggior cilindrata) sempre di due tipi, «Mini» e «Smart». Mentre a testimoniare che il premier ami regalare, ma a suo modo non scialare, è il fatto che le auto siano le un po' più economiche vetture aziendali a «chilometri zero».
Una parte degli accertamenti è ancora in corso, un'altra compare invece già tra le fonti di prova elencate dal decreto di giudizio immediato del premier firmato dal gip Cristina Di Censo, che a pagina 24 richiama «l'annotazione di polizia giudiziaria del 2 febbraio 2011» con «accertamenti sulle autovetture di proprietà» di sei ragazze, e la successiva o «da cui emergono i pagamenti in favore di concessionarie operati dal conto corrente 02472/80 intestato a Giuseppe Spinelli presso
Questo è un esempio tipico del modo con il quale
«Voglio essere risarcita per essere stata ferita così tanto dai media italiani e stranieri che mi hanno trattata come una prostituta, e tutto l'oro del mondo non sarebbe abbastanza», ha lamentato ieri la ragazza in alcune mail con l'agenzia Associated Press, che riferisce di aver ricevuto da Ruby una richiesta di 15 mila euro per una intervista. La giovane, che è indagata dalla Procura dei minorenni per furto (la famosa denuncia da cui scaturì la notte in Questura del 27 maggio 2010) e per false generalità (date quando aveva subìto uno scippo), ha un nuovo avvocato dopo Luca Giuliante (toltosi in ottobre per una possibile incompatibilità con l'altro assistito Lele Mora) e Massimo Dinoia (urtato in febbraio da talune iniziative di Ruby e Giuliante emerse dalle indagini): è una specialista di processi minorili, Paola Boccardi, che a Milano organizza anche i corsi dell'Ordine forense per i difensori d'ufficio proprio di minorenni.
Pure il collegio difensivo di Berlusconi, formato dai parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo, si amplia con la nomina, quale sostituto processuale di Longo, di Giorgio Perroni, già avvocato di Previti nei processi Imi-Sir e lodo Mondadori, del banchiere Paolo Del Bue nel processo sui diritti tv Mediaset, del dirigente Fininvest Alfredo Messina nel processo sulla bancarotta Hdc del sondaggista Crespi. Di recente Perroni è stato, seppure per tre giorni, codifensore di Mora (cioè dell'accusato di aver reclutato prostitute per Berlusconi), ma, quando la collega Nadia Alecci ha lasciato l'impresario tv per mantenere la difesa di Emilio Fede, anche Perroni ha preferito rinunciare ad assistere Mora.
Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella

2 commenti:
Sarei curiosa di capire la giornata tipo di una delle inquiline dell'Olgettina,a tempo -quasi-pieno frequentatrici delle ville del ns.presidente.E sarei anche curiosa di sapere a che titolo Ruby chiede risarcimento danni dai media per aver indicato il suo mestiere,visto che non ha mai fatto niente per contraddirsi su questo.Ma si sa la curiosità è donna,non me lo perdono.
Curiosità legittima, ma credo che rimarresti delusa. Salvo a pensare come spendono allegramente i soldi così mal guadagnati.
Quanto a Ruby, a me sembra una ragazza pericolosissima, con una grande agilità mentale nell'inventare e nel mentire (in questo simile a B.!), alta un metro e ottanta mentre B. è un tappetto di non più di un metro e sessanta cinque. Immagino come sbavava. Quanto alla pretesa di risarcimento per averla i media chiamata con il suo nome (puttana), beh quella è nulla più che una boutade.
Grazie per il commento.
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