Vigilanza fissa. Ma soprattutto gratis per l’Impregilo,
Forse è troppo parlare di militarizzazione dell’A3, però sono sempre 60 soldati, divisi per turni, della brigata “Aosta” di Messina la cui presenza si affianca a quella delle forze dell’ordine. Nel caso in cui rilevino situazioni anomale, i militari non interverranno direttamente ma si metteranno in contatto con le centrali operative delle forze di polizia, che attiveranno le pattuglie già presenti nel tratto autostradale.
A questo punto è il caso di spulciare i numeri che hanno caratterizzato le intimidazioni alle ditte e i trenta chilometri che vanno da Gioia Tauro a Scilla. Quasi tre furti al mese. Molti di meno, invece, i danneggiamenti che rappresentano il 20% dei reati consumati lungo i
Stando ai compiti che avranno i militari, quindi, il loro utilizzo non sarebbe finalizzato al vero problema dell’A3: l’infiltrazione mafiosa. Piuttosto a evitare furti e danneggiamenti che la vigilanza privata (a spese dell’Impregilo e non dello Stato) potrebbe contenere visto che il tratto autostradale era già costantemente controllato dai carabinieri, dalla polizia e dalla Guardia di Finanza.
Quando le grandi imprese edili vengono in Calabria sanno che devono trattare con la ‘ndrangheta. Addirittura già prima di preparare “la busta” per la gara d’appalto, nel preventivo compare la voce “tassa ambientale”. Che può essere del 3% del valore complessivo dell’appalto o, in alternativa, la garanzia che le ditte “amiche” si accaparrino il subappalto dei lavori o la fornitura di inerti. Nessuna differenza tra gli ‘ndranghetisti e questi signori che arrivano in Calabria con la mentalità di chi sa vivere in una terra dove “l’Onorata società” si eleva al pari delle Istituzioni. Lo dimostrano le inchieste “Tamburo” e “Arca” per quanto riguarda
Vittime o complici? La differenza è sottile per i dirigenti e i capocantieri delle grandi imprese nazionali. Gli stessi dirigenti che a Roma firmano protocolli per la legalità e in Calabria si avvalgono della facoltà di non rispondere nei processi in cui vengono chiamati a testimoniare. Sul tavolo del Ministero dell’Interno già c’è un progetto, chiamato “Sciamano”. Un piano interforze (pensato anche per la ricostruzione de L’Aquila) che consentirebbe un controllo capillare della Salerno –Reggio Calabria. Un controllo tale “da evitare le infiltrazioni mafiose o quantomeno creare un percorso che lasci traccia dei tentativi del loro passaggio”. Il governo intanto manda l’esercito.
di Lucio Musolino
venerdì 11 febbraio 2011
Cantieri Impregilo militarizzati a spese dello stato
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6 commenti:
Della serie le solite vergogne all'italiana.
Non se ne può più.
L'INCREDIBILE E' CHE IN 30 KM. DI AUTOSTRADA SONO IMPEGNATE 90 IMPRESE, UNA OGNI 300 METRI!
Sarebbe interessante capire se lo Stato ha il controllo di quei territori o lo abbia ceduto ad altri. E'questo l'aspetto piú inquietante della vicenda, a mio giudizio.
Il fatto che sia stato mandato l'esercito a presidiare i cantieri fa pensare che lo Stato non abbia il controllo del territorio.
Lo so perfettamente che non ha il controllo del Territorio, conoscendo bebe quelle realtá. Volevo porre l'accento su quello che é l'aspetto piú inquietante della notizia per capire e approfondire e , possibilmente, cercare delle soluzioni
E io so che sei di quelle parti, l'ho letto nel profilo. Francamente, non conosco quelle realtà, per cui non so rispondere la sospetto che tu adombri quando scrivi "Sarebbe interessante capire se lo Stato ha il controllo di quei territori o lo abbia ceduto ad altri.", con ciò sottintendendo, velatamente ma non troppo, che vi sono collusioni fra mafia e politica. Suppongo di sì, ma cercare noi delle soluzioni mi sembra un po' velleitario. L'unica è votare bene, se possibile, nella 'gabina' elettorale, come dice Bossi, che gode della mia più totale disistima.
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