giovedì 17 febbraio 2011

Come mandarlo a casa?



Ieri sera sono stato ospite di Repubblica Tv, e con Massimo Giannini abbiamo parlato della situazione politica attuale e dei modi per uscirne.

L’unica riforma che Berlusconi vuole fare è quella della giustizia, non per farla funzionare meglio, ma solo per sistemare i propri affari. Quindi, ancora una volta, vi è una distonia tra quello che vuole lui e ciò di cui ha bisogno il Paese. L’Italia, in queste condizioni, non ha futuro e ha esigenza di voltare pagina, di chiudere con l’era Berlusconi e andare al voto. In Commissione Giustizia in questi giorni si sta decidendo non come migliorare la giustizia ma come poter bloccare i processi dopo un certo tempo, come se si possa decidere all’improvviso che le vittime sono vittime gratuite e gli imputati sono tutti innocenti, pure quelli colpevoli. Berlusconi dice che è tranquillo, ma il problema è che il Paese in queste condizioni non ha sbocco e non ha futuro, quindi c’è l’esigenza di chiudere con l’era Berlusconi e di andare avanti. Il problema è come farlo. Lui tenterà di far approvare il Parlamento norme che lo salvino da quello che ha fatto. In realtà ha già uno strumento per prendere in giro sia gli italiani che i magistrati. La cosa più immorale è utilizzare uno strumento lecito per fini illeciti: come per il coltello da cucina, che è lecito e quasi obbligatorio tenere per cucinare, ma diventa illecito quando lo si usa per ammazzare una moglie. In questo momento lui gode di un legittimo impedimento che la Corte Costituzionale ha in parte decurtato, perché lo ha dichiarato incostituzionale se applicato in modo assoluto, ma ha detto che bisogna valutare di volta in volta se esiste un impedimento davvero legittimo, presupponendo che dall’altra parte ci sia buona fede e che se uno dice di avere la febbre, ha veramente la febbre.
Ma se si fa come quello che non va a lavorare dicendo di essere malato e invece si trova a fare la corsa campestre o in gita con la fidanzata, allora è chiaro che non c’è buona fede. Volete scommettere che il 6 aprile Berlusconi dirà di avere un impegno istituzionale? Così come il 7 aprile e ogni volta che gli fissano un’udienza, poiché spetta a lui fissare i Consigli dei ministri, cercherà sempre di trovare qualcosa che rientri nei suoi compiti di presidente del Consiglio pur di non presentarsi in tribunale. In un Paese normale, quando la magistratura ha bisogno di chiarire qualcosa un presidente corre a spiegare le sue ragioni, invece lui sfugge. Se ha tempo di fare il bunga bunga perché non ha tempo di andare davanti ai giudici?
E quindi come si fa? Visto che non si fa processare e non si dimette: scordatevelo, voi cittadini, che quello da solo se ne va. Come si fa a dire: “Scusi signor Dracula, se ne va dall’ospedale?”. Lì ci sta il sangue e lui ci campa.
Quest’estate, anziché fare la cicala, noi abbiamo raccolto due milioni di firme per i referendum sul legittimo impedimento, contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua. Noi dell’Italia dei Valori rinunciamo alla paternità di questi quesiti, faccio il peones purché diventi un fatto di democrazia universale. Tre, quattro donne, attraverso la rete, con il grido “Se non ora quando?”, hanno messo insieme un milione di persone. Insieme al Partito Democratico anche noi stiamo contribuendo alla raccolta di 10 milioni di firme, ma a quelle persone dobbiamo far capire che quella firma è inutile se poi il giorno del referendum vanno a “craxare” (parola calzante per dire “vanno al mare”).
È necessario che nasca una realtà organizzativa che vada oltre l’Italia dei Valori, perché da soli non abbiamo i mezzi per entrare in tutte le case. Se però si attiva la rete, i talk show indipendenti, le televisioni digitali, ce la possiamo fare.
Il 29 maggio ci sarà il ballottaggio per le elezioni amministrative ed entro il 15 giugno deve essere fissata anche la data per i referendum. Quest’anno ci saranno 3 referendum, dei quali uno molto importante per far cadere il legittimo impedimento. Noi, però, rinunciamo a metterci il cappello, rinunciamo anche a costituire un comitato referendario: lo faccia Repubblica tv, lo faccia la società civile, lo faccia nonna Rachele o chi vuole, purché diventi un fatto trasversale. Perché questo referendum, in realtà, chiederà ai cittadini: volete voi continuare ad avere un governo che si fa le leggi per conto proprio o volete mandarlo a casa? Se noi lo mandiamo a casa con un referendum, Berlusconi è costretto a dimettersi, altrimenti il presidente della Repubblica è costretto a sciogliere le Camere perché il governo non ha più l’appoggio del popolo.
Il 6 aprile lui sarà già impegnato perché purtroppo è anche il giorno del tragico terremoto in Abruzzo. Ecco, il 6 aprile Berlusconi andrà certamente a fare un discorso all'Aquila, pur di non andare dai giudici. Ma in un Paese normale, un premier dovrebbe dire ai magistrati che siccome è impegnato il 6 aprile si presenterà il 7, anzi proprio il 5 aprile. Ma non sarà così.
Poi succederà anche qualcos’altro: si alzerà qualche peones in Parlamento, farà una mozione per chiedere il conflitto di attribuzione e sospendere non il processo ma la sentenza, ritardando i termini.
Allora io dico: il giorno del referendum, il 40 per cento dei cittadini che non va a votare si dovrà presentare alle urne perché a quel punto non potrà più dire “sono tutti uguali”, non si tratta di un voto pro o contro un partito, ma di scegliere se cambiare registro.
Vogliamo scommettere che il ministro Maroni fregherà gli italiani? Se non avviene torno qui a chiedergli scusa. Io gli ho scritto una lettera per dirgli: “Caro Maroni, il 29 maggio siamo chiamati a votare per il ballottaggio, già si spenderanno soldi e si scomoderanno i cittadini, e siccome c’è anche un articolo della Costituzione che stabilisce che lo Stato deve favorire il voto del popolo, allora perché vorresti fissare il referendum la settimana dopo? Non si può votare lo stesso giorno amministrative e referendum? Perché vuoi buttare al vento altri 300 milioni di euro?”. Se non lo fa è solo perché ha paura che la gente vada davvero a votare e si raggiunga il quorum. Questa, secondo l’articolo 640 del codice penale, si chiama truffa aggravata.
Se stiamo in due in mezzo al mare e l’altro mi continua a dire: “Non ce la facciamo ad arrivare a riva”, io rispondo: “Nuota ragazzo, altrimenti qua moriamo!”. Allora, tra stare qui e morire di berlusconite acuta e andare lì e tentare di prendere un antidoto…io ci provo.

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