

Il Pdl è intenzionato a confermare la tabella di marcia anti-giudici ipotizzata nei giorni scorsi. Secondo l'agenzia Agi sarà presentata lunedì nella Giunta per le autorizzazioni della Camera la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione alla Consulta sul caso Ruby.
Secondo altre indiscrezioni non è inoltre escluso che il governo possa ripresentare la riforma della giustizia Alfano. Nell'ordine del giorno- non figura alcun provvedimento riguardante l'ordinamento giudiziario ma, dicono le stesse fonti, è possibile che si affronti l'argomento già nel Consiglio dei ministri di domani.
La Consulta. Per il momento è solo un'indiscrezione rilanciata dall'Ansa, ma se confermata avrebbe ripercussioni enormi sui futuri rapporti di forza tra Berlusconi e la magistratura di Milano nell'ambito del braccio di ferro sull'inchiesta Ruby. Stando a quanto spiegato all'agenzia da una qualificata fonte della Corte costituzionale, la possibilità di sollevare il conflitto tra poteri dello Stato davanti alla di Consulta e ottenere così il trasferimento del processo dal Tribunale di Milano a quello dei ministri per la difesa del premier rischia di rivelarsi un'arma spuntata.
"Secondo quanto previsto dall'articolo 37, secondo comma, della legge 87 del 1953", sul funzionamento della Consulta, si fa notare dalla Corte costituzionale, sulle questioni di giurisdizione decide
Dal canto suo,
La norma citata prevede che il conflitto tra poteri dello Stato sia risolto dalla Corte costituzionale "se insorge tra organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari poteri da norme costituzionali". Ma la stessa norma, al secondo comma, precisa che "restano ferme le norme vigenti per le questioni di giurisdizione".
Quindi, se la questione verrà posta per risolvere il nodo della competenza funzionale (nel telefonare in questura a Milano per chiedere il rilascio di Ruby Berlusconi ha agito o no abusando della sua funzione di premier tanto da dover essere giudicato dal tribunale dei ministri?)
La sollecitazione in ambienti di Palazzo della Consulta è dunque quella di "valutare bene" la strada del conflitto tra poteri. E se questo dovesse essere sollevato, si tenga conto che il conflitto non sospende il procedimento in corso. Inoltre - fa notare la stessa fonte qualificata - tra ammissibilità e decisione nel merito mediamente passa oltre un anno prima che
I difficili rapporti col Vaticano. Intanto, con l'aggravarsi del quadro giudiziario, per il premier sembra tornare a farsi difficile anche il rapporto con
Oggi inoltre il quotidiano dei vescovi Avvenire torna ad occuparsi diffusamente dello scandalo Ruby con una mezza pagina dedicata alle lettere dei lettori e i commenti del direttore Marco Tarquinio e dell'editorialista Francesco D'Agostino. "Se si vuole dare credito all'etica pubblica, come unica etica condivisibile nelle società pluraliste - scrive quest'ultimo - bisogna fondarla oggettivamente, perchè sobrietà, onestà, decoro, correttezza, senso dello stato, interesse prioritario per il bene pubblico - o in una sola parola - esemplarità di vita, non possono ridursi ad atteggiamenti psicologici o essere elaborati come valori ideologici: essi devono possedere una loro verità".
(17 febbraio 2011)

1 commento:
FREGATURA IN VISTA! NON E' UN CONFLITTO DI ATTRIBUZIONI MA DI COMPETENZA, DUNQUE LA CORTE COSTITUZIONALE NON C'AZZECCA!
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