di LIANA MILELLA
Il processo breve solo per i dibattimenti che si apriranno in futuro. Quindi accettabile, perché non più devastante, né fonte di una falcidie per quelli oggi in corso. Ma con dentro un piccolo "regalo" per Berlusconi: la prescrizione breve, più corta dell'attuale, per coloro che si trovano sotto processo ma risultano incensurati. Proprio come incensurato è il Cavaliere.
È questa l'ultima novità che arriva dal quartiere giuridico del premier. A questo stanno lavorando i suoi uomini. Con l'idea che tra una settimana, quando il processo breve alla Camera entrerà nella fase degli emendamenti dopo le audizioni dei procuratori generali, la proposta della prescrizione breve per gli incensurati possa trasformarsi in un nuovo comma del ddl. Che, se venisse approvato a colpi di fiducia tra Camera e Senato in un paio di mesi, provocherebbe la "fine" certa dei dibattimenti Mills e Mediaset, dove ormai la prescrizione, secondo le regole attuali, già corre sul filo (l'anno prossimo quella per Mills, l'anno seguente quella per Mediaset).
Chi sta lavorando a questa soluzione la spiega così. "Siamo stati rimproverati di voler fare il processo breve solo per salvare Berlusconi. Non è così, e lo stiamo per dimostrare rinunciando del tutto alla norma transitoria. La nostra convinzione profonda è che fissare dei tempi rigidi al dibattimento sia determinante. Se il principio è valido lo applicheremo solo ai processi che cominceranno dopo il voto sulla legge". Via, dunque, proprio l'ormai famosa norma transitoria, quella che doveva applicare il processo breve ai reati commessi prima del maggio2006, l 'anno dell'indulto. Processi che, secondo la maggioranza, sono già "morti", perché la pena è coperta dallo sconto di tre anni garantito dall'indulto. Tra quei processi rientrano anche Mills e Mediaset.
Sul tavolo degli avvocati del premier si sono profilate tre ipotesi. Lasciare l'applicabilità ai reati indultabili, con il rischio che Napolitano per primo possa bloccare la legge per manifesta incostituzionalità. Togliere la norma transitoria e applicare il processo breve a tutti i dibattimenti in corso (secondo la prima versione del processo breve poi cambiata al Senato), con un ulteriore rischio di bocciatura proprio per l'alto numero, si parla di centinaia, di dibattimenti cancellati da un giorno all'altro e cambiando le regola a partita cominciata. L'ultima strada è parsa la più opportuna e vantaggiosa: una norma transitoria nuova di zecca per delimitare il processo breve ai soli processi futuri.
Ma, per salvare il Cavaliere, il processo breve diventa il contenitore per una norma a suo uso e consumo. Un "premio" agli imputati incensurati i cui processi sono durati già troppo a lungo. Una limatura dei tempi di prescrizione. Secondo i berlusconiani un intervento del genere, che va nel segno della legge Cirielli dove i recidivi all'opposto venivano puniti con una prescrizione più lunga, rientra nella discrezionalità del governo che può intervenire sui tempi di prescrizione. All'opposizione apparirà per certo un'inaccettabile forzatura ad personam.
È questa l'ultima novità che arriva dal quartiere giuridico del premier. A questo stanno lavorando i suoi uomini. Con l'idea che tra una settimana, quando il processo breve alla Camera entrerà nella fase degli emendamenti dopo le audizioni dei procuratori generali, la proposta della prescrizione breve per gli incensurati possa trasformarsi in un nuovo comma del ddl. Che, se venisse approvato a colpi di fiducia tra Camera e Senato in un paio di mesi, provocherebbe la "fine" certa dei dibattimenti Mills e Mediaset, dove ormai la prescrizione, secondo le regole attuali, già corre sul filo (l'anno prossimo quella per Mills, l'anno seguente quella per Mediaset).
Chi sta lavorando a questa soluzione la spiega così. "Siamo stati rimproverati di voler fare il processo breve solo per salvare Berlusconi. Non è così, e lo stiamo per dimostrare rinunciando del tutto alla norma transitoria. La nostra convinzione profonda è che fissare dei tempi rigidi al dibattimento sia determinante. Se il principio è valido lo applicheremo solo ai processi che cominceranno dopo il voto sulla legge". Via, dunque, proprio l'ormai famosa norma transitoria, quella che doveva applicare il processo breve ai reati commessi prima del maggio
Sul tavolo degli avvocati del premier si sono profilate tre ipotesi. Lasciare l'applicabilità ai reati indultabili, con il rischio che Napolitano per primo possa bloccare la legge per manifesta incostituzionalità. Togliere la norma transitoria e applicare il processo breve a tutti i dibattimenti in corso (secondo la prima versione del processo breve poi cambiata al Senato), con un ulteriore rischio di bocciatura proprio per l'alto numero, si parla di centinaia, di dibattimenti cancellati da un giorno all'altro e cambiando le regola a partita cominciata. L'ultima strada è parsa la più opportuna e vantaggiosa: una norma transitoria nuova di zecca per delimitare il processo breve ai soli processi futuri.
Ma, per salvare il Cavaliere, il processo breve diventa il contenitore per una norma a suo uso e consumo. Un "premio" agli imputati incensurati i cui processi sono durati già troppo a lungo. Una limatura dei tempi di prescrizione. Secondo i berlusconiani un intervento del genere, che va nel segno della legge Cirielli dove i recidivi all'opposto venivano puniti con una prescrizione più lunga, rientra nella discrezionalità del governo che può intervenire sui tempi di prescrizione. All'opposizione apparirà per certo un'inaccettabile forzatura ad personam.
(13 febbraio 2011)
1 commento:
NON SI PUO' NON OSSERVARE, CON GRANDE MESTIZIA, CHE IL DIRITTO IN ITALIA E' ANDATO A PUTTANE! E TUTTO PER SALVARE UN PUTTANIERE!
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