di PIERO COLAPRICO e GIUSEPPE D'AVANZO
I DOCUMENTI sono l'ossessione di Ruby. Non ce li ha e seppure ce li avesse, che potrebbe farsene? C'è quella maledetta data di nascita, l'1.11.1992, che la condanna ancora - siamo nel 2010 - alla minore età. E chi si prende al lavoro o accanto o in casa o nel letto una minorenne? La storia sembra cambiare quando Silvio Berlusconi si incapriccia della ragazza. Le dice di presentarsi in giro a Milano come "la nipote di Mubarak". In realtà, il presidente del Consiglio dice di più, svela Karima El Mahrough nell'interrogatorio del 3 agosto.
Ascoltiamo Ruby. Sono le 17.25 quando, dopo le prime quattro pagine raccolte in mattinata, il verbale si riapre per altre quattro: "Già vi ho riferito che a Berlusconi avevo detto falsamente di avere ventiquattro anni e di essere egiziana. Quando Silvio mi propone di intestarmi una casa, devo dirgli come stanno le cose. Gli dico la verità. Gli dico che sono minorenne e non ho i documenti. Già sapete che a quel punto Berlusconi mi consiglia di raccontare in giro che sono la nipote di Mubarak, così potrò giustificare il denaro che mi darà".
"Non vi ho ancora detto però - prosegue Ruby - che Berlusconi aggiunse: "Non ti preoccupare dei documenti, me ne occuperò io..."". La frase cade nel verbale d'interrogatorio con molta ambiguità. Ruby non chiarisce se il Cavaliere si dichiara disponibile a procurarle documenti come se fosse egiziana e maggiorenne e nipote di Hosni Mubarak e quindi falsi. O, più semplicemente, di metterle insieme i documenti autentici: il passaporto marocchino e magari la carta di soggiorno italiana che la ragazza venuta a Milano da Letojanni, Messina, non ha mai avuto. Le indagini non hanno rintracciato tentativi di pressione del capo del governo sulla prefettura di Milano a favore di Ruby-Karima. È tuttavia documentato che, almeno in un'altra occasione, il premier si dà da fare con il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, per venire incontro alle richieste di una sua giovane amica, Marystell Polanco. La storia è nota. 4 dicembre 2010, alle 15.27, da un interno di Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi, una segretaria chiama Marysthell, soubrette domenicana con taglio di capelli alla Mara Carfagna: "Buonasera, io le dovrei dare il numero di telefono del prefetto Lombardi, come Lombardia senza la a".
E due giorni dopo Marysthell chiama la prefettura, fissa un appuntamento e poi parla con il prefetto. "Mi saluti il presidente", conclude l'alto funzionario, non si sa se come forma di cortesia o come forma di prudenza. Il prefetto riceve comunque la giovane donna nonostante il suo convivente, un narcos dominicano, fosse stato arrestato dalla Guardia di Finanza con dodici chili di cocaina. Dettaglio insignificante (pare) per il rappresentante del governo. Quel che conta è altro: Marystell Polanco è "amica del presidente" e va ricevuta anche se sarà alla fine tecnicamente impossibile offrirle la cittadinanza italiana.
Bisogna ritornare a Ruby. Berlusconi apprende in marzo, almeno a quanto dice la ragazza ai pubblici ministeri, della sua minore età. Ma gli altri del cerchio stretto quando hanno saputo? Su Emilio Fede c'è persino un documento video. È stato il primo a "sapere" perché è stato il primo a conoscerla a San'Alessio Siculo, al concorso "Una ragazza per il cinema". C'è traccia nelle telecamere accese per la serata. Fede lo si sente e lo si vede, nelle immagini raccolte durante la premiazione, il 6 settembre 2009. Invita Ruby, la concorrente numero
Si comprende perché
Ecco la risposta di Ruby: "Un controllo, il primo e il solo, deriva dal fatto di essere invitati da Nicole o da Emilio Fede. La garanzia è che loro ti accompagnano o ti chiamano. Dopo non c'è alcun controllo. Dentro si può portare di tutto: senza problemi i telefoni cellulari. Ho sentito io stessa come due ragazze, Barbara Guerra e Marianne Puglia, fossero invidiose dei vantaggi di Nicole, della sua fortuna, della sua vicinanza al presidente. Barbara e Marianne si dicevano che, se fosse stato necessario, potevano sempre vendere al miglior offerente le immagini che avevano già scattato". Dal racconto di Ruby si comprende che immagini imbarazzanti potevano essere raccolte in vari momenti della notte e forse sono state raccolte. Le "scene più piccanti" possono essere quelle vissute nel sotterraneo del "bunga bunga". I ricordi di Ruby, affidati al verbale di interrogatorio, non lasciano spazio alla fantasia. Sono concreti fino alla pornografia. Descrivono più o meno un sfrenato baccanale, gli strofinamenti tra ragazze ("petting", dice Ruby), gli approcci saffici per incantare il Sultano. Salta fuori qualche nome "importante" dallo sport alla politica, "omissato" nel verbale.
La soubrette di Como (Guerra) e la venezuelana (Puglia) sono solo due delle decine e decine di ragazze che entrano a Villa San Martino con i telefonini. Lo scenario descritto da Ruby impressiona i pubblici ministeri. Possibile che il capo del governo non sia protetto da alcuna sicurezza? Possibile che una qualsiasi delle ragazze, magari "selezionata" la notte prima in una discoteca di Milano - e non si sa da dove viene, chi sia, chi frequenta (non è il caso di Ruby?) - possa muoversi indisturbata nelle stanze più private della residenza del presidente del Consiglio? Dunque, possono esserci delle immagini che potenzialmente umiliano il premier. I pubblici ministeri sono increduli e chiedono a Ruby: "Ma queste ragazze perché non divulgano quello che vedono o sentono?". Ruby ha la chiave di lettura delle notti di Arcore. Vale per tutte le altre e anche per lei: "Hanno il loro tornaconto come peraltro l'ho avuto anch'io. Nei tre mesi che ho frequentato Berlusconi ho ricevuto da lui, esclusi i regali e i gioielli, 187 mila euro. In parte li ho dati ai miei, in parte li ho spesi senza misura. Confermo parola per parola quello che vi ho detto questa mattina, perché sono cosciente di aver vissuto questi fatti in prima persona". Era agosto 2010. Mesi e mesi d'indagine hanno confermato molto di più di quello che Ruby ha visto o ha potuto comprendere.
(17 febbraio 2011)
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