
LE ACCUSE A B. E I RISCONTRI INCROCIATI IL RACCONTO DI MARIA ROSARIA ROSSI SUL BUNGA BUNGA
di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali
Caparbia e irruente, ma anche fragile. Ruby è così: contraddittoria, ingenua e furbissima, una ragazza che nella vita ne ha viste tante. In fuga dalla famiglia e dalle comunità fin da quand’era quattordicenne, a diciassette anni è finita in una storia più grande di lei. Con attorno troppi amici interessati che si affannano a guidarla, gestirla, blandirla. Ora, Karima El Mahroug è Ruby 2. Offre una versione purificata delle sue visite ad Arcore. Ma quando era Ruby 1 cantava tutta un’altra canzone. “Devi dire alla mamma di non parlare, di alzarsi e di dichiarare di non voler rispondere a nulla”: così diceva al padre, Mhamed El Mahroug, in una telefonata (intercettata) del settembre scorso. Quel giorno, gli agenti della polizia giudiziaria della procura di Milano volano in Sicilia, a Letojanni . Devono interrogare la mamma di Ruby, Naima. La ragazza avverte il padre e gli raccomanda di tacere e di far tacere la moglie.
Mhamed replica: “La mamma sa quel che sta dicendo”. E poi: “Sono usciti... insieme a tua madre”.
GLI AGENTI hanno riferito che erano in corso indagini e hanno fatto domande sulla storia di Ruby. Una vita difficile, fin da quando ha cominciato a frequentare le scuole. Le fughe da casa, i rapporti pessimi con i servizi sociali e le comunità. Il padre infine chiede aiuto economico, domanda se è possibile “sbloccare l’invio di una somma di denaro”. Chiede soldi anche al primo avvocato della figlia, Luca Giuliante: “E a me nessuno mi aiuta?”. Avrebbe voluto una figlia diversa, rispettosa dei precetti del Corano. La sorte non lo ha accontentato. E allora, tanto vale cercare di portare a casa qualcosa, per dare sollievo alla famiglia. Ruby 2 dice di avere rapporti difficili con il padre. Al programma “Kalispera” di Alfonso Signorini, su Canale 5, racconta di aver rotto con lui, dopo essere stata maltrattata, dopo che addirittura le aveva versato in testa l’olio bollente. Eppure al telefono non si nota alcun astio verso il genitore, anzi. Il 26 ottobre 2010, il giorno in cui il Fatto quotidiano racconta per la prima volta la storia di Ruby, la ragazza gli dice: “Oggi sono uscita di nuovo su un altro giornale importante che gira in tutta Italia... Sono con l’avvocato che stiamo parlando di queste cose e dobbiamo trovare una soluzione, mi ha detto... Gli ha detto Silvio: ‘Dille che la pagherò il prezzo che lei vuole, l'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica che lei... che dica pure di essere pazza, ma l’importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha 17 anni, o che non è mai venuta a casa mia’. Stiamo parlando di queste cose adesso, dopo ti richiamo, quando avrò finito con lui ti chiamerò”.
Da ieri, Karima, ormai Ruby
La linea degli investigatori è una fin da luglio, fin dall’inizio di questa indagine: non si può credere alle parole della ragazza, che dice cose troppo diverse e contraddittorie. Si usa nell’indagine solo ciò che viene confermato da fatti o da altre dichiarazioni. I rapporti sessuali? Emergono dalle intercettazioni e dai racconti delle altre ragazze, Natascia, la bi-laureata T.M., la danzatrice del ventre Maria Makdoum. Le presenze ad Arcore? All’inizio Forno pensava fossero vanterie. Invece non erano soltanto le tre ammesse, ma almeno sette, tra il 14 febbraio e il 2 maggio 2010: lo provano le celle telefoniche. E il bunga-bunga? Ruby racconta di ragazze discinte che si strusciano addosso a Berlusconi e pronuncia per prima la formula bunga-bunga. Forno e Sangermano la guardano stupiti. Ma poi la conferma, inaspettata, arriva da una deputata della Repubblica, Maria Rosaria Rossi, la zarina delle feste romane, che parla al telefono con Emilio Fede (intercettato) di una serata da organizzare ad Arcore: “Chi c’è? Niente, poche persone... Ah che palle che sei, due amiche, quindi bunga-bunga, 2 de mattina, io ve saluto eh?!... Vabbé, mi vado a vestì da femmina allora, va...”.

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