Ruby, gli avvocati e le ragazze dell’Olgettina Tutti impegnati a confondere le acque dell’inchiesta
di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali
Che cosa ci faceva Ruby a Milano, mercoledì 12 gennaio 2011? Karima El Mahroug, la minorenne per cui Silvio Berlusconi finirà sotto processo, quel giorno parte da Genova. Dove va? Non dal suo difensore, Massimo Dinoia, ma dal legale che già dal 29 ottobre 2010 aveva abbandonato la sua difesa: Luca Giuliante, avvocato e politico, già a fianco di Lele Mora in alcuni processi e tesoriere del Pdl lombardo. Ecco una delle domande cruciali per il processo a Silvio Berlusconi che si aprirà il 6 aprile, perché la risposta potrebbe illuminare il ruolo di Giuliante e la macchina che si mette in moto per annacquare le indagini e formattare i testimoni.
“Ciao Luca”, dice Ruby al telefono, intercettata, alle 15.56. “Sì ciao”, le risponde Giuliante. “Sono in ufficio”. “Sei in ufficio dove?”. “Da te e tu non ci sei”, risponde Ruby. Giuliante ride: “Certo che non ci sono. Sono fuori per una riunione... se mi aspetti in studio ci vediamo tra una mezz’ora, tre quarti d’ora, oppure se vuoi tornare più tardi... Sei già andata da... Massimo?”. Ruby: “No no... Vado da Lele a ‘sto punto”.
DUNQUE : Ruby a gennaio ha come difensore “Massimo”, cioè Dinoia (che rinuncerà al mandato ai primi di febbraio). Eppure viene a Milano da Genova e non incontra il suo legale, bensì Giuliante e Lele Mora. Restano loro i suoi punti di riferimento, al di là del mandato formalmente affidato a Dinoia. A loro si rivolge per le cose che le premono davvero. I soldi innanzitutto. Giuliante accenna a una “richiesta che tu mi hai fatto”. E Ruby ammette: “La somma è grande...”.
Dunque il processo sarà due spettacoli in uno. Da una parte le testimonianze chiamate dalla difesa. Dall’altra le contestazioni dell’accusa, fondate su elementi il più possibile oggettivi come le celle telefoniche (che dimostrano le presenze di Ruby e delle altre ragazze ad Arcore), i bonifici bancari e le buste di soldi (che dimostrano i compensi elargiti da Berlusconi alle protagoniste del bunga-bunga), le intercettazioni (con racconti non ancora addomesticati in vista di un tornaconto economico).
RUBY stessa ne parla al telefono. 28 ottobre 2010: “Lui mi sta chiamando. ‘Io ti do quanti soldi vuoi, l’importante e che passi per pazza, passi per spara-cazzate, ma non devi raccontare la verità... ti copro in oro però... non dire niente’... Luca mi sta semplicemente proteggendo perché Lele gli ha chiesto di proteggermi... in cambio avrà un sacco di soldi”. Questo è il secondo Luca (dopo Giuliante) che entra nella vicenda: è Luca Risso, coproprietario di locali notturni a Genova (l’Albikokka e il Fellini) e ora promesso sposo, per interesse o per amore, di Karima.
A metà gennaio, Berlusconi ha una preoccupazione in più: le perquisizioni in via Olgettina. Così, invece dell’ennesima festa del bunga-bunga, convoca una riunione per cercare di sistemare le cose. Riunisce le ragazze a villa San Martino, insieme ai suoi avvocati. Lo racconta la polizia giudiziaria il 20 gennaio, nella relazione “relativa a conversazioni inerenti un incontro programmato su richiesta dell'on. Silvio Berlusconi per la sera del 15.01.2011 ad Arcore con le persone destinatarie del decreti di perquisizione eseguiti in data 14.01.2011”. Il presidente del Consiglio chiama Barbara Faggioli e la incarica di fare alcune telefonate per la riunione serale. La ragazza chiama per prima Alessandra Sorcinelli (che dal premier ha ricevuto bonifici almeno per 160 mila euro). Barbara: “Mi ha chiamato il Presidente adesso da un numero sconosciuto... Mi ha detto di contattare chi è stato insomma perquisito e di dargli appuntamento alle 9 (l’incontro sarà poi anticipato alle 19, ndr) ad Arcore che ha bisogno urgentemente di parlare. Dice tanto di scusarsi che comunque sia alle 11, 10 e mezza, insomma siete a casa”. Alessandra: “Va bene”. Berlusconi conosce già le intercettazioni in cui alcune “arcorine” parlano malissimo di lui. Barbara: “Poi mi ha detto che ci sono, lui ha letto le intercettazioni, son cose brutte, io non so però se è uscito sui giornali o se le ha lette lui e basta”. Alessandra: “Non lo so”. Barbara: “Io gli ho detto può capitare, è nervosismo. Qualche sfogo sopra ragazze di 23, 24 anni, nooo?”. Alessandra: “Giusto”. Che cosa si siano detti Ruby e Giuliante il 12 gennaio resta un mistero. Come il contenuto della riunione ad Arcore di tre giorni dopo.
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