giovedì 10 marzo 2011

AMICI VOSTRI La triste fine della supercazzola



Sta per uscire il sequel-prequel dei capolavori di Monicelli ambientato nella Firenze del ‘400: i fischi, già prima dell’uscita, sono più che comprensibili

di Marco Travaglio

Sia chiaro che questo non è il processo al film “Amici miei – Come tutto ebbe inizio”, che non ho visto né certamente vedrò. Questo è il più classico dei processi alle intenzioni: all'idea malata che il trittico di “Amici miei” (atto primo, secondo e terzo) possa avere un sequel, anche se camuffato da prequel e ambientato nella Firenze del Quattrocento nel tentativo preventivo quanto disperato di scansare i confronti fra l'originale e la (brutta) copia. Per chi ancora non lo sapesse: la FilMauro di Aurelio De Laurentiis sta per mandare in centinaia di sale un cinepanettone primavera-estate di Neri Parenti, il regista dei Natale di qua Natale di là, ma anche degli ultimi Fantozzi, quelli che profanarono i primi due diretti da Luciano Salce. Al posto del leggendario quinquetto Tognazzi-Moschin-Noiret-Celi-Del Prete (poi sostituito da Montagnani), hanno reclutato Christian De Sica, Massimo Ghini, Michele Placido, Giorgio Panariello e Paolo Hendel.

DECINE DI MIGLIAIA di fans degli “Amici miei” doc si stanno mobilitando su facebook nella pagina“Giù le mani da Amici miei: fermiamo De Sica e il suo annunciato prequel”. Il perchè della rivolta è inutile spiegarlo. Il film originale nacque da un'idea, quella sì geniale, di Pietro Germi, che fece in tempo a concepirla ma non a realizzarla perchè morì. Così i primi due film li diresse Mario Monicelli, che poi si fermò lì: l'atto terzo – molto meno memorabile – fu affidato al pur grande Nanni Loy. Monicelli, l'anno scorso, ha fatto in tempo a commentare la trovata malsana del sequel-prequel con queste definitive parole: “Avevano tentato di farmi collaborare al film, ma ho deciso di rimanerne fuori, hanno ragione quelli di Facebook”. Gli sarebbe piaciuta la battuta al vetriolo lasciata sulla pagina facebook da un fan: “Alla sola idea del prequel, Monicelli si è suicidato” . E anche quest'altra: “Il prequel è uno scempio, come rifare la Divina commedia in chiave moderna”.

Parenti replica alle critiche sul Corriere della sera: “Posso anche comprendere lo scetticismo, ma prima di giudicare un prodotto bisogna vederlo”. Eh no, troppo comodo: chi è abituato a giudicare i film solo dagli incassi non può dire al pubblico “pagate il biglietto e poi, se non vi piace, criticate pure”. A meno di restituire ai delusi il prezzo del biglietto con la formula “soddisfatti o rimborsati”. Il regista aggiunge: “Siamo così rispettosi del passato che il soggetto del film è degli stessi sceneggiatori di allora, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli”. Altra furbata: si potrebbe obiettargli che invece, purtroppo, il regista non è né Germi, né Monicelli, né Loy, e sventuratamente Tognazzi, Montagnani, Del Prete, Celi e Noiret sono tutti morti (Moschin è vivo, ma per sua fortuna non è stato coinvolto). Ma poi, e soprattutto: che c'entra l'Italia del 2011 (anzi la Firenze del '400) con quella del 1975, quando uscì l'atto primo? Trentacinque anni non sono nulla per i cinepanettoni, ma sono un millennio per i capolavori. A memoria d'uomo, l'unico remake della commedia all'italiana che ha eguagliato, anzi superato il modello, è il “Conte Max” con Alberto Sordi al posto di De Sica (Vittorio, naturalmente). Poi, purtroppo, venne quello di De Sica (Christian), anche se nessuno fortunatamente lo ricorda. Basta vedere uno dei trailer del nuovo “Amici miei” per sapere che anche stavolta finirà così. Vi si parla di un gruppo di amici che si danno al “cazzeggio” per vincere la noia. Ma “Amici miei”, quello vero, non è mai cazzeggio: è un cocktail unico di riso amaro, cattiveria allo stato puro, complicità velenosa, satira, invettiva, cinismo, moccolo, invenzione, genialità, godimento, carnalità, spensieratezza, popolo. In una parola: poesia. E' un impasto di Monicelli e Tognazzi, e morta lì.

La zingarata, la “supercazzola brematurata con scappellamento a destra come foss'antani” non è un liquame da trivio a base di trombate, corna, scoregge, culi, tette e giochetti di parole tipo buco-bucaiolo e via spetazzando. O meglio: è l'arte di mescolare tutti questi ingredienti senza renderli mai volgari. Anche Dante, nell'Inferno, descrive il diavoletto che “avea del cul fatto trombetta”. Ma ciononostante, anzi proprio per questo, la sua Commedia restò Divina.

NEL TRAILER come nell'idea del prequel di “Amici miei” manca lo spirito che fece grande l'originale. Uno spirito che nacque a metà degli anni 70 da una congiunzione astrale irripetibile: quella che allineò due mostri della regia e cinque mostri della recitazione al massimo della forma e al culmine della carriera. Semplicemente ridicolo, anzi tragicamente arrogante, pensare oggi di poter resuscitare quello spirito con il romano De Sica e il pugliese Placido che cercano di parlare toscano, o con l'altro romano Ghini doppiato da un fiorentino. O di colmare l'abisso tirando dentro i toscani Hendel, peraltro bravissimo come caratterista e cabarettista, e Panariello, che non ha mai fatto ridere nessuno. Mai il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Necchi e il Melandri avrebbero ripetuto due volte la stessa zingarata, la stessa beffa, la stessa supercazzola. I loro erano tutti pezzi unici. Per questo centinaia di migliaia di persone conoscono a memoria ogni loro battute e i loro nomi e cognomi, come la formazione della squadra del cuore che ha vinto l'ultimo scudetto. Lo stesso Monicelli, dopo l'atto secondo, passò la mano. Ora invece arriva Amici miei nella Firenze dei Medici. Seguiranno – c'è da giurarci – Amici miei sul Nilo, a New York, in Sudafrica, in Egitto, in India, a Miami, a Beverly Hills, a Rio. E presto, dopo De Sica, avremo Checco Zalone e poi tutta la squadra di Zelig. In vista dell'uscita nei cinema di tutt'Italia, i contestatori su facebook propongono il boicottaggio, addirittura l'occupazione di qualche sala cinematografica, per protestare contro la profanazione dell'originale. Per carità, i boicottaggi hanno sempre fatto il gioco dei boicottati. “Questo film – fa notare un saggio sulla pagina Fb – si boicotta da sè”. Basta non andare a vederlo. Se le sale restassero deserte, De Laurentiis, Parenti e De Sica tornerebbero ai loro cinepanettoni scoreggioni. E nessuno proverebbe più a profanare i capolavori. La supercazzola è cosa troppo seria per cadere in mano a questa gente.

Nella foto grande un’immagine dal set di Amici miei, con Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Duilio Del Prete e Adolfo Celi. Sotto Michele Placido nel prequel

8 commenti:

Unknown ha detto...

A parte il fatto che non vado più al cinema, da quando non si può più fumare, non andrei certo a vedere sta bestemmia.
Nè' lo guarderò quando passerà in televisione.
Cristiana con simpatia

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Condivido la tua opinione e mi associo. Grazie per la simpatia, che ricambio.

il Mandi ha detto...

ciao, Amico mio!

gli "amici miei" originali
l'"amici miei come tutto ebbe inizio"

come fare un confronto?

sarebbe come voler mettere a confronto la pommarola napoletana con quella cinese, impossibile......

anche io non lo andrò a vedere, e neppure se passerà poi in tv.

mi rifiuterò!

e poi mi sta particolarmente sulle palle quell'attorucolo di de sica, lontanissimo parente del padre, artisticamente parlando.
chissà, se non facesse de sica di cognome, forse manco il parcheggiatore abusivo gli farebbero fare!

mah!

stasera "annozero"!
telefono staccato, porta chiusa, birra fresca, prosciutto san daniele e rutto libero,

riciao!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mauro, come non darti ragione, è proprio così. Bell'articolo quello del nostro Marco Travaglio. Ieri sera ad Annozero poi, per nulla intimidito dalla presenza in studio di quei monumenti di giornalisti, che hanno consumato tanto tempo per dire le loro cose, in modo anche poco comprensibili all'ascoltatore medio, come, togliendo spazio agli altri, e cioè Marco e Vauro. Inoltre Tremorti ha dato l'ennesima prova della sua spocchia, della sua arroganza, della sua maleducazione sostanziale, sia nelle repliche a Eugenio Scalfari (che sa difendersi bene, è un intellettuale finissimo quale Tremorti non sarà mai) sia nell'evitare qualsiasi risposta a quel giovane incazzatissimo (e a ragione). Che cazzo c'è andato a a fare da Santoro? E vorrei chiedere a Santoro: perchè non c'era un economista in studio? Io la risposta me la do da me: Tremorti non ha voluto! Andasse a fare in culo!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

... con tutta la banda Bassotti!

Francy274 ha detto...

Ho visto il primo "amici miei", in TV dopo anni , gli altri no. Non amo i film a "serie" come non li amo a puntate. Un film per me deve iniziare e finire, altrimenti l'argomento diventa di una noia mortale.I remarque portano in sè un "niente di nuovo sul fronte occidentale", se poi c'è un Cristian De Sica oltre al niente di nuovo si aggiunge lo squallore.
Concordo nel disertare di vederlo, sia al cinema che in TV.

Sono d'accordo anche su quanto hai detto di Tremonti, ormai fanno pena questi politici. Si evince che strngono fortemente lo scettro del potere che ogni giorno si allontana sempre più.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Francesca, i primi due furono diretti da Mario Monicelli, il secondo te lo sei perso ma non era inferiore al primo. Poi Monicelli non volle fare il terzo atto e fece bene.
Io ho visto solo i primi due: a dire poco fantastici!
Sono film cult che non stancano mai.

Jonny Dio ha detto...

A oltre tre anni di distanza, direi che lo possiamo ben dire: scampato pericolo!
Questa chiavica di film, costato 15 e incassati 3, è stato un tale e talmente meritato flop (io l'ho addirittura visto, durante una mia fase autolesionista) da indurre chi avesse ancora idee profanatorie a starne alla larga, e anche per un bel pezzo.
Mi chiedo quale sarebbe il giusto contrappasso per Neri Parenti; il Maestro, invece, può finalmente riposare in pace.