mercoledì 2 marzo 2011

Caso Ruby, maggioranza all'offensiva


I capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Luciano Sardelli (Noi Sud) hanno appena inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato «a tutela delle prerogative della Camera».

LA LETTERA - I magistrati di Milano decidendo di continuare ad occuparsi del «caso Ruby» nonostante la Camera si fosse pronunciata per la competenza del tribunale dei Ministri, avrebbero leso le prerogative dell'assemblea di Montecitorio e avrebbero dato della disciplina vigente «un'interpretazione scorretta». È quanto si legge nella lettera scritta dai capigruppo di maggioranza alla Camera Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Luciano Sardelli che l'Ansa è in grado di anticipare.

I capigruppo della maggioranza chiedono, tra l'altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per «l'assoluta infondatezza ed illogicità dei capi di imputazione». «All'Organismo parlamentare - si legge nella lettera trasmessa a Fini - non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri - la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale - assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall'Articolo 96 della Costituzione». Nella lettera, firmata da Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli, si parla anche di «superficialità» che sarebbe stata dimostrata dai magistrati di Milano. La richiesta di sollevare conflitto è infatti nei confronti della Procura e del gip di Milano che, per il caso Ruby, hanno imputato al premier i reati di concussione e prostituzione minorile.

Redazione online
01 marzo 2011

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Così come stanno le cose il conflitto di attribuzioni che sta per essere, con ogni probabilità, dalla Camera dei Deputati, non avrebbe molte speranze di successo, basandosi sulla marcata ma contestata differenza fra esercizio, da parte del presidente del Consiglio, delle proprie funzioni e abuso della propria qualità istituzionale, della posizione di dominio di B., il quale non aveva nessuna competenza a interagire direttamente con la Questura di Milano.
Infatti, Presidente della Corte Costituzionale è Ugo De Siervo, sotto la cui presidenza è stato ridimensionato il ‘legittimo impedimento’, il cui mandato, novennale, scade il prossimo 29 aprile.
Candidato già alla precedente elezioni, che vide eletto De Siervo, è Alfonso Quaranta, il cui mandato di giudice costituzionale e presidente in pectore scadrà il 27.1.2013.
L’elezione di Alfonso Quaranta, napoletano come l’altro e più noto giudice costituzionale Luigi Mazzella, potrebbe mutare gli equilibri interni alla Corte, che si compone di quindici membri compreso il Presidente.
Quindi il conflitto fra Tribunale di Milano e Camera dei Deputati, qualora passi il vaglio della presidenza della Camera, avrebbe una qualche speranza di successo.
In tal caso addio processo Ruby e Silvio forever!

amalia ha detto...

Comunque o processo o non processo la faccia l'ha bella persa , c'e' un limite a tutto , anche i piu' accaniti sostenitori si stanno schifando

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non ne sarei così sicuro.