Le guerre sono due. Una è nelle strade di Bengasi e nel cielo di Tripoli. L’altra è sul molo dell’isola di Lampedusa, dove donne e uomini italiani impazziti di caos e di solitudine tentano di spingere indietro esseri umani disperati che non possono andare altrove.
Anche i colpevoli sono due. Uno è il Colonnello Gheddafi. L’altro è chi ha fatto finta che si trattasse di un normale capo di Stato, con cui si possono, anzi si devono avere rapporti normali. Ma se Gheddafi è ormai considerato dalle Nazioni Unite e dall’opinione del mondo colpevole di sterminare il suo popolo, perché Berlusconi, che ha baciato la mano in pubblico all’assassino, in modo da dimostrare che il sodalizio era pieno e incondizionato, fino alla sottomissione (con grandi vantaggi pubblici e privati) dovrebbe farla franca e apparire fra i giustizieri del mondo libero? Sì, abbiamo notato che se ne sta cauto dietro la porta, ed è uscito solo una volta “mi dispiace”. Gli dispiace del trattato o delle vittime? Comunque il ministro della Difesa
Alla domanda: adesso tu cosa faresti? Marco Pannella ha risposto: “Avrei cominciato prima. Anzi, abbiamo cominciato prima, con il voto contro il trattato”. Credo che sia la risposta giusta. Tutto comincia prima in questa storia, compresa la persecuzione ai migranti. Uno che bombarda il suo popolo era il più adatto a garantire, per conto dell’Italia, viaggi senza ritorno. Il baciamano resti il simbolo di una squallida alleanza, purtroppo controfirmata da quasi tutto il Parlamento, che era fondata su soldi, petrolio e morte. Ricordiamolo anche nel dopo baciamano: i protagonisti di questo brutto momento della storia sono stati (e sono ancora) due. Ognuno deve molto all’altro. Hanno in comune le vittime, perché il trattato non è mai stato cancellato.
Il Fatto Quotidiano, 23 marzo 2011
mercoledì 23 marzo 2011
I due compari
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