lunedì 7 marzo 2011

I ribelli: "Respinto l'attacco" Ma Gheddafi canta vittoria


In Libia è stata una giornata di guerra civile e propaganda, fra le informazioni diffuse dal regime di Gheddafi e la controinformazione degli insorti. Una domenica che all'alba vede i fedelissimi di Gheddafi sparare in aria a Tripoli per il successo di una controffensiva che avrebbe riportato sotto il controllo del rais le città dell'est, Misurata, Zawiya, il porto petrolifero di Ras Lanuf, dopo una notte di battaglia, preludio alla marcia verso Bengasi, "capitale" dell'altra Libia. Gioia prematura. La giornata, infatti, si conclude con il Consiglio nazionale libico, organismo di governo e coordinamento delle forze d'opposizione a Gheddafi, che annuncia che non solo Misurata e Zawiya, ma tutte le città dell'oriente libico sono state "liberate" dopo aver respinto gli attacchi dell'esercito verde. E che ora si punta a ovest, per riprendersi Bin Jawad e tornare a minacciare Tripoli.

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Per avvalorare la sua versione dei fatti, in serata il Consiglio nazionale libico manda un portavoce in conferenza stampa a Bengasi. Per smentire la propaganda di regime e anche per svelare i retroscena di un giallo: la cattura di otto cittadini britannici da parte dei ribelli. Evento che Londra non commenta, poi infine ammette. Si tratta di una missione diplomatica, scortata da membri delle Sas, le forze speciali di Sua Maestà, entrati nel Paese con l'obiettivo di contattare il Consiglio nazionale libico. "Erano entrati in modo irregolare, senza passaporti - racconta il portavoce del Cnl, Hafiz Ghoga - non abbiamo voluto parlare con loro, per dare un segnale al Paese. Per dire che la rivolta e spontanea e interna". Gli otto sono stati imbarcati e rispediti in Gran Bretagna, dove il ministro degli esteri, William Hague, conferma tutto, inquadra la missione in un più ampio piano umanitario e rilancia: "Ci riproveremo, bisogna rafforzare il dialogo".

Gheddafi, però, non si lascia sfuggire l'occasione di "svergognare" i suoi nemici. La tv di Stato diffonde l'intercettazione di un colloquio telefonico tra un ex ambasciatore britannico a Tripoli e Mustafa Abdel Jalil, ex ministro della Giustizia libico e attuale capo del Consiglio nazionale dell'opposizione. La voce attribuita al diplomatico britannico sostiene che i connazionali catturati sarebbero esperti militari inviati in aiuto ai ribelli.

Per contro, durante la conferenza stampa di Bengasi, il portavoce del Cnl sembra aprire al piano proposto dal presidente venezuelano Hugo Chavez, per una missione di pace che medi tra parti. Proposta che nei giorni scorsi sembrava essere stata respinta dagli insorti. "Nessuno ci ha mai contattati - afferma Hafiz Ghoga - quanto alla nostra risposta, dipende da cosa ci viene offerto. E in ogni caso noi agiamo per il popolo. E le richieste del popolo non possono essere ignorate".

Ancora diplomazia. Prima del vertice straordinario sulla Libia dei capi di stato e di governo di venerdì prossimo, il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha inviato una missione a Tripoli: quattro funzionari, guidati dall'italiano Agostino Mozzo, dallo scorso dicembre managing director del servizio Ue di risposta alle crisi. Arrivata oggi a Tripoli, la missione ripartirà domani dopo una serie di incontri e verifiche sul campo. Si tratta della prima missione internazionale dall'inizio delle violenze. La missione ha un carattere tecnico, volto a raccogliere informazioni direttamente sul luogo e non a negoziare con le autorità. Tra gli obiettivi, verificare quanti cittadini europei sono ancora in Libia, quanti desiderano partire, avere un quadro preciso dei lavoratori stranieri ancora in Libia che intendono andarsene. All'esame, infine, le esigenze relative ai bisogni di aiuto umanitario.

Intanto, la Comunità Democratica Libica in Italia denuncia l'arrivo nel nostro Paese di un centinaio di agenti del regime di Gheddafi, che fingendosi studenti, si apprestano a inscenare manifestazioni a favore del regime all'ambasciata di Roma e al consolato di Milano. La Comunità afferma di essere in possesso di informazioni che darebbero i finti studenti già a Perugia.

(06 marzo 2011)

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