mercoledì 16 marzo 2011

L’Italia e il nucleare? “Per il momento il risultato è zero”


ALESSIO PISANO'

Oettinger: "Curioso per il referendum italiano sul nucleare". Cohn-Bendit: "Gli italiani diranno NO nonostante Berlusconi e le sue tv". Intanto il commissario Ue all'Energia risponde alle domande degli eurodeputati sugli stress test: in vigore entro 6 mesi. Lunedì vertice straordinario dei ministri dell'Energia

“Sono molto curioso di vedere il risultato del referendum sul nucleare in Italia del prossimo giugno”. Così Gunther Oettinger, Commissario Ue all’Energia di fronte alla commissione Ambiente del Parlamento europeo. Italia e Francia, secondo il commissario, dovranno decidere su che tipo d’energia vorranno investire nel proprio futuro. Sullo sfondo, l’esempio della Germania e dei sette reattori spenti in questi giorni dalla Merkel, in Europa la risposta più veloce di fronte alla tragedia giapponese.

Il destino nucleare dell’Europa passa quindi inevitabilmente anche dalle scelte politiche dell’Italia. In mattinata Daniel Cohn-Bendit, co-presidente del gruppo dei Verdi europei, si era detto scettico che l’Italia potesse tornare al nucleare. ”Vogliono fare delle centrali in Italia ma nessuna regione le vuole: il risultato è zero”, ha dichiarato Cohn-Bendit in conferenza stampa, sicuro del NO al nucleare degli italiani. “Malgrado la televisione di Berlusconi, ci sarà una vera rivolta. Gli italiani ne hanno abbastanza. Non c’è nessun motivo di costruire centrali nucleari in un paese che ha avuto tanti terremoti. Bisogna essere malati: è vero che siamo abituati alla malattia di questo governo, ma non bisogna esagerare”.

Più scettico sembra, invece, il commissario Oettinger, che ha risposto oggi in commissione Ambiente alle domande degli eurodeputati sugli stress test decisi dal vertice straordinario tenutosi a Bruxelles con i rappresentanti delle autorità nazionali di sicurezza nucleare e dell’industria di settore. “L’Ue deve chiedersi se può pensare a un futuro senza energia atomica”, ha dichiarato Oettinger, secondo il quale “la sicurezza viene prima di tutti gli altri interessi”. “Ma l’Europa non può imporre niente secondo i trattati”, precisa il commissario. Ad esempio nel mix energetico previsto dalla Road Map europea che prevede la riduzione delle emissioni di CO2 dell’20% entro il 2050 rispetto al 1990, gli stati membri sono tenuti ad assicurare che un terzo delle proprie fonti energetiche venga dal rinnovabile, sul resto c’è libertà di scelta, compreso il nucleare.

“Entro giugno vogliamo avere delle norme certe per gli stress test. In base alle risorse li metteremo in pratica”, continua Oettinger, annunciando un meeting straordinario dei 27 ministri dell’Energia per lunedì prossimo. “E poi questi test vanno allargati anche ai nostri Paesi partner, come Russia e Turchia“. Il commissario, imbeccato dagli eurodeputati, va ancora oltre: “L’Ue deve far valere tutto il suo peso diplomatico per spingere anche paesi come India e Cina a rivedere la loro politica nucleare”.

Tornando in Europa, al momento le condizioni minime di sicurezza sul nucleare sono sancite dalla Direttiva Nuclear Safety, che deve essere recepita entro il prossimo luglio. Al momento ad essere in regola al 100 per cento sono solo Francia, Spagna e Bulgaria. Mancano all’appello
Grecia, Lituania, Germania, Belgio, Portogallo, Finlandia, Lettonia, Estonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. Ma non basta. Secondo Oettinger “bisogna aggiornare l’intera direttiva ben prima del previsto riesame del 2014″. Intanto Repubblica Ceca e Slovenia si sono dette contrarie a rivedere i loro piani nucleari. Secondo il Premier ceco Vaclav Klaus, gli appelli a ridurre o ad abbandonare l’uso del nucleare rappresentano un “populismo opportunista”.

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