domenica 24 aprile 2011

Alfano: "L'Italia non vuole più scontri ma da sinistra e pm furore ideologico"


Prima invoca la tregua: "Ha ragione il presidente Napolitano 1: è ora di abbassare i toni, almeno di provare a farlo". Poi punta il dito contro sinistra, pm e Consulta. Il ministro della giustizia Angelino Alfano, intervistato da 'Avvenire', il quotidiano dei vescovi, affronta i vari temi sul tappeto della riforma della giustizia. E lo fa, da un lato, invocando un ritorno alla "normalità" del clima politico. Dall'altro, assolvendo il governo e additando come veri responsabili della "guerra" sulla giustizia, i magistrati e l'opposizione.

"Diamoci tutti una calmata. Facciamolo assolutamente", afferma il guardasigilli, che poi invita le opposizioni a un confronto "libero da furore ideologico e da ostilità pregiudiziali". Ed ancora: "La bussola deve essere il bene comune. Sarebbe sciagurato buttare via l'ultima occasione. E dire no a una riforma importante per il paese solo per tentare ancora quell'impossibile spallata al capo del governo".

L'appello a deporre le armi, però, lascia immediatamente il posto al consueto anatema verso toghe e sinistra. Si parla di giustizia, ovviamente. "Il governo ha la coscienza a posto. Ha fatto tutto quello che era nelle proprie possibilità per conciliare il diritto dovere a governare con l'esercizio all'attività giurisdizionale" dice il ministro. A partire dal lodo Alfano.

"Ma la sinistra e i pm hanno deciso per la guerra e la Corte costituzionale ha fatto il resto". Poi il legittimo impedimento: "Anche in questo caso, la Corte si è segnalata per un interventismo di potatura robusto. Vede, noi avevamo offerto una tregua e loro l'hanno respinta".

Se queste sono le premesse, l'invocazione finale a toni più distesi, suona come un messaggio dovuto ma, forse, poco realizzabile: "Abbiamo un dovere verso un'Italia che non ne può più. Che vuole un confronto sui temi, che pretende riforme e contenuti, che è stanca di cortei: sia a favore dei magistrati, sia contro. E che vuole che la democrazia ritrovi normalità".

Due rapidi accenni al tema della successione a Berlusconi. Il nome di Alfano è stato fatto dal Cavaliere in persona. Ma il Guardasigilli frena: "Nel 2013 Berlusconi sarà ancora il candidato a Palazzo Chigi". Quanto al ministro dell'economia
Giulio Tremonti, "ha tenuto i conti in ordine e anche questo è un risultato importante. Ora tocca a noi dimostrare di essere una squadra coesa di saper fare i conti con gli inevitabili tagli; c'è ancora un'emergenza, facciamo quadrato, restiamo uno accanto all'altro e camminiamo per un solo obiettivo".

(24 aprile 2011)

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

IO NON GLI AFFIDEREI NEMMENO L'AMMINISTRAZIONE DI UN CONDOMINIO E INVECE FA IL MINISTRO DI GIUSTIZIA! QUESTO E' LO SCHIFO DELL'ITALIA, PARDON DEGLI ITALIANI.

il Mandi ha detto...

buona pasqua, caro amico!
e torna sul blog drome, abbiamo messo la moderazione dei commenti.

non te la prendere troppo con obbie, è un geniaccio, e di conseguenza può a volte, a sua "insaputa", crearsi qualche problema.

mica tutti son sbullonati come me!

saluta tutta la tua "truppa", dai minorenni in pio, e fagli gli auguri da parte mia.

ciao ed a presto, Luigi!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

MAURONE, GRAZIE PER GLI AUGURI CHE RICAMBIO.
QUANTO AL "GENIACCIO", MICA TANTO, ALTRIMENTI AVREBBE CAPITO CON CHI AVEVA A CHE FARE, RISPARMIANDOSI CERTE TIRATE INTELLETTUALOIDI CHE CON ME NON ATTACCANO. E POI, NON MI PIACE AVERE A CHE FARE CON CHI SI NASCONDE NEL PROFILO.