domenica 3 aprile 2011

Anche il nord faccia la sua parte


Sulla sorte degli immigrati di Lampedusa io sono d’accordo con Cicchitto quando dice che ci vuole “umanità senza demagogia”. Però non so se quello che ha fatto Berlusconi a Lampedusa si possa chiamare demagogia. Io lo chiamerei un comportamento da venditore di tappeti. Solo un venditore di tappeti poteva andare là a dire che s’è comprato la casa a Lampedusa su Internet!

I problemi veri sono altri. E’ accaduto che è stato costituito un lager, sapendo che sarebbe diventato un lager. E pur sapendolo, per settimane e mesi hanno lasciato marcire la situazione in questo modo, scambiando i profughi per i clandestini. A Lampedusa, tranne qualche caso, non ci sono profughi ma clandestini. La nostra accusa politica è aver creato ad arte quel lager per far odiare i clandestini e per giustificare azioni senza precedenti di disumanità.
Detto questo, cosa bisogna fare ora? Secondo noi, nell’emergenza, non si può distinguere tra profughi e clandestini. Sono tutti clandestini, e se le Regioni hanno fatto un accordo dicendo, soprattutto quelle del nord che li prendono solo se sono profughi, in realtà vuol dire che non prendono nessuno.
Chiediamo che ci sia solidarietà da parte di tutti, da parte di tutte le Regioni, non solo di quelle di una parte del Paese. Non si possono fare regioni di serie a e di serie b.


Berlusconi dovrebbe in ogni caso presentarsi in parlamento e affrontare questo problema. Ma il fatto è che in parlamento non ci stiamo occupando di nulla se non dei processini di Berlusconi.

Nella legge che si sta discutendo adesso di processo breve è rimasto soltanto il nome. Non accorcia in alcun modo il processo. In realtà è rimasta solo una norma, quella all’art. 3, che dice semplicemente questo: “D’ora in poi i termini di prescrizione sono più brevi, anche con riferimento ai processi in corso per i quali non c’è ancora la sentenza di primo grado. Quel tanto che basta per permettere al signor Silvio di farla franca”.

Ergo, tutto questo macello è perché bisogna fare una corsa contro il tempo per far scattare la prescrizione prima che si chiuda il processo Mills. Perché in questo benedetto processo il corrotto è già stato condannato e se si va a sentenza è facile che venga condannato anche il corruttore, cioè Berlusconi.
Insomma c’è una corsa contro il tempo per fare una leggina che anticipi i termini della prescrizione. Il mondo brucia, le centrali nucleari esplodono, la guerra è in corso, il Paese non ha più un’economia e noi, tra una schedina tirata in faccia all’opposizione da Alfano e un “vaffa” di La Russa, di cosa ci occupiamo? Del processo di Berlusconi.

Dicono che è l’Europa a chiedere questa legge. Ma l’Europa ci chiede di fare più presto i processi, non di non farli più. Quello che deve fare l’Italia per rispondere positivamente all’Europa non è fare una normetta per poter dire "così in meno tempo lo prescrivo". Quello che dovrebbe dire è invece: “Attrezzo strumenti, persone, finanze e quant’altro per farlo il più presto possibile”. Se il processo si fa, si sa se una persona è innocente o colpevole, ma non farlo più è la sconfitta della giustizia e dello Stato di diritto. Lasci senza giustizia tutti: gli innocenti, le vittime e i colpevoli.

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