Enrico, un musicista della Fenice di Venezia che non è riuscito a diventare il grande direttore d'orchestra che sperava, avendo appreso di avere un male incurabile, decide di rivedere la sua ex moglie con cui ha anche avuto un figlio invitandola a Venezia. Non le rivela però di essere malato.
Lei, Valeria, acconsente nonostante il timore che la richiesta possa rivelarsi un tentativo di riconciliazione o peggio, un ricatto nei confronti del suo nuovo marito, un uomo maturo e benestante con cui lei si è rifatta una famiglia.
Enrico e Valeria trascorrono una giornata girovagando in una Venezia splendida ma profondamente malinconica e decadente, rivivendo i momenti passati insieme. Lei capisce di amare ancora Enrico. Nello stare insieme Valeria si accorge anche che lui sta male ed Enrico le rivela di avere ancora poco da vivere. Di fronte a questa notizia, Valeria si concede un'ultima volta, nella consapevolezza che oramai è troppo tardi per cambiare. Alla fine del film, quando termina la giornata insieme, i due si congedano consci che quella è stata la loro ultima volta insieme. Mentre lei si allontana, Enrico dirige l'orchestra di studenti con cui ha preparato l'esecuzione del celeberrimo Concerto in Do minore per oboe, archi e basso continuo di Alessandro (o Benedetto) Marcello.
3 commenti:
IN TEMPI COSI' SCHIFOSI E ORRENDI C'E' UN GRANDE, ENORME BISOGNO DEL BELLO, PER CONSENTIRE ALLA PROPRIA ANIMA DI MORIRE SOFFOCATA!
È un film estremamente drammatico, questo, dal punto di vista dei sentimenti. Immagino che sia bellissimo, anche se non l'ho mai visto. Ma perché dici che con il bello l'anima deve morire soffocata? Ho sempre pensato che l'anima sia immortale, e che, anzi, si cibi delle cose belle, dico male Luigi? Forse non mi è chiaro il concetto che vuoi esprimere.
Hai ragione, ho saltato la negazione (NON), stravolgendo il significato del mio commento.
Sì, l'ho visto, in DVD. E' proprio come dici tu. il film è del 1970 con la regia di Enrico Maria Salerno, grande attore e regista del passato (recente).
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