lunedì 25 aprile 2011

Bejart - Adagietto (Jorge Donn)

GUSTAV MAHLER

La Quinta sinfonia, in do diesis minore è del 1903. È anche l'unica sinfonia su cui Mahler tornerà più volte fino alla fine della sua vita, perché non era mai del tutto soddisfatto della strumentazione: la scrisse durante le estati del 1901 e 1902, ma la revisionò per ben sei volte, sia prima della "prima" del 1904 a Colonia, sia dopo, ritoccandone continuamente l'orchestrazione.

Consta di cinque movimenti, divisi in tre parti.

La prima parte è costituita dai primi due movimenti, fra loro tematicamente legati. Il primo è una marcia funebre in cui compare di nuovo in modo prepotente il gusto sardonico di Mahler (con una rielaborazione ironica del tema del destino della Quinta sinfonia di Beethoven); il secondo movimento, in forma sonata e in la minore, è in un tempo agitato e verso la fine presenta un luminoso tema in modo maggiore che tornerà nel finale della Sinfonia.

La seconda parte è costituita per intero da un vastissimo Scherzo in re maggiore, in cui le reminiscenze di Wagner si mescolano con quelle del valzer viennese: quasi un compianto anticipato per un mondo (quello della Vienna imperiale) che stava per finire, dieci anni prima de Il cavaliere della rosa di Strauss.

L'ultima parte della Sinfonia si apre con il famoso Adagietto, in fa maggiore, forse la pagina più nota di Mahler, utilizzato poi da Luchino Visconti per la colonna sonora del film Morte a Venezia: 103 battute affidate solo agli archi e ad un'arpa. Questa pagina detiene forse un record fra tutti i brani di musica classica: quello della maggiore differenza di durata che è possibile riscontrare fra le varie esecuzioni. Infatti, molti direttori affrontano (metronomo alla mano, più correttamente) questo Adagietto facendolo durare circa otto minuti (probabilmente anche Mahler stesso lo dirigeva così, come possiamo desumere dal raffronto con le incisioni del suo principale allievo, Bruno Walter), ma è possibile ascoltarne esecuzioni incredibilmente dilatate, come quelle di Hermann Scherchen e Bernard Haitink, che sfiorano addirittura i quattordici minuti. La sinfonia si conclude poi con un Allegro che riprende uno dei temi principali dell'Adagietto, eseguendolo in maniera molto più frenetica.”.

8 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

JORGE DONN
Il 25 febbraio 1948 nasceva a Palomar, in provincia di Buenos Aires, Jorge: figlio di due emigrati russi, Mauricio Itovich e Rosa Donn, che sarebbe divenuto uno dei ballerini più amati da Maurice Béjart nonchè l’ispiratore di tanti straordinari lavori del grande coreografo.
Nel 1955, quando compì sette anni, Jorge Itovich entrò nella Scuola di Ballo del Teatro Colon, dove studiò sotto la guida di Aida Mastrazzi, Jorge Tomin, Michel Borowsky e Maria Ruanova, applicandosi anche nella danza moderna con Renate Schottelius. Nel 1963, ad appena 16 anni, si diplomò con menzione speciale ed entrò a far parte del Corpo di ballo del Teatro Colon assumendo come nome d’arte il cognome di sua madre.
Quando, nello stesso anno, il Balletto del XX° Secolo di Maurice Béjart venne ad esibirsi in Argentina, il giovane ballerino assistette a “Le sacre du printemps” e ne uscì estasiato. Capì in quel momento che quella doveva essere la sua danza e chiese, perciò, di partecipare ad una “classe” della compagnia di Bruxelles. Fu notato da Béjart il quale, pur esprimendo un giudizio positivo sulle sue potenzialità, dichiarò che non gli era possibile offrirgli un ingaggio. Jorge non si diede per vinto. Aiutato da un amico, che gli finanziò il viaggio in Europa, partì per Bruxelles e si ripresentò da Bèjart. Nuovamente il coreografo gli disse che non c’erano posti disponibili ma il caso volle che, contemporaneamente, uno dei ballerini della Compagnia si infortunasse e così Jorge entrò nell’elenco degli scritturati bruciando così in pochi anni le tappe. Nel 1966 fu il protagonista di “Romeo e Giulietta” e nel 1967 divenne primo ballerino della Compagnia.
Per circa 30 anni fu l’interprete preferito dei lavori di Béjart tra i quali: "Roméo et Juliette", "Nijinski, clown de Dieu","Le chant du Compagnon errant", "Golestan", "Les triomphes de Pétrarque", "Notre Faust", "Héliogabale", Boléro, "Light", "Adagietto", "Messe pour le temps futur", "Vie et mort d'une marionnette humaine", "Malraux ou la métamorphose des dieux", "Et valse", "1789 et Nous".
Nel 1976 fu invitato da George Balanchine a danzare nel New York City Ballet, mentre nello stesso periodo Béjart lo nominava condirettore artistico del Balletto del XX° Secolo e, nel 1979, étoile della Compagnia. Nel 1981 fu protagonista nel film di Claude Lelouch “Les uns et les autres” (Bolero). Il suo nome cominciò a fare il giro del mondo e fu invitato ad esibirsi in teatri importanti, dal Bolshoi di Mosca all’Opera di Parigi, con partners come Ekaterina Maximova (Romeo e Giulietta), Maia Plisetszkaja (Leda) e Natalia Makarova (Mefisto) .
Nel 1987, quando si sciolse il Balletto del XX° Secolo e Béjart si spostò a Losanna, egli, dapprima, seguì le sorti della Compagnia ma, nello stesso tempo, cominciò a dedicarsi all’insegnamento ed a prepararsi ad una separazione dal suo Maestro. Béjart giustificò il suo graduale distacco con il desiderio di Jorge di rendersi indipendente. Egli, allora, nel 1989, formò una sua propria compagnia (L’Europa Ballet) che rimase in attività per poco tempo.
Ammalatosi di Aids, Jorge Donn morì a Losanna il 30 novembre 1992.

Nou ha detto...

Musica e danza bellissime.
Ho avuto occasione di assistere a uno spettacolo del Balletto del xx° Secolo nel 1969 a Bruxelles: è stato per un caso fortuito, da me molto apprezzato sebbene non ne sapessi molto di queste meragliose arti (anche oggi, purtroppo).
Nou

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non saperne molto non significa incapacità di percepire, di emozionarsi, di partecipare.
Questo Adagietto mi incanta sempre, è musica che non si logora mai con l'ascolto frequente.

Francy274 ha detto...

Che bello, ogni volta che rivedo danzare Jorge Donn mi incanto. L'eleganza e la grande capacità interpretativa trasportano.
Naturalmente non sapevo che avesse danzato anche la musica di Mahler, sarà che lo ricordo nel Bolero, in Giulietta e Romeo, e non vorrei sbagliare anche nel Siegfried :)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Come avrai letto, l'Adagietto è il quarto movimento della sinfonia n. 5 di Mahler, è presente nel mio profilo come clip audio.
Ho il film di Claude Leluch.
Ho anche morte a Venezia di Luchino Visconti.
Sto facendo una 'full immersion' nei grandi capolavori e trascuro il blog!

Francy274 ha detto...

Non ho mai visto "Morte a Venizia", o forse si? Devo rileggere la trama.
Comunque riproponi bellissimi capolavori.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Qui ci vuole un consiglio.
Acquista il DVD, ve ne sono due, il secondo con i contributi. Vedi prima quelli e poi il film, che è tratto da una novella di Thomas Mann. Lo capirai meglio. Io non lo sapevo che ho visto prima il film, poi l'ho rivisto sapendo e capendo molto di più.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ALMENO QUESTO! PER SUPERARE LA FRUSTRAZIONE E L'AVVILIMENTO.