lunedì 11 aprile 2011

Berlusconi in tribunale: «C'è una magistratura che lavora contro il Paese»


«Nemmeno per sogno ma che condanna. C'è una magistratura che lavora contro il Paese»: sono queste le prime parole pronunciate dal premier Silvio Berlusconi, che è tra gli imputati al processo sui diritti tv Mediaset, prima di entrare nell'aula della prima Corte d'assise d'appello accolto da numerosi sostenitori. È la prima volta che il premier partecipa all'udienza dibattimentale davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale. Due settimane fa aveva seguito l'udienza preliminare del caso Mediatrade.

INTERCETTAZIONI - «In un paese civile le intercettazioni non possono essere portate a processo perchè manipolabili» proclama ancora il premier che risponde anche ai giornalisti sul caso Ruby: «Non esiste alcuna concussione». «Siccome c'è da fare poco al governo sono qui a trovare un'occupazione. Su di me è stato gettato fango incredibile. Un fango incredibile che viene su di me che in fondo sono un signore ricco, ma che viene su tutto il Paese» ha poi aggiunto il presidente del Consiglio. Al processo Mediaset non ci sono «fatti» contro di me ma «pure invenzioni astratte dalla realtà. Non credo farò dichiarazioni spontanee a meno che i giudici non le dicano troppo grosse costringendomi a intervenire» ha concluso il premier.

RIFORMA GIUSTIZIA - Berlusconi prima dell'inizio del processo Mediaset, ha spiegato inoltre che quelli a suo carico «sono processi mediatici» e «questa è la dimostrazione che nel nostro paese siamo giunti a una situazione limite per cui bisogna riformare la giustizia». Il premier ha aggiunto anche che la riforma «non è affatto punitiva» ma serve a «portare la magistratura ad essere quello che deve essere, non quello che è oggi come arma di lotta politica». Entrando poi nello specifico del processo sui diritti tv Mediaset Berlusconi ha precisato: «In sintesi estrema vengo sospettato di essere socio occulto di un signore che vendeva diritti a Mediaset - ha spiegato il premier -, è inesistente come situazione». Secondo l'accusa, infatti, Berlusconi sarebbe stato il socio occulto del produttore americano Frank Agrama, uno degli imputati. «Gli hanno sequestrato tutti i conti e tutti i soldi - ha chiarito il premier riferendosi ad Agrama -, anche gli ultimi che ha fatto in Europa e li hanno trovati tutti, come è logico che sia, nella sua disponibilità e nei suoi conti». Queste, ha concluso il capo del governo, sono accuse «assolutamente infondate e demenziali».

IL PROCESSO - Una volta terminato il colloquio con i giornalisti Berlusconi è entrato in aula. A questo punto i giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano hanno revocato la contumacia. Nell'ambito del cosiddetto processo sui diritti tv Mediaset infatti il premier è, come detto, imputato insieme, tra gli altri, a Fedele Confalonieri e al produttore americano Frank Agrama.
Il dibattimento ha quindi preso il via. La prima testimone sentita è stata Paola Massia, ex collaboratrice dell'imprenditore cinematografico Frank Agrama, anch'egli imputato nel processo.

DAVANTI AL TRIBUNALE - Intanto da alcuni minuti gli altoparlanti sistemati davanti all'ingresso del Palazzo di Giustizia di Milano, dove all'esterno si sta tenendo un vero e proprio comizio del Pdl, diffondono di tanto in tanto le note di «Meno male che Silvio c' e». L'inno a Berlusconi viene di volta in volta intonato dai circa 200-300 sostenitori del premier muniti di bandiere del Popolo delle libertà e tricolori. Numerose anche le bandiere della Copagri, mentre più defilato c'è un vessillo del Sole delle Alpi. La musica ad alto volume si sente distintamente anche all'interno del Palazzo di Giustizia.

LA CONTROMANIFESTAZIONE - Un gruppo di contestatori di Silvio Berlusconi, capitanati dal blogger Piero Ricca, famoso per aver detto al premier Silvio Berlusconi «buffone» si è invece riunito davanti all'ingresso principale del Palazzo di Giustizia di Milano in coro di Porta Vittoria. I manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta «Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legga, basta leggi ad personam». Il gruppo, costituito da alcune decine di persone, è però ben distante dai sostenitori di Silvio Berlusconi.

Redazione online
11 aprile 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

MEGLIO LA PESTE BUBBONICA!