lunedì 11 aprile 2011

Contro la demenza senile basta un orto


Non occorre essere una Montalcini per scongiurare il deterioramento della mente legato all’età: la demenza senile e la malattia di Alzheimer in particolare, che nel 2050 colpirà quasi 2 milioni di italiani, si possono tenere lontane continuando a dedicarsi a una qualsiasi attività che non dev’essere necessariamente intellettuale, come invece finora molti studi avevano indicato, ma può essere di ogni tipo, anche soltanto coltivare il proprio orticello di casa. Fra le attività non intellettuali sono comunque favorite quelle in cui viene mantenuta una certa relazione sociale, come per esempio gestire un negozio, una piccola impresa con continue relazioni con gli altri.

STIMOLI - L’ha scoperto uno studio del Karolinska Institutet pubblicato sugli Annals of Internal Medicine da alcuni ricercatori diretti dalla ricercatrice svedese di origine italiana Laura Fratiglioni che hanno dimostrato come, qualunque fosse l’attività svolta dai soggetti dello studio, la malattia veniva ritardata contrastando sia un’eventuale predisposizione genetica, sia i cosiddetti fattori modificabili (malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, abitudine fin dalla giovane età al fumo o ad altre sostanze d’abuso) finora ritenuti importanti cofattori nello sviluppo della malattia e sui quali, alla luce di questi risultati, non si potrà più trarre una ferma conclusione. «Il cervello, come gli altri organi - dice la Fratiglioni - ha bisogno di stimoli e di esercizio per continuare a funzionare: gli anziani con una vita attiva, non solo dal punto di vista intellettuale, ma anche fisico e sociale, hanno un minor rischio di demenza, a prescindere dall’attività che continuano a svolgere e questo è il principale messaggio di questo studio».

Cesare Peccarisi
09 aprile 2011

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