mercoledì 6 aprile 2011

“DEVONO DIRE CHE RUBY AVEVA UN’ALTRA ETÀ”






La telefonata di Berlusconi e l’allarme rosso Era agosto. I pm: nessun abuso nelle intercettazioni

di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali

Oggi a Milano, a meno di un anno dall’inizio della vicenda e delle indagini, parte il dibattimento sul bunga-bunga di Arcore, con il presidente del Consiglio accusato di aver fatto pressioni sui funzionari della questura di Milano (“È la nipote di Mubarak”) affinché liberassero Karima El Mahroug, in arte Ruby, fermata per furto. La ragazza era un pericolo: doveva essere rilasciata al più presto perché avrebbe potuto parlare e svelare gli incontri di tipo sessuale avuti, da minorenne, ad Arcore. La concussione per coprire la prostituzione minorile: questa l’ipotesi dell'accusa.

Da oggi a condurre i giochi processuali saranno i tre giudici, Giulia Turri, Orsolina De Cristofaro e Carmen D’Elia. La vigilia del processo è stata segnata dalle proteste della difesa di Berlusconi per le tre intercettazioni raccontate ieri dal Corriere della sera, in cui a parlare è il presidente del Consiglio. Non dovevano essere trascritte e non dovevano finire negli atti depositati dalla procura di Milano, secondo gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo. La procura replica spiegando quali sono state le scelte della pubblica accusa, fin dall’inizio dell’indagine.

PRIMO: non utilizzare nel processo le telefonate con la voce di Berlusconi. Conversazioni legittimamente acquisite, perché a essere intercettato non era il premier, ma altri che parlavano con lui. Le si potrebbe utilizzare, ma soltanto dopo aver chiesto l’autorizzazione al Parlamento. La procura ha però deciso di non farlo, escludendo dal processo le telefonate del presidente del Consiglio anche per una sorta di garbo istituzionale. Per questo le sue intercettazioni non sono indicate tra gli elementi di prova mandati al gip per ottenere il giudizio immediato.

SECONDO: le telefonate, anche quelle con la voce di Berlusconi, possono essere utilizzate a carico di altri indagati, per esempio Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Lo saranno? La procura si riserva di decidere più avanti.

TERZO: perché, se non saranno utilizzate, le intercettazioni con la voce di Silvio sono state depositate ai difensori? Perché è un obbligo della procura farlo. I magistrati che indagano non possono nascondere nessuno degli atti d’indagine, non possono far sparire qualcosa sotto il tappeto. Così ai difensori di Berlusconi sono stati consegnati non soltanto il brogliaccio delle tre intercettazioni in questione (con Nicole Minetti, con Raissa Skorkina, con Marysthelle Garcia Polanco), ma anche un cd audio con decine di telefonate del presidente del Consiglio. La procura ha deciso di non utilizzarle nel processo, dunque sono destinate a rimanere segrete e a essere distrutte, però la difesa ha il diritto di averle, tutte, anche perché potrebbe avere interesse a usarne qualcuna come elemento a discolpa dell’imputato .

Ma allora, perché quelle tre telefonate del presidente del Consiglio (e altre ancora) sono state trascritte? La procura risponde spiegando che non è stata fatta alcuna “trascrizione”, che è un’operazione realizzata dai periti, in accordo con le parti. Quello che è stato consegnato a Ghedini e Longo (ed è finito sul Corriere) è soltanto il brogliaccio delle intercettazioni, cioè il primo resoconto dei colloqui - in forma riassuntiva o in forma di dialogo - che viene redatto dalla polizia giudiziaria che sta eseguendo le intercettazioni e che è necessario per districarsi nel mare delle telefonate, anche per decidere quali sono da distruggere.

CURIOSO comunque che, dopo la pubblicazione delle tre intercettazioni, la discussione e la polemica si siano incentrate solo sulla forma - certo essenziale nelle questioni giuridiche - senza però alcuna attenzione alla sostanza. E la sostanza di quanto pubblicato ieri dal Corriere è pesante. L’1 agosto 2010, Berlusconi viene a sapere da Nicole Minetti che Ruby è interrogata dal magistrato Pietro Forno, dopo il suo furioso litigio del 5 giugno con Michelle, la prostituta brasiliana che la ospita dopo la notte in questura, il 27-28 maggio. Berlusconi: “Vabbeh, quello che è importante è che ci siano diverse persone che testimonino come a noi aveva detto che aveva l’età diversa da quella che aveva, insomma. Una volta che succede quello, non succede più niente. L'abbiamo soltanto aiutata perché ci faceva pena”.

La conversazione ha un momento di incertezza quando Minetti riferisce (sbagliando) che Ruby ha dato a Forno delle foto. Il brogliaccio segnala: “Cinque secondi di silenzio”. Poi Berlusconi si riprende: “Speriamo che non venga fuori un casino”.

Nella seconda telefonata, del 26 ottobre 2010, una delle “arcorine”, Raissa Skorkina, chiama il premier perché ha finito la “benzina”. “Ah, ho capito”, le risponde Silvio. “Va bene, lo dico a Spinelli”, che è il cassiere di Berlusconi. La terza telefonata è con la dominicana Marysthelle Polanco. È il 4 ottobre 2010 (tre mesi prima, il convivente della ragazza era stato arrestato per traffico di cocaina). S’intromette un’altra ragazza, Aris Espinoza, e i toni si fanno boccacceschi.

Poi c’è il bunga-bunga dal vivo. La notte del 25 settembre un amico di Aris le chiede un favore via sms. Aris lo concede: “Come richiesto nel sms, l’interlocutore chiama e l’utente risponde senza parlare. In sottofondo si sente Iris che dice: 'Sono già ubriaca'. Aris le chiede: 'Hai bevuto?'. Poi si sente la voce in sottofondo di un uomo, presumibilmente Silvio Berlusconi”.

E COME sono state organizzate le indagini difensive? Lo spiega una telefonata del 22 ottobre 2010 (quattro giorni prima che Il Fatto sveli l’esistenza di Ruby), la segretaria di Berlusconi telefona a Barbara Faggioli, una delle ragazze di Arcore e le dice: “Buongiorno, è la segreteria del presidente Berlusconi, noi la volevamo convocare perché è veramente indispensabile la sua presenza per cercare di costruire e verbalizzare le normalità delle serate del presidente Berlusconi... Lunedì 25 a Milano presso lo studio Vassalli alle 17... Si presenta da sola e deve chiedere dell'avvocato Niccolò Ghedini”.

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