domenica 3 aprile 2011

Giustizia, Alfano sulle barricate "Nelle piazze per fare passare la riforma"


"Ci batteremo per far passare la riforma della giustizia nelle piazze". Lo ha detto il ministro Angelino Alfano parlando di giustizia al convegno di Rete Italia a Riva del Garda. Parole pronunciate alla vigilia di una settimana densa di passaggi delicati sul fronte della giustizia, dalla ripresa del dibattito parlamentare sul processo breve al voto di Montecitorio sul conflitto d'attribuzione per il caso Ruby.

"Sarà necessario l'impegno di un grande partito come il nostro, guidato da Berlusconi" dice il Guardasigilli. Per poi aggiungere: "La legge è uguale per tutti e anche per i magistrati: questo principio non ha nulla di punitivo verso i magistrati, sarebbe punitivo verso i cittadini se non facessimo una legge di questo genere".

"Io chiederò a Rete Italia - scandisce il ministro - il sostegno culturale, pratico e materiale della militanza, perchè noi dobbiamo batterci per far passare quella che in altri Paesi è un'ovvietà e purtroppo è il limite del nostro Paese. Dobbiamo batterci contro il pregiudizio dei soloni del diritto che ritengono che noi non siamo idonei culturalmente a proporre una riforma costituzionale della giustizia. Dobbiamo batterci contro il pregiudizio di chi ritiene di rappresentare la virtù anche dal punto di vista della interpretazione costituzionale e dobbiamo batterci contro il pregiudizio doloso di chi sposa le ragioni dei magistrati a prescindere dai loro meriti e dai loro demeriti".

Poi arriva l’attacco all’opposizione che “non condivide la nostra proposta di riforma della giustizia pur di far male a Berlusconi" e si rifugia "nel benaltronismo per uccidere il riformismo. Sono i titolari della virtù e la nostra riforma non la accettano perchè siamo brutti e cattivi".

E' un fiume in piena il ministro. "La sinistra ci dice che aveva dato una grande apertura di credito sulla riforma della giustizia, ma siccome ora facciamo leggi che non le piacciono, allora non va bene la riforma - continua Alfano - Noi separiamo le polemiche su queste leggi che non piacciono alla sinistra, ma loro devono avere il coraggio di presentare gli emendamenti alla riforma della giustizia. E se presenteranno foglio bianco sarà chiaro che non hanno un'idea di riforma della giustizia".

Muoversi, dunque, per evitare il rischio che "il ministro della giustizia del 2031" dica "le stesse cose del ministro della giustizia del 2011, che recrimina come il ministro della giustizia Martinazzoli 20 anni fa - continua Alfano - occorre che cambiamo e questo vale anche per la scuola e la sanità: noi abbiamo coraggio, il nostro programma non è il Vangelo ma noi ci crediamo". Ed è a questo punto che Alfano prende in prestito il motto delle donne scese in piazza a febbraio: "Se non ora quando? Cosa aspettiamo a cambiare? Che torni la sinistra?".

Le reazioni
. 'Alfano stia sicuro che saranno i cittadini a scendere in piazza, ma lo faranno per mandare a casa lui e i suoi colleghi di questo indegno governo" attacca l'Idv.

(02 aprile 2011)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ha detto "... siamo brutti e cattivi": è vero, e chi gli dà torto!
mi sembra che, comunque, siano loro a voler strumentalizzare, visto che dice: "cosa aspettiamo, che torni la sinistra?"
ma da quando in qua è il governo che scende in piazza, anziché chi lo contesta?
e chiederà a Rete Italia il sostegno ehm... culturale, pratico e materiale: non bastano 3 canali privati e 3 pubblici deviati?
mah!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SONO ALLA DISPERAZIONE. LA FINE E' PROSSIMA!