giovedì 14 aprile 2011

IMMIGRAZIONE TRIONFA LA POLITICA DEI CAVERNICOLI




Bossi, Bignasca e gli altri: con un linguaggio da bettola parlano di problemi epocali e vincono le elezioni Com’è possibile?

di Furio Colombo

CHI È IL VERO BOSSI? CHI È IL VERO LEGHISTA che mette in fila (ovvero a un livello inferiore) coloro che non parlano il suo dialetto e non fanno parte del suo villaggio? La domanda è urgente, perché proprio mentre le cose non vanno bene per la Lega, che sta rovinando se stessa dopo avere inferto duri colpi alla reputazione italiana, mentre il ministro Maroni sta per incassare il titolo di peggior ministro della Repubblica e autore del peggior danno (economico e morale) agli italiani (Varese inclusa) arriva l’allegro mare di insulti della stella nascente del leghismo svizzero, un uomo capace di far apparire il suo Paese, tutto banche e conti coperti, una sorta di mercato equo e solidale.

Stiamo parlando di Giuliano Bignasca, un tipo che un tempo avremmo incontrato per disgrazia sbagliando osteria, e adesso, dopo le vittoriose elezioni locali nel Canton Ticino (Svizzera italiana) si avvia ad essere il più noto e vistoso protagonista di una vita politica di solito schiva e guardinga.

Invece questo Bignasca è aggressivo, maleducato, dotato di un vocabolario violento quasi tutto diretto contro gli italiani, che (questo è il messaggio ai suoi concittadini) devono essere presi a calci in culo (sic!) e cacciati il più lontano possibile. Quando è proprio espressivo, manda a tutti i cittadini italiani, cominciando dai più vicini (i lombardi) la pesante frase ormai nota come “il saluto La Russa”.

Tutto ciò avviene a pochi chilometri da Varese, che sta alla Padania come Torino al Risorgimento, la culla del pensiero con cui Bossi ama esprimersi sul complesso problema dell’immigrazione: un semplice e limpido “foera di ball”.

Ora qualcuno, con altrettanta delicatezza, sta dicendo “foera di ball” a lui, alla sua Lega, ai suoi sogni di una superiore razza padana con i tratti distinti del grande popolo (vedi il Trota). E precisa, con la stessa decisa sicurezza cattiva che Bossi esercita (tramite Maroni) sui migranti che hanno la disgrazia di finire nei “Centri di identificazione e di espulsione”, che gli italiani dalla Svizzera – e soprattutto dal Canton Ticino – se ne devono andare. Sono tutti indegni, inferiori e pericolosi, come “i clandestini che abitualmente delinquono” secondo la storica definizione della signora Moratti (probabilmente nel suo “Scritti in onore di Umberto Bossi”).

Le lezioni che se ne possono trarre sono tante: che esiste sempre qualcuno più a Nord che, se può, esercita il suo diritto di pretesa superiorità e (poiché si tratta di un pensiero volgare e stupido) lo fa con linguaggio adeguato; che il razzismo è come una infezione che facilmente contagia le intelligenze modeste; che quando impari che è possibile escludere e disprezzare, non rinunci più perché il gioco è tanto malefico quanto facile.

Infine Giuliano Bignasca spiega forte e chiaro alla Lega che, nella presunta e ridicola superiorità conclamata, non sei mai al sicuro. In un mondo infame come quello creato dalla Lega Nord, leader, deputati, militanti, Radio Padania Libera di Matteo Salvini, il quotidiano La Padania, diretto personalmente da Umberto Bossi, più ridicoli film come Barbarossa (in cui Bossi è attore), più l’infaticabile denigrazione su se stesso, della Lega Nord, ma anche della parte vergognosa e compiacente dell’Italia, rappresentata dal Pdl, dai suoi telegiornali, del deputato leghista Borghezio, ormai noto alla psichiatria europea, in quel mondo infame puoi sempre finire sotto ed essere trattato nel modo che tu stesso hai creato mobilitando il peggio dei sentimenti umani.

Ma ci sono altre ragioni per il “saluto La Russa” indirizzato dal politico svizzero, fresco di fortunate elezioni, alla Lega Nord ma anche, bisogna ammetterlo, al resto degli italiani, politici e cittadini (purché siano italiani, proprio come l’Italia, dirottata da Pdl e Lega, fa con gli immigrati a cui viene persino vietato di chiedere diritto d’asilo).

La prima ragione è certamente lo scandalo di avere, nel ruolo del ministro dell’Interno dell’intera Repubblica un leader secessionista che finge raramente di rappresentare l’Italia, e per il resto rappresenta strettamente credenze e superstizioni della sua tribù. Perché dovresti avere riguardo per una comunità che si lascia dirigere in modo così barbaro, capace di guardare il mondo solo da una feritoia?

Giuliano Bignasca, il volgare leghista ticinese, ci dedica pubblicamente il disprezzo che ci spetta per avere tollerato spettacoli come quello del leghista Calderoli che, con il lanciafiamme, nel telegiornale della sera, distrugge trecentomila leggi inutili da lui lette, giudicate e annullate in base a una autorità assoluta, che in un Paese normale non può avere, e mentre tutta la comunità giornalistica del Paese finge di credergli e qualcuno, anche, di celebrarlo.

Ma – come si sa – la forza della tribù nordica della Lega Nord risiede nella disponibilità di un uomo ricco e disperato, Silvio Berlusconi, a sostenere in ogni modo la tribù a patto che la tribù voti tutte le sue leggi di salvataggio dalla giustizia. Ecco perché viviamo in una Repubblica apparentemente democratica, in cui, per più di due anni, il Parlamento ha lavorato solo a due tipi di leggi, tutte preparate esclusivamente dal, diciamo, governo. E tutto ciò mentre il mondo attraversava (e attraversa) i suoi momenti peggiori a causa delle guerre, dei crolli economici, della crisi immensamente pericolosa del nucleare, del ritorno furioso dell’inflazione, della disoccupazione mai così alta, della crisi diffusa delle imprese (“la solitudine delle imprese” denunciata dalla Confindustria), della paurosa fermata del Paese, della esclusione quasi totale dei giovani da ogni forma di vita pubblica e produttiva. Ma le leggi a cui si è lavorato e si sta lavorando, bloccando tutto il tempo del Parlamento, sono una lunga catena di decreti punitivi e vendicativi contro la magistratura, e in difesa di un solo imputato; oppure una lunga catena di decreti umilianti e deliberatamente disumani contro gli immigrati, compresi quelli legali, compresi i bambini nelle scuole, i bambini negli ospedali, i bambini Rom. Non penso certo che il leghista ticinese si scandalizzi di un simile modo di governare un Paese. Però vede una cosa che gli conviene e gli serve: non c’è bisogno di rispettare un Paese che si lascia piegare al servizio della Lega e di Berlusconi, dei truffatori delle quote latte e delle finte nipoti di Mubarak.

Infatti, come vedete, il coraggioso Giuliano Bignasca non ci ha provato a fare il bullo con i turchi, vistosamente presenti nell’immigrazione svizzera. Ma se l’uomo del Nord che disprezza le trote del Sud avesse avuto anche solo un dubbio, a suo sostegno, e a sostegno di tutti coloro che lo hanno votato, è prontamente intervenuto il presidente del Consiglio italiano, organizzando uno spettacolo non proprio rispettabile, non proprio decoroso, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano nella giornata dell’11 aprile. È evidente a tutti che, dopo una simile esibizione, diventa purtroppo impossibile, nel resto dell’Europa e nel resto del mondo, rispettare l’Italia.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Mi viene da piangere!
Ho il timore che l'esempio del ticinese Bignasca potrebbe essere preso in considerazione altrove, è inutile negare che l'ignobiltà politica non è solo un affare tutto italiano. Pur di vincere le elezioni ormai la feccia umana è disposta a tutto!
L'ho detto io che la consonante B porta jella all'umanità...
Benito Mussolini, Berlusconi Silvio, Bossi Umberto, Bagnasco e Bertone... Ora l'epidemia del virus B si fa largo anche all'estero!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

:-))