lunedì 11 aprile 2011

Italia-Ue: Napolitano preoccupato


Troppe parole in libertà, sull’Europa. Troppi giudizi perentori e apodittici, pronunciati spesso senza un minimo di ponderazione. Così rischiamo che la posizione italiana a Bruxelles si indebolisca, anche perché quelle affermazioni in molti casi dimostrano una scarsa conoscenza dei trattati Ue e delle loro tecnicalità giuridiche. Bisogna sapersi frenare subito. È molto preoccupato, Giorgio Napolitano, dopo aver letto al suo rientro da Budapest certe esasperate dichiarazioni dei membri del governo sulle risposte dell’Unione Europea al decreto varato da Roma per tamponare l’emergenza immigrati. Una piccola guerra verbale cominciata con l’ultimatum di Silvio Berlusconi: «La Ue ci aiuti o è meglio dividerci» . Proseguita poi con la staffilata all’Eliseo di Roberto Maroni: «Se la Francia non s’impegna esca da Schengen» . E culminata infine con la sortita di Roberto Calderoli, che ha proposto di ritirare il nostro contingente dal Libano e di schierare quei soldati lungo i confini nazionali per fermare i profughi.

Un premier e un paio di ministri che alimentano un’escalation di segno antieuropeo pericolosa per la credibilità e per lo stesso ruolo del Paese nei confronti dei nostri partner più diretti. Una rincorsa da fermare, ha pensato il presidente della Repubblica. Il quale ha spiegato ieri i suoi timori al ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ha chiamato al telefono dopo aver sondato il rappresentante diplomatico italiano presso la Ue, l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci. Due colloqui per mandare un segnale e per sottolineare l’attenzione e l’ansia con cui segue questa prova di forza. Per il capo dello Stato, infatti, un conto è criticare una certa «deriva involutiva» dell’Unione: problema che esiste e che ha ripetutamente denunciato nei fori internazionali, così come non gli sfuggono certe «illusioni di autosufficienza» emerse ad esempio da recenti scelte (dettate anche da sfide di politica interna) del presidente francese Sarkozy o della cancelliera tedesca Merkel. Un altro conto, invece, è sgangherarsi in sortite esasperate, improvvide e senza costrutto, come quelle che si è trovato ad ascoltare in questi giorni. Tanto più che, sul decreto con cui Roma offre permessi provvisori «di protezione» agli immigrati, ci è appena arrivato da Bruxelles il brusco altolà del commissario Cecilia Malmstrom, oltre al contemporaneo stop di Berlino. Napolitano ne ha parlato l’altroieri durante un vertice in Ungheria con il presidente tedesco Christian Wulff che, per non mettere il dito sulla piaga, si è limitato a un interlocutorio «sono un po’ pessimista» sull’ipotesi di un’intesa.

Ora, una prima verifica su quanto sia fondato quel pessimismo l’avrà oggi in Lussemburgo il ministro Maroni, e molto dipenderà dall’approccio con cui deciderà di confrontarsi con i suoi omologhi. Ma non è soltanto sull’immigrazione che Roma gioca una partita delicatissima dentro la Ue. È ormai vicino anche il momento nel quale il governo dovrà presentare il Piano nazionale delle riforme (Pnr) e quello sulla Decisione di Finanza Pubblica (Dfp). E su questo il capo dello Stato ha appena avuto informazioni dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che lo ha chiamato al Quirinale per rassicurarlo. Insomma: Napolitano ha parlato con tutti gli attori di questi due appuntamenti cruciali per l’Italia. O, meglio, quasi tutti, perché con Berlusconi non si sente da venerdì scorso. Da quando cioè il premier salì sul Colle (assieme ad alcuni ministri e ai rappresentanti degli enti locali) per illustrargli l’accordo finalmente concertato sulla questione immigrati. Un accordo da lui avallato. In realtà, buona parte di quel colloquio fu monopolizzato dal racconto del premier sulla villa che intendeva comprare a Lampedusa, oltre a qualche cenno del ministro La Russa sull’eventualità di rafforzare il nostro impegno militare in Libia. Eventualità sulla quale il capo dello Stato vorrebbe più chiarezza, per il contesto di relativa ambiguità che ancora pesa sulla missione.

Marzio Breda
11 aprile 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

QUESTI SONO FUORI DI TESTA!