sabato 16 aprile 2011

Le balle sulle toghe che sbagliano


di Bruno Tinti

Giustificare le proprie azioni mentendo è una cosa stupida: lo capiscono tutti che lo sai che stai facendo una stupidaggine. Certo che, se si dispone di 6 televisioni e di tanti giornali, allora le cose cambiano: da Leporello in poi si sa che le bugie ripetute tante volte diventano colpi di cannone.

Un bugia grossa come una casa è quella che raccontano B&C: la legge sulla responsabilità civile dei magistrati è cosa necessaria; ce lo chiede l’Unione europea. Poi citano una sentenza vecchia di 5 anni (13 giugno 2006 n. 173/03, Traghetti del Mediterraneo) di cui evidentemente hanno sentito parlare solo ora. Peccato che quelli che gliene hanno parlato non l’hanno capita bene: la sentenza con la responsabilità civile dei magistrati non c’entra niente.

Ecco come stanno le cose.

NEL 1981 Traghetti del Mediterraneo cita in giudizio Tirrenia, per concorrenza sleale: pratica prezzi troppo bassi sfruttando sovvenzioni pubbliche illegittime perché vietate dalle leggi comunitarie. Tribunale e Corte d’appello di Napoli danno torto a Traghetti (ci mettono un po’: il Tribunale emette la sentenza nel 1993 e la Corte nel 1996).

Traghetti ricorre in Cassazione e la prega di chiedere il parere della Corte di Giustizia europea prima di decidere.

La Cassazione non accoglie la richiesta e conferma (nel 2000) le sentenze precedenti.

Il curatore fallimentare di Traghetti (che nel frattempo fallisce, ovviamente: difficile fare concorrenza a chi gode di sovvenzioni pubbliche) è un tipo furbo. E cita in giudizio lo Stato italiano avanti al Tribunale di Genova.

Il suo ragionamento è questo: la Cassazione si è sbagliata ; le norme comunitarie impedivano sovvenzioni pubbliche a Tirrenia; la Corte di Giustizia europea, se fosse stata richiesta, lo avrebbe confermato e il risultato della causa sarebbe stato favorevole a Traghetti; la sentenza sbagliata ha cagionato un danno a Traghetti ; la Cassazione è organo dello Stato italiano; lo Stato italiano risarcisca il danno.

Il Tribunale di Genova decide saggiamente di sentire cosa ne pensa la Corte di Giustizia e le manda gli atti, sospendendo il processo. Poi succede che, nel 2003, la Corte di Giustizia risolve un caso analogo (sentenza 30 settembre 2003, causa Köbler). Così scrive al Tribunale di Genova: guarda che, secondo quello che abbiamo deciso per Köbler, la Cassazione si è sbagliata; Traghetti avrebbe ragione, lo Stato italiano dovrebbe risarcire il danno; vuoi che te lo diciamo formalmente con un’altra sentenza o ti va bene così?

Il Tribunale di Genova risponde: no, per il risarcimento del danno va bene così; però noi abbiamo anche un altro problema, la legge 117/1988, che esclude la responsabilità del giudice per errata interpretazione delle norme di diritto e valutazione del fatto e che, inoltre, limita la responsabilità dello Stato ai soli casi di dolo e colpa grave del giudice; come si concilia questa cosa con l’obbligo dello Stato di risarcire Traghetti?; perché qui si tratta proprio di errata interpretazione di norme giuridiche (quelle comunitarie) e di dolo e colpa grave non se ne parla; per piacere dicci come dobbiamo regolarci.

La Corte di Giustizia glielo dice con la sentenza del 2006: quale che sia la legislazione nazionale in materia di responsabilità dei giudici per gli errori commessi, anche se in materia di interpretazione di norme giuridiche e anche se commessi per colpa non grave, lo Stato è comunque tenuto al risarcimento dei danni se errori di tal genere ci sono stati.

È qui che B&C hanno cominciato a cantare vittoria: ce lo ha detto l’Europa, i giudici che sbagliano debbono pagare! E, come al solito, il problema è se ci sono o ci fanno: hanno letto la sentenza e non l’hanno capita; oppure l’hanno letta e hanno pensato di barare raccontando che dice cose che non dice affatto.

SIA COME SIA, anche in un riassunto così sintetico come quello che ho fatto io, una cosa è chiara. Se sono stati commessi errori di diritto lo Stato (lo Stato, non il giudice che li ha commessi) è tenuto al risarcimento dei danni. B&C sono pallonari nati. La Corte non ha mai detto che i giudici devono risarcire i danni derivanti da errate decisioni. Anche perché (e infatti nessuno di B&C ne parla) sulla responsabilità dei giudici l’Unione Europea ha idee opposte a quelle di B&C.

Consiglio d’Europa, raccomandazione del Comitato dei ministri agli Stati membri n. 12 del 17.11.2010: “L'interpretazione della legge, l’apprezzamento dei fatti o la valutazione delle prove effettuate dai giudici per deliberare su affari giudiziari non deve fondare responsabilità disciplinare o civile, tranne che nei casi di dolo e colpa grave... soltanto lo Stato, ove abbia dovuto concedere una riparazione, può richiedere l’accertamento di una responsabilità civile del giudice attraverso un’azione innanzi ad un tribunale... i giudici non devono essere personalmente responsabili se una decisione è riformata in tutto o in parte a seguito di impugnazione”.

Il contrario, ma proprio il contrario, della proposta di B&C sulla responsabilità civile dei magistrati.

La buona notizia è che i magistrati che si faranno intimidire da questo obbrobrio saranno proprio pochini: la “manifesta violazione di legge” (“manifesta”, non interpretazione di legge che non piace a B&C) è cosa rara; e le cazzate dei magistrati sono già duramente sanzionate dal Csm oltre che sputtanate dalla Cassazione. Sicché, questa proposta di legge è certamente un delitto; ma come diceva Talleyrand, è anche peggio: è un errore.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ROBA DA MATTI! IN TANTE TRASMISSIONI TELEVISIVE DI APPROFONDIMENTO POLITICO HO ASPETTATO INVANO UN CHIARIMENTO DI QUESTO GENERE.
ADESSO CE LO CHIARISCE BRUNO TINTI.
PERCHE' NON LO INVITANO QUASI MAI? MISTERO!