venerdì 15 aprile 2011

Le ragazze smentiscono il premier "Sì, il bunga bunga è un gioco erotico"


PIERO COLAPRICO e EMILIO RANDACIO

È tornato al centro della scena, dopo gli ultimi, e devastanti, interrogatori di Ambra Battilana e Chiara Danese, con la statuetta del Priapo e gli incitamenti a spogliare chi non ci sta, il famoso bunga bunga. Ma come nasce questa stramba espressione? Vale la pena di farne una breve storia, esclusivamente giudiziaria.

In principio fu Noemi Letizia. Alla festa dei suoi diciott'anni, a Casoria, si materializza, tra lo stupore di alcuni e lo sconcerto di molti, Silvio Berlusconi. È il maggio 2009 e porta alla neo-maggiorenne una bella e costosa collana in regalo. Lei, il giorno dopo, è in un biondo visibilio: "Io - dice ai giornalisti increduli - lo chiamo papi, papi-Silvio. Qualche volta, quando è triste, vado a trovarlo e gli tengo compagnia. Mi racconta tante barzellette, come quella del bunga bunga". Eccolo qua, il mondo "bunghesco" che fa capolino con i suoi effetti nefasti per Berlusconi. Veronica Lario legge i giornali ed "esplode": mentre il marito annuncia che è stata "male informata dalle gazzette della sinistra", lei chiede il divorzio.

L'espressione, pur sembrando dimenticata, circola in segreto, finché viene disseppellita, all'improvviso, da Ruby-Karima, la ragazza dello scandalo. È l'estate scorsa e Ruby, esfiltrata da uno spaventato premier dalla questura di via Fatebenefratelli, è arrivata, carica di gioielli e abiti griffati, di stole di volpe e scarpette tacco dodici, in una comunità a Genova. Deve stare lontano - è minorenne - dalle grinfie del suo "amico" Lele Mora. Incontra invece due magistrati, Pietro Forno e Antonio Sangermano. Ai quali racconta di essere stata invitata, lei scappata di casa e poverissima, nella villa dell'uomo più ricco d'Italia. Il quale non voleva esattamente darle un contributo, come pure ha detto, per un laser depilatorio: "La sera del 14 febbraio 2010 Berlusconi mi spiegò che il bunga bunga consisteva in un harem che aveva copiato dal suo amico Gheddafi, nel quale le ragazze si spogliano e devono fargli provare "piaceri corporei". È stata in quella circostanza che io ho opposto un netto rifiuto... Nel bunga bunga tutte le ragazze erano completamente nude".

Se i pubblici ministeri non prendono Ruby per oro colato, ne seguono le piste. Indagano, Mettono anche sotto intercettazione una dozzina di telefoni. E quando Repubblica, il 28 ottobre, rende noti gli essenziali verbali di Ruby, i detective ritrovano un "filo". Il neo arrestato ex prefetto Carlo Ferrigno legge l'articolo e sghignazza con un amico dicendogli: "Ma questo bunga bunga è proprio come mi ha raccontato Maria". Maria viene dunque identificata: è Maria Makdoum, origini marocchine, danzatrice del ventre. Viene convocata il 15 gennaio scorso e, interrogata da Ilda Boccassini, dice, tra l'altro: "Eravamo più o meno una ventina di ragazze, quando la cena finisce, il presidente più o meno testualmente dice: "E ora facciamo bunga bunga"... Le due gemelle De Vivo, che erano in pratica in mutande e reggiseno, cominciano a ballare in maniera hard, avvicinandosi al presidente, che le tocca e le ragazze toccava il presidente nelle parti intime". Serataccia, per Maria: si dichiara "inorridita".

E stessa serataccia per un'amica di Nicole Minetti, consigliere regionale e animatrice delle notti calienti di Arcore. Melania Tumini è una laureata ambiziosa e, nonostante sia stata "briffata" (da briefing), nonostante sapesse di ritrovarsi anche in compagnia di "zoccole, di disperate delle favelas" (parole dell'amica Nicole), è in totale imbarazzo. Non ha nulla a che spartire con quello sciame di ragazze che, indossando "abiti succinti", dà via al "puttanaio". A gennaio il bunga bunga dovrebbe essere cosa nota, ma c'è sempre qualcuna che cade dalle nuvole. Come Natascia, ventenne, ex-compagna di scuola di Aris Espinoza (una delle ragazze della Dimora Olgettina). Ha partecipato il 6 gennaio all'ultimo bunga bunga noto di Arcore, undici giorni dopo incontra i magistrati, racconta che era stata presa in giro dalle altre: "Ma come, non sai niente?". Per Natascia era "un termine sconosciuto". Ma il senso della frase è immediatamente comprensibile: "Il presidente toccava il seno o le parti intime o il sedere..." alle papi-girl, "Io non ho avuto il coraggio... Vedendo il presidente di persona, nonostante il denaro che avrei potuto ricevere, sinceramente non me la sono sentita".

É così che, dopo le testimonianze di quattro ragazze che non si conoscevano, spunta anche la statuetta del Priapo, usata dalle ragazze tra le risate di papi-Silvio, e descritta lunedì ai magistrati dalle diciottenni Ambra e Chiara. Ma anche prima di loro il bunga bunga non era quel sinonimo di "cene eleganti" che il premier, giurando persino sui nipoti, va raccontando in giro.

(15 aprile 2011)

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