lunedì 11 aprile 2011

Napolitano: "Non scherziamo sull'Ue"


«Il mio animo è per un impegno forte dell’Italia in Europa affinchè il nostro Paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell’immigrazione. Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura ipotesi di separazione», ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al rientro dalla missione a Budapest al Ministro degli Esteri Franco Frattini. Il capo dello Stato è preoccupato dalle dichiarazioni fuori misura di esponenti del governo di fronte alle difficoltà opposte dall’Unione Europea e da alcuni paesi membri alla richiesta italiana di condividere con l’Italia il problema del forte afflusso di immigrati dalle coste nord-africane.

A Budapest, all’incontro con i capi di Stato che aderiscono all’iniziativa «Uniti per l’Europa», Napolitano aveva affermato pubblicamente, e poi lo aveva detto direttamente al suo omologo tedesco, Christian Wulff: occorre che l’Europa ricerchi soluzioni efficaci e metta in campo la sua coesione. Delle preoccupazioni del capo dello Stato parlano oggi i quotidiani che riportano la frase del presidente della Repubblica, in cui invita a non prendere così alla leggera il rapporto con l’UE e a frenare dichiarazioni troppo accese e prese di posizioni che non tengono pienamente conto della normativa europea.

Non si arresta, intanto, l'ondata di sbarchi di immigrati a Lampedusa. Mentre diminuiscono i flussi provenienti dalla Tunisia, sull'isola delle Pelagie continuano ad approdare barconi carichi di profughi provenienti dal fronte libico. La notte scorsa sono due le "carrette" del mare arrivate nel molo commerciale del porto con a bordo 180 persone che si aggiunte alle 500 arrivate ieri.

La situazione critica dovrebbe migliorare oggi, grazie al trasferimento dei profughi sub-sahariani verso i centri d'accoglienza della Penisola; e l'avvio dei rimpatri da Lampedusa, con due ponti aerei giornalieri, per i tunisini arrivati dopo la firma del patto siglato la settimana scorsa dal ministro degli Interni
Roberto Maroni e il governo tunisino.

Il ministro degli Interni Roberto Maroni è a Lussemburgo per la riunione dei colleghi dei 27 dedicata al tema dell’immigrazione, su cui l’Italia appare completamente isolata. Nonostante le rassicurazioni dell’esecutivo di Bruxelles che quello dei flussi migratori dal Nordafrica «è un problema comune», la Commissione europea ha confermato che i permessi di soggiorno temporanei che l’Italia vuole concedere a oltre 23mila tunisini non fanno scattare automaticamente la libera circolazione nell’area Schengen.

«Oggi vedremo se esiste un’Europa unita e solidale o se è solo un’espressione geografica»: con queste parole il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha salutato i giornalisti al suo arrivo a Lussemburgo, dove è in programma la riunione dei 27 sull’emergenza immigrazione.«Abbiamo avanzato da tempo delle richieste precise - ha aggiunto Maroni, prima dell’inizio del Consiglio Affari interni - e oggi vedremo se c’è questa Europa unita e solidale o se non c’è».

Nei giorni scorsi la Commissione Ue si è espressa contro la richiesta italiana dell’attivazione della direttiva 55/2001 per la concessione della ’protezione temporanea' a favore degli immigrati provenienti da zone in conflitto. Con una lettera al governo italiano, la commissaria agli Affari interni Cecilia Malmstrom, pur confermando la disponibilità dell’Unione europea a sostenere l’Italia con la missione Frontex e altre risorse finanziarie, ha anche espresso riserve sulla possibilità per gli immigrati dotati di permesso temporaneo di circolare nell’area Schengen.

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